Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

312 BEATRICE CENCI Così, sia che tu tí volga alla diritta, o alla sinistra sponda, i mari d'Italia gridano lungo i liti: tradimento! • ' Da Rocca Petre/la guardando, a oriente vedi le acque del lago Fucino: esse dormono adesso simili a quelle del mare morto. Un giorno furono piene di stridi feroci, di aneliti, e di stragi. Claudio, sazio delle morti del circo, qui volle letiziare i: suoi occhi con lo spettacolo di una battaglia navale, e trovò tremila uomini, o piuttosto belve con la faccia umana, che consentirono a truciare, e ad essere trucidati pel piacere dello Imperatore; nè già con ira, o imprecando sul capo di lui le furie, ma lieti e salutanti (12). Così l'antica Roma ebbe più schiavi disposti a morire per la ricreazione di un tiranno, che Roma. moderna cittadini per la libertà della Patria! • Basta. — Addietro visioni che spaventate l'anima agitandola. — Cessa una volta, spirito infermo, di scuotere davanti a te stesso la camicia ifíSanguinata della umanità. Il gran Cieco inglese retunziò a dettare la storia della Ettarchia sassone sul fondkunento, che tanto valeva scrivere quella degli avvoltoi; io avrei voluto sapere, che cosa gli fosse sembrato scrivere raccontando quella degli uomini (13). • Sopra tutto• questo mare di rovine la basilica .di San Pietro Vaticano con la sua croce in cima alla palla, pare che galleggi come l'arca di Noè.. — Perché non ha ella salvato il genere umano, e perchè non rinnuovò il patto‘ dell' alleanza della terra col 'cielo? Di cui è la colpa? — Un' altra -volta forse .lo dirò, non certo nuovamente, • ma inutilmente sempre. La Esperienza, che scrive la storia, si assomiglia alle figlie di Danao affaticate a riempire le lotti senza fondo. L' universo è un 'fiume, e la umanità .spensierata sta sopra le sponde a guardare scorrere le acque: può egli P uomo rammentarsi dei flutti dell' anno passato, o può farne suo vantaggio? Così passano gli eventi irrevocati dalla memoria, sterili di virtù. — I miei personaggi da Tivoli seguitando la via Valeria si riduss'ero a Vicovaro, ove a cagione del caldo grande e della sia Malagevole ebbero a• soffermarsi„ é con quanto crnecio del Conte Cènci non è da dire, il quale invano tentò di spingersi innanzi. I cavalli trafelati non obbedivano a frusta nè a sprone. A ve- ripresero iP cammino, e• pervennero alla osteria della Fer-

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