Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

460 13E,VIRICE CENCI un bufalo sopra la neve, elle un pelo vano sopra queste carni di latte. in questo modo fu ricercata Beatrice t ottilissirnamento per tutta la persona, senza 'che potessero scuoprire il ségno indicato. — Veramente, prese allora a brontolate , sempre nel ' suo canto, il Luciani, i maestri dell' arte hisegn'ano come il demonio per ordinario imprima la sua macchia sul seno; o' soèra‘ la coscia sinistra; tuttavolta , non esSendo' astretto a . veruna legge voltatela bocconi,' e perlustrate cori fa solita diligenza la schiena. — Ecco... troviamo... — Che cosa trovate, nè? domandò il Luciani mal si po- tendo contenere nel cantone.- — Troviamo a mezza vita un neo, circondato di alquanta calugine color dell' oro. — Bene!... benissimo! Cornecch'e i maestri• dell'arte animo- -Iseano che la macchia deva apparire livida, o nera, tuttavoltà ricorre la osservazione, che il maligno essendo' spregiatore di ogni legge, non può essérsi assoggettato a regola fissa» in ispecie adesso, che, avendola a fare, Con me, avrà capito che la va da galeotto a marinaro. Signora Dorotea prendete lo specillo, e procurate prima tuffarlo nell'acqua benedetta. La beghina tratto fuori un lungo spillo di ferro lo immerse, borbottando non so quali preghiere, dentro un vaso di acqua santa. Il Luciani impaziente domandava: — Disòmnia, avete fatto? — Illustrissimo sl. — Or via, da brava, cacciatelo giù adagio adagio dentro la macchia infernale. Beatrice piangeva di rabbia nel vedersi ridotta a tanta abiezione, e forte dibattendosi 'cacciava lungo da se ora l' una, "ota l'altra delle spietate pinzochere; ma costoro le tornavano sòpra più gagliarde che mai, Adesso poi al sentirsi trafiggere le vive carni proruppe in furore, interrogando con voce concitata che insania fosse mai quella; ed aggiungeva lei ssere cristiana quanto, e meglio di loro; e si vergognasSero con quelle Superstizioni turpissime tribolare una poVera fanciulla,. la quale avrebbe potuto essere a loro — Santissima vergine, belava la Dorotea con voce caprettina, menando tuttavia * le mani audaci , noi non vi vogliamo mira male, Cara sorella;' no davvero, ma lo facciamo per vostro bene; proprio per la salute dell' anima vostra. Intanto il Presidente Luciani, senza mai volgere la testa, aveva borbottato nel cantuccio . uno di quei tanti OTintis , che incombi-

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