Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

'238 BEATRICE CENCI — Domani! • Ahi sciagurato! forse è giù tardi adesso. — Io non ti lascio... a te mi attacco come tanaglia infuocata... Via... via.., corri, ciò io ti tengo dietro. — Sia dunque come vuoi; andiamo con lo aiuto di Dio... - Insalutato il padrone di casa? - QUesta non è cortesia... gridò una voce beffarda, e al tempo stesso un gran colpo di scure venne abbrivato contro la persona di Guido. Per buona ventura lui non colse, ehè lo avrebbe fesso poi. mezzo; ma dette in pieni:i nel tronco dello alloro presso il quale si trattenevano- gli amanti, e lo recise non altrimenti che un giunco si fosse; rovinò il legno, e cadendo percosse, e disgiunse la mani per cui Guido e Beatrice stavano uniti, -7 Infausto auspicio di amore sventurato! Guido -fieramente commosso, non atterrito, errava tentoni per l' aere nero in traccia della mano di Beatrice, quando un fiero urto lo sospinse per Molti passi lontano, e ad un punto, un uomo gli fu sopra dicendogli con voce sommessa: Sconsigliato! fuggite, o siete morto. Io v' inseguirò per salvarvi .7. a poi a voce alta .7. Ah! traditdre , non iscamperai... a te,.. to' questl altra botta.., Per tutto il giardino confusi al fragore del vento si udivano gridi di contumelia, e terribili minacce. La voce stridula del Conte Cènci , come l' uccello di sinistro. . augurio, strillava continua: • — Carne!., . carne!... scannatelo come un cane... Guido correva stordito dal fiero caso: però, vergognando a un tratto di avere lasciato sola .Beatrice esposta alla rabbia del terribile genitore, sebbene improvvido del come poterla aiutare, si ferma, volta di repente la faccia, e. mette mano, alla spada; ma prima che l' avesse potuta cavare. Io raggiunge il persecutore, e gli dice; — A che state?. Per. dio, perchè non fuggite?. — E la donzella?... -- Vi è chi veglia • sopra di lei. Via ^: presto -.. voi non potete salvare lei, e perdete voi. E Io spinse contro la scala, che gli tenne ferma onde fosse piit destro a salire; poi menò un colpo così violento di daga. nel muro, che a lama

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