Camillo Berneri - Compiti nuovi del movimento anarchico

PREFAZIONE Pubblichiamo queste pagine di Berneri, con la soddisfazione di offrire ai nostri lettori .ctel materiale di grande interesse, ma col rammarico di veder limitata la pubblicazione solo ad una piccola parte dell'opera di Berneri che meriterebbe di essere ristampata. Il movimento anarchico gei;ierico - quello che si illude di essere vivo rendendo continui omaggi commemorativi alla tradizione - avesse almeno assolto pienamente e seriamente questo compito « commemorativo », cominciando a pubblicare gli scritti più impegnativi di Camillo Berneri. Senza difficoltà ne sarebbero usciti diversi volumi: uno, ad esempio, dedicato alle polemiche antifasciste, uno a studi e ricerche di carattere cultura.le, uno alle « stroncature » di contemporanei, uno ai problemi concreti della società italiana, uno alle questioni interne del movimento, etc. Invece, di Berneri, è stato ripubblicato qualche opuscolo, qualche articolo, una esile selezione dell'antologia « Pensieri e Battaglie », già pubblicata in Francia, ed importante più come specchio umano che come valorizzazione politica (la stessa cosa si dica per la biografia scritta dalla madre Adalgisa Fochi ved. Berneri). Gli è che al movimento generico piacciono le commemorazioni ma quelle che non gli turbano ma gli conciliano il sonno della mente. Berneri è uno scrittore scomodo. Tanto scomodo che ad ogni passo nei suoi scritti si incontrano spietate punte d'autocritica. « Sono 'convinto, scriveva nel primo dopoguerra, che il movimento anarchico è ancora in tale stato di infantilismo pqlitico e di confusionismo morale che è necessario intensificare la propaganda per rigenerare l'ambiente con elementi giovani e nuovi» (Libero Accordo - 1-15 agosto 1922). Ed a quest'opera di chirurgo, di castigatore e di riformatore di programmi e di costumi egli si dedicò con la stessa passione missionaria che in quegli anni impegnava Gramsci nel partito comunista, Rosselli nel movimento socialista, Gobetti nelle correnti liberali. Appunto sul giornale di Gobetti egli, rispondendo a Umberto Morra, difende il movimento anarchico da arbitrarie interpretazioni, proprio sulla base di una netta differenziazione dell'anarchismo dalle sue inorganiche appendici individualiste: « Intorno al movimento anarchico organizzato vi è un vasto alone di elementi vari, anarchici di un anarchismo amorfo che va dal ravacholismo alle rimasticature stirneriane e nietzschiane. Ma, storicamente, il movimento anarchico va considerato in rapporto alle forze organizzate e che presentano una continuità di pensiero e di azione. E questo movimento non è che l'ala estrema del socialismo» (La Rivoluzione Liberale del 19 febbraio 1924). Contro l'individualismo, contro l'amorfìsmo, contro le tendenze disorganizzatrici ed antisocialiste si appunta con particolare vigore Bibl oteca Giro Bianco

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