Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XIII. - IL TEVERE 289 Luisa non aveva osato inacerbire la esaltazione di Giacomo con parole di contrasto, e di rampogna. Ora vedendo come gli s' inflochisse la voce, e quasi gli diventasse piangente, — O figli... abbracciatelo.. fategli sentire s' egli è vostro padre, disse affannosa accennando ai fanciulli... fanciulli, obbedienti alla parola materna, si mossero ad un tratto; e quale attaccandosi ai lembi della veste faceva prova di attirano verso la madre, quale gli stringeva le ginocchia , e quale s' ingegnava salire sopra una seggiola per poterlo abbracciare al collo. Giacomo ridivenuto tranquillo $i sciolse da loro esclamando: — Riparate al seno di vostra madre. Infelici! Non sapete che i Cènci avvelenano col fiato?... Addio... e addio per sempre. E sparì. Il suono dei suoi passi s' intese precipitoso giù per le scale. Luisa si slanciò al balcone e con la sua voce più lamentosa esclamò: — Giacomo! Giacomo! E lo ripetè più volte; ma Giacomo fugge in balia della feroce passione che lo trasporta. Allora nella egregia donna 1' amore vinse ogni risentimento, e, gittatasi addosso una mantiglia proruppe fuori di casa in traccia del suo consorte. Ella aveva percorso diverse strade, quando tra per la fatica, tra per lo affanno sentendosi venire manco la Iena, le fu forza sostare, e assidersi sopra il muricciòlo di un palazzo. Guardandosi poi attentamente dintorno conosce cotesta essere la dimora di monsignore Guido Guerra: levò gli occhi in su, e vide lume. Sapendo cotesto prelato familiare di casa Cenci, e di Giacomo intrinsecissimo, parve a lei che la Provvidenza l'avesse quasi per mano condotta colà; onde fattasi coraggio salì le scale, e, tenuto dietro allo staltiere, senza aspettare che annunziasse, penetrò nella stanza, e rinvenne Monsignore in compagnia di due uomini, uno dei quali le giunse noto, comecchè in quel subito non ricordasse in qual parte lo avesse incontrato: esitò un momento; ma poi, sospinta da smaniosa angoscia: — O Monsignore, disse, voi che per bontà vostra portate amicizia a Giacomo mio marito , delt! per amore di Cristo ,

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