Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAPITOLO XIV MONSIGNORE GUIDO GUERRA. Quello amico Non chiama. Invoca un Dio, che l' abbandona E condanna a disperarsi. È desta, • E delira. ANFOSSI, Beatrice Onci. Pallida, pallida, bianco vestita con una lampada nelle mani, Beatrice rassembra una vestale compagna di Eloisa, che muova per la notte sotto le volte del Paracleto a piangere sul sepolcro dell' amica defunta — ella rade la terra con passi presti e fugaci come quelli della felicità nelle dimore dei figliuoli di Adamo. Depone la lampada sul pavimento, apre guardinga una porta, si guarda sospettosa dintorno, e si slancia nel giardino. Dove va a questa ora Beatrice Cènci, 1' animosa fanciulla? Forse a vagheggiare il volume dei cieli, dove Dio ha scritto . la sua gloria in caratteri di stelle? (1) 11 cielo è ingombro di nuvoli neri, e l' aria mormora inquieta agitata dallo incubo della tempesta. — Fors' ella scende per non perdere alcuna delle meste note di cui P usignòlo empie i silenzii della notte? Ma i tuoni squarciano i fianchi dello emisfero, e spaventano tutti gli animali che si stringono paurosi nelle caverne, o si appiattano sotto le fronde della foresta. La invoglia forse desìo del mormorare delle acque, che per la notte sembra un pianto arcano sopra le miserie degli uomini, — ora soltanto felici — ora perchì, in balìa del sonno fratello della moria

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