Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XVII. - IL TEVERE 283 strazii sbadiglia, o ride; vivano o muoiano, oppressori ed oppressi, traditori e traditi, gl' imprigionati dentro una casa e gl' imprigionati dentro una città sono pari argomento di ludibrio per lui. Perchè, quando strisciavano nella polvere come serpi, a 'cui si rassomigliano per la insidiosa viltà, non: furono calpestati? Fu creduto, che P aspide avesse posto in oblio il maligno talento di offendere alla sprovvista il calcagno dell'uomo, e fu errore. Piacquero la fama gentile, e i modi magnanimi; e la fama venne conseguita, e i modi furono laudati, comecchè tardi. Si volle provare se cortesia vincesse tristezza, e la prova fu fatta; - e sebbene costi cara, sarebbe fanciullesca cosa lamentarne adesso la spesa. I Patrizii si mantennero quali gl'incise sul bronzo della storia uno di loro, che se ne intendeva: « nella prospera fortuna superbi, nell' avversa abiettissimi , « infami sempre » (6). O sacro Tevere! Prima ch' io; cessi di favellare con te, dimmi, chi mai vedesti errare sopra le tue sponde in traccia del cadavere di Tiberio Gracco? Forse il Popolo, pel quale egli era morto? La madre Cornelia venne sola, a chiedere che tu le rendessi il suo figliuolo. Popolo! Popolo! Anima -di sabbia. dove un perpetuo amore scrive senza posa, e dove la eterna ingratitudine del continuo cancella, dov'eri allora che Cornelia errava muta lungo le tue rive in cerca del trucidato fig,liuolo?- sussurrante nelle taverne della vile Suburra, fra le anfore di vino e i ceci, fritti (7). O cieco! e non. ti sei accorto per mille prove come la farfalla della Occasione non sia della famiglia di quelle, che si ostinano a bruciarsi le ale dintorno ad un perfido fuoco? Ella passa, e va via; 'ma tu, ò Popolo, non pure lasci passar via la :occasione, ma strappi la fiaccola di mano alP uomo mandato da Dio per illuminarti, e tu stesso gliene accendi il rogo dove l'odio, Che non perdona, lo condanna a morire. Il pentimento sopraggiunge a passo. zoppo, grinzoso in vista, con gli occhi ciechi dal piangere dirotto come le preghiere di ()- mero (8); però giunge sempre infallibile.., e quando arriva, a che giova? Le tue tarde lacrime ; o Popolo, hanno spento

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