Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

556 'BEATRICE CÈNC1 no la morte essere • condizione di vita; condoSsiachè eglino non dicevano mai: Caio è morto; ma Gaio' visse, Calo ha concluso il suo giorno supremo, Caio fu. Mi sovviene adesso - aver letto come taluno, per tedio di malattia, avendo, deliberato morire, astenutosi dal cibo venisse a sanare: non per questo però consentiva a rimanersi in vita; e fatta, secondo eh' egli diceva agli amici, i quali con preghiere si adoperavano ritrarlo dal suo proponimento, ormai 'tanta via verso la morte, non gli sembrava che la vita valesse il pregiò di ritornare sopra i suoli passi. - Se la mia memoria non m'inganna, costui si chiamava Tìto Pomponio Attico, ed era amico di 'Cicerone.-- - E perchè dunque, interrogò Lucrezia, sentiamo dentro noi così veemente Io istinto della vita? • • • -- Questo, a parere mio, fu provvidenza della natura; impercíocchè - diversamente la creatura umana tanto proverebbe bisogno di disfarsi, che il fine della creazione andrebbe fallito. Vinta che abbiamo la paura, la morte scende sopra, i nostri occhi come un sonno allo - affaticato. E qual - è lo stanco, , che non desidera il riposo? Quale travagliato, che non volesse addormentarsi per sempre?' — Ma invece di mettere tanta paura nella morte, non era meglio rallegrare con un 'poco più di contentezza la vita? Sempre terrore, sempre paura, e amore mai... Queste parole favellò Virginia, la miseranda figlia di mastro Alessandro. La Beatrice la fissò•dentro gli 'occhi. I predestinati si conoscono: anch' ella teneva. su la faccia impressa orma della mano del fato. - Beatrice, rimastasi alquanto pensosa, le rispondeva — Il nostro intelletto, Virginia, non arriva a comprendere la ragione di tutte le cose;' dov' egli manca aggiuntiamogli la fede, e allora giungeremo a toccare il paradiso. —Qui tirando il filo, le si ruppe; ond' ella, mostratolo così tronca a Virginia, soggiunse: - questo io so dirti, che in qualunque parte si tronchi il filo diventa capo di gugliata. Signora madre, avvertite che le cappe dalla cima hanno ad essere scollate; e se mostre-. remo il collo, ed in parte le spalle. denudate, io spero che discreti non ci vorranno tacciare d'inverecondia, pensando al festino a cui siamo convitate. Festino, sì, che Dio ne aiuti, dove d rinfresco sarà di capi recisi, e 'di bicchieri di sangue.. -- Ed oh! fosse bastato il mio', che ormai sono vecchia, e sopra la terra più poco ho da Stare; ma il tuo, povera figliuola, ma quello dello innocente fanciullo.. ahimè! aldinè!-...- E il pianto incominciava più procelloso di prima.- Tanto so-

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