Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. III. - IL RATTO gno , secondo il sacrosanctum Concilium Tridentinum, C non mi venite... — Dio sa se io Io farei; ma, ahimè! un tanto bene mi è tolto. — E allora non la sposate. — La donna, che amo, trasse troppo più che io non vorrei umilissimi i natali; ma se si consideri il portento delle forme leggiadre, o piuttosto l' altezza dell' animo, ella è in tutto meritevole d' impero... Alma real degnissima d' impero, lo ha detto anche messer Francesco Petrarca; e se così è, e voi sposatela. — Freddo cenere ed ombra, durerà in me questo amore eternamente. — Di quanto tempo comporrete voi questa eternità? Nelle donne, secondo i computi più accurati, la eternità di amore dura una settimana intera: in alcune, ma rare, si prolunga anche un poco al secondo lunedì, e basta. Il giovane, tanto era sprofondato in cotesto suo amore, che accorgendosi allora del modo beffardo col quale gli favellava don Francesco, diventato in volto vermiglio per vergogna e per dispetto, rispose: — Signore, voi mi fate torto ; sperava trovar consiglio; — mi sono ingannato — scusate; — e fece atto di andarsene. Ma il Conte ritenendolo, dolcemente favellò: Piacciavi rimanere, Duca; io vi ho parlato così per provarvi: ora troppo bene mi accorgo, che vi accende passione veemente davvero, e per avventura fatale. Versate il vostro animo nel mio; saprò compassionarvi, e, potendo, ancora sovvenirvi. Io ho sepolto i miei amori; sessanta e più anni gli associarono alla fossa, e cantarono loro il miserere: per me amore è memoria, per voi speranza; per me cenere, per voi rosa che sboccia; ma non 'pertanto ravviso nel mio cuore segni della fiamma antica, e ragionando meco, bene potete ripetere i versi del Petrarca: Ove sia chi per prova intenda amore, Spero trovar pietà, non che perdono: Non ignara mali miseris succurrere disco; come disse Didone

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