Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XXII. - LA TORTURA 441 nettare le,,penne;,e ripostele frettoloso in bell'ordine Corse dietro ai, giudici dicendo; — Adesso. terminerò raccontarvi, con'io acquistassi la tabaccliiera del - . signor Duca di Guisa... Beatrice, bianca come •un lenzuolo da morto, tentennò per cadere; le labbra le -diventarono .pagonazze, e gli . occhi suoi tremolarono ,smarriti; indi•a breve scosse il capo, e • lo rialzò a guisa di , albero Piegato dal remolino che passa; poi ,animosa andbincontro al. cadavere di Marzio, gli stette davanti, lo guardò fisso, e favellò: - Sciagurato! Tu .non hai potuto salvarmi; ma ti• perdono, e supplico Dio che ti perdoni. Tu hai peccato molto; , ma hai amato, .e patito anche molto. Tu non •vivesti alla virtù, ma sei perito per la verità: Io t' invidio... chè la mia vita è , tale, da portare invidia ai morti (10). 'Adesso non posso dimostrarti l' amor mio ( e sì - dicend'ostese lo indice e il pollice, li soprappose ai cigli del morto e gli chiuse gli occhi, ch' egli teneva sempre aperti in molto terribile maniera; poi trasse un pannolino e. gli asciugò le labbra dalla .bava sanguigna )• in altro modo, che rendendoti questo ultimo ufficio, e te lo rendo di cuore..-- Ciò detto si volse ai custodi, e con fermo sembiante riprese: oralorniamo al carcere. Ma il fitto ribrezzo delle carni palesava la tremenda commozione dell'aninnasua: 'le gambe le tremavano sotto, e ad ogni passo inces.pava per cadere. Mastro Alessandro trattosi il berretto. di capo, e tenendosi lontano .cOn,. doverosa distanza, cosi le favellò: — Signora, io so che -non mi potete toccare; così a Dio piaccia, che io 'non tocchi, inai .voi: Noi avete bisogno di qualcheduno che vi' sostenga; se me lo concedete io -chiamerò tale', su 'Cui vi appoggerete senza paura:. - di inala • pianta nacque, e• in 'carcere; e non Pertanto è fiore, 'che puòò-presentarsi alla Madonna.'..' è mia figliuola. E con un fischio prolungato chiamò: indi a breve fu vista comparire una fanciulla bella sì', ma,. bianca, bianca-come •veto' cera. 'Poveretta'! ella sapeva essere nata alla -sventura. • - Virginia, le disse il padre, da. ' braccio a questa Signora.'.. è disgraziata' quali» te: ' Beatrice fissata la, fanciiilla in volto, sì sentì bene disposta verso di quella: quando poi intese. ' che si chiamava come la madre Sua, le Sorrise -mesta', e le si • appoggiò. sul braccio incamminandosi al 'carcere. Mastro Alessandro avvisatamente dava cotesta terribile strappata di corda 'a ?sfarzi°, 'tentando farlo restare sul Colpo; e come • "56'"'

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