Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XVII. - IL TEVERE 287 voi. Volete li commento al mio testo? Ebbene; eccovelo pronto. Donde vi vennero queste masserizie? Chi provvide questa copia di robe al vivere non che necessaria, superflua? — In questa casa, è vero, io vi lasciai la miseria, e vi trovo l' abbondanza; ma io vi lasciai ancora un' altra cosa, che vi ricerco invano, ed è il mio onore. — Ora non hanno a procedere dal padre la povertà, e la larghezza dei suoi? — Chi sono i castaldi che hanno mietuto per voi? Dov'è il forziere donde prendeste la moneta? Certo non erano del vostro marito. Come si chiama colui che provvede ai bisogni vostri, e di queste creature? Dove si nasconde il cortese, che prende cura di voi più che io stesso? Perchè l' amico della mia famiglia teme di svelare la sua faccia a me? — Giacomo, per onor vostro, pensate che voi oltraggiate 'una madre alla presenza dei suoi figliuoli... — Ma essi che cosa sono mai se non che testimoni, i quali v'incolpano peggio delle mie parole? — Un parente vostro ... e mio... mi sovvenne; io non posso palesarvene il nome perciò mi sono vincolata a tacere. Io mi sento donna da vedere i miei figliuoli piuttosto morti di fame, che pasciuti di vergogna. Questi sospetti di viltà non mi toccano, e vuo' che sappiate, o Giacomo, che io mi sento pura quanto la madre vostra, che adesso è in paradiso. — Ma e voi, contro la fede del vostro consorte che cosa potevate allegare, ditemi, tranne la perfida calunnia di una persona che nasconde il suo nome, e nonostante questo ricusaste credenza ai miei giuramenti, e alle mie lacrime? Ora come volete, che io chini la faccia alle nude affermazioni vostre? Anche a me furono porti avvisi segreti, e non pochi, ma a questi io non dava ascolto; sto ai fatti, che voi non negate, nè potreste negare. Ora io non dirò con quale giustizia, ma senno pretendete voi, che mentre ricusaste il giuramento del vostro signore e marito a smentire parole calunniose, io deva accogliere il giuramento vostro per giustificare fatti confessati ed evidenti? — Giacomo... di quanto io vi rimproverava ho prove manifeste in mano ; prove delle quali dubitare è impossibile.. , i vostri sospetti sono infamie... andate...

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