Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAPITOLO XXV. IL GIUDIZIO. Leo rugiens, ursus esuriens, princeps impius super populum pauperem . . . . multos op- primet per calumniam. Prov. C. 28. v. 15. Aperta è la gran sala ove le sorti Fur decise dei re, quando ancor Roma Fu astuta, se non forte. ANFOSSI, Beatrice Cenci. Questa è la sala che vede i dipinti di Raffaello, ed ascolta le consulte dei sacerdoti: - questa è la sala dove si discussero, e sovente ancora si decisero, i destini dei Re del mondo, però che la forza, prima di spengersi, consegnasse la fiaccola all' astutezza, siccome i servi costumavano fare nei giuochi lupercali; e questa si affrettò a mettere in fiamma i quattro canti della terra. Quando i popoli, rotte ad una ad una le penne della grande aquila che ecclissava il sole della libertà, sperarono di riscaldarsi ai raggi di quello, ecco altre ombre si posero fra mezzo ali' uomo e alla libertà, e le mandavano le chiavi di San Pietro — il pescatore ebreo. — Ma la forza si consuma, e P astutezza altresì; e se il pomo del brando romano non giunse a conficcare il chiodo alla ruota della fortuna, molto meno poteva farlo il pastorale del chierico. La vendetta rode di nascosto, ma inevitabilmente, a guisa di vena di acque sotterranee, la forza. Dietro un tronco di albero, dietro P ara di un nume, da per tutto e sempre tiene teso l' arco, e presto o tardi saetterà il tendine d' Achille; ma la frode si logora coli' uso delle sue stesse malizie, come l' orologio a polvere si vuota lasciando cadere i grani della sabbia che misurano il tempo. Il Papa siede sublime sopra il capo di tutti, sotto un baldacchino di velluto cremisi ornato di frange di oro. Sceso un gradino, gli seggono sopra sgabelli attorno quattro cardinali: da un lato Cinzio Passero cardinale di San Giorgio, nepote per parte della sorella Giulia, e Francesco Sforza cardinale di San Gre-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==