Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

270 BUATRICE CÈNC1 Marzio accompagnò cotesti frati di cui lo strano aspetto era tale, da fare rabbrividire Cristo comunque crocifisso: tentò .ficcare gli occhi sotto al costoro cappuccio, ma non gli venne fatto di bene ravvisarli: mentre stavano per uscire, uno di loro, voltandosi per salutare col solito ritornello la pace sia con voi, lasciò cadere un largo coltello; il quale raccolto prestamente da Marzio, fu con gesto umile presentato al frate dabbene. — Reverendo Padre, vedete che vi è caduta la corona. — Figlio mio, il Signore non , vieta difendere la nostra vita dalle aggressioni degli scellerati; anche i santi lo hanno . fatto. — Sicuro! ... Perchè per diventare santi non importa mica essere anche martiri. All' opposto, Padre, invece di scandalizzarmi, voi mi avete edificato per modo, che io supplico devotamente la vostra Reverenza a volere ascoltare la confessione di certo peccato, che mi pesa su l' anima. — In qnesto luogo? Adesso? — Ogni momento non è buono per salvare un cristiano? Forse Gesù rispondeva a coloro, che si voltavano a lui, venite domani? Padre, non mi rimandate sconsolato; vedrete ella è cosa di pochi minuti; entrate in questa stanza terrena, e tutto andr4 4' incanto. . E così dicendo lo prese a forza per le braccia per menarlo seco, Il frate non oppose resistenza, e, avvertito il compagno di attenderlo alquanto, entrò con Marzio nella stanza terrena. — O Grimo, e' ti ho riconosciuto, sai,.. — disse Marzio levando risoluto il cappuccio al frate. — Ed io te, Marzio... come ti sei avvilito! Chi ti avrebbe creduto capace di ridyrti a fare lo staffiere„. — E tu frate? — Quali negozii ti chiamano qui dentro? — Te lo dirò; ma tu, come servitore in casa Cènci? . — Per ammazzare il Conte assassino di Annetta Riparella, la fanciulla di Vittana. — Ed io per ammazzare domani un certo Marzio, il quale penso che deva essere un po' tuo parente. — Me? — Come hai indovinato giusto! Ma io . I' ho detto sempre, che tu contieni più seme di un cocomero.

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