Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XXX. - LA MOGLIE 581 • In questo Modo t potenti della terra, ma In ispeeie i Pontefici, costumarono un giorno partecipare alla infamia sembianza d' onore, e tuttavia costumano. Freme il mondo, o sibila, o ride; ed ei Io lasciano fremere, ridere, e sibilare, continuando a crear nobili le spie, e concedere indulgenze e croci ai traditori. Adesso la processione traversa un suolo che arde: egli è la piazza dei Cènei: Giacomo sbalordito • dal dolore, in qual luogo Io avessero tratto o noi badava, o non sapeva. Giunto a piè dell' arco dove incomincia la cordonata la quale conduce alla chiesa di San Tommaso dei Cènci , caddero sopra il suo 'capo grida strazianti, ch' ebbero virtù con la tremenda vibrazione loro di superare perfino l'acuto senso di dolore, che trapassava il cervello del derelitto come un chiodo. Leva gli occhi, e traverso un velo pargli ravvisare, e ravvisa certo, dalla terrazza che sormonta l'arco dei Cènci, le braccia sporgenti della moglie e dei figli. • La idea di 'mostrarsi in tale stato di abiettezza e di miseria alfa sua famiglia rimescolò tutto il sangue nelle vene di Giacomo, e glielo 'spinse poi così impetuoso al cuore, che traballò per cadere. Ma l' affetto vinse la vergogna, ond' ei con voce piena di amore esclamò: • — I figli! Oh! i miei figli.., datemi i miei figliuoli... Gli ufficiali preposti alla esecuzione della giustizia intendevano andare oltre; ma il popolo commosso urlò con un grido solo: — Dategli i figliuoli. E siccome gli ufficiali nicchiavano ad obbedire, un maroso popolare sbarattò la processione, e mugghiando arrivò fin presso al carro; per la qual cosa gli ufficiali, ammiccatisi coli' occhio, trovarono giustissimo il desiderio dei popolo, e bandirono ad alta voce niente star loro più a cuore quanto appagare il voto universale. Fatto pertanto scendere prestamente don Giacomo giù dal carro, e gittatagli sopra le spalle la cappa onde rimanessero coperte le ferite, lo trassero su per la cordonata nei cortile del palazzo. Quali spasimi recasse allo infelice cotesta tela, che confricando inaspriva le carni arse, non è da dire; ma egli divorava i gemiti per pietà dei suoi. • Giù per le ampie scale Luisa, con' le chiome sciolte, fu'vista precipitarsi tenendo un figliuoletto in collo, ed un altro per mano. La seguitava Angiolina recando Seco altri figli, e presto lo ebbero raggiunto giù nel piazzale. Luisa gittò al collo del marito un figliuolo, il quale vi si apprese con- atto disperato: ella poi volle .prostrarsi , ed.. abbracciargli le ginocchia; sennonchè al primo muovere che Giacomo fece dei labbri le membra le

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