Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XVII. - IL TEVERE 285 incertezza. Per divertire, come poteva, il suo dolore ella prendeva,cgra straordinaria dei. figli; poco si allontanava da loro; lo infante recavasi del continuo al seno, e lo cuopriva con tale impeto di , baci, che quegli se ne 'spaventava e piangeva: ma troppo spesso le carezze dei più adulti, i sorrisi, ed anche il pianto del pargolo la trovavano col pensiero rivolto altrove, e talora eziandio, senza volerlo, le lacrime le bagnavano le gote. Quantunque persistesse a credere Angiolina prima radice del male che la travagliava, tuttavia, così persuadendole la sua natura generosissima, non rimetteva punto della sua carità verso di lei. Mentre così di pensiero in pensiero si tribolava, certa sera girò chetamente sopra gli arpioni la porta di casa, e allo improvviso comparve Giacomo. Non disse parola, non salutò; si assise alla estremità d'una tavola di contro alla moglie, coprendosi la faccia con arnbe le mani. Noi già lo vedemmo squallido, e male in arnese5, e non pertanto adesso,, oh come mutato da quello! Barba e chioma :scompigliate; lordo di fango il cappello; i panni sordidi, e gli occhi infiammati nelle palpebre, e cenerini allo intorno. Luisa si sentì a un punto spaventata, e commossa. Siccome vediamo ordinariamente accadere, che P attenzione nostra, sopraffatta dalla piena del dolore, si fissi sopra un oggetto particolare, e si affligga per questo più che per motivi generali, così ella, considerando le mani sordide e i manichetti sozzi, sentì gonfiarlesi il cuore di un sospiro angoscioso. Tolse pertanto il fantolino e se lo pose al 'petto , con la intenzione medesima con la quale il m,essaggero, là dove non arriva il stiono delle parole, mostra da lontano l' olivo., 9 ven t9la Ti panno bianeo in segno, di pace. Tutto questo non valse a richiamare l'attenzione di Giacomo il quale reputandosi tradito, piangeva, assorto cupamente, le speranze, la felicità e la benevolenza perdute. Levandosi a un tratto, squassandosi con le mani i.capelli, esclamò con voce roca : — A che sono venuto? Davvero, io non lo so.. T Se si potessero , gittare via dal cuore gli affetti come il carico dalla nave per iscampare dal naufragio!,.. ma se non se ne puù far getto, bene è concesso sradicare dal seno affetti, e cuore. Tutto può tacere in un punto, e taccia. -Qui mosse per andare.

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