Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. X. IL CON VITO 169 Però , - miei nobili - amici, vi supplico a rispondere -innanzi a questa mia domanda: Se Dio, scongiurato tutte le sere prima di adagiare le mie membra sopra le 'piume, e tutte le fine aperti appena gli occhi alla luce - ardentemente, - lungamente per un voto, che sul capezzale lasciava , e sul capezzale io rinveniva : - se Dio che udiva la mia preghiera raccomandata dai Sacerdoti in mezzo al santo sagrilizio della messa, dai canti delle vergini sacrate, dalle orazioni dei suoi poverelli: - se Dio, dopo avermi disperato di concedermi ascolto, allo improvviso, per un tratto della sua misericordia infinita., i miei desiderii oltre la speranza adempisse, non avrei, dite, ragione di esultarne io? - Se così fosse, com' è certamente, esultate, rallegratevi meco perchè io sono uomo in tutta la pienezza della parola - felice! . . . • -- Beatrice - figlia mia - sorreggetemi... ho paura.... — Aiutatevi, rispose Beatrice a Lucrezia, come potete. . perchè io non posso... la testa mi va in giro, e tutti i convi- tati mi pare che nuotino nel sangue.! • — O Dio! o Dio!, soggiunse la Lucrezia, mi prendeil freddo nelle ossa come al venire della febbre quartana. - Immagino, nobili • amici e parenti, che voi tutti sappiate, e se taluno lo ignora lo apprenda, prosegue il Conte, - nella chiesa di san Tommaso essersi fatti da me costruire sette sepolcri nuovi di marmo prezioso, per lavoro -pregiati, 7 e poi pregai il Signore, che prima . di morire mi concedesse la grazia di seppellirvi dentro tutti i miei sette figliuoli; e finalmente votai, che avrei abbruciato palazzo, chiesa, masserizie e arredi sacri come un fuoco di gioia. - Se fossi Nerone, avrei giurato incendiare Roma una seconda volta. I convitati guardavano l' un P altro piuttosto attoniti, che atterriti; poi miravano il Conte, vergognando per lui. che si fosse lasciato prendere dal bere soverchio. 7 Beatrice teneva declinato su la spalla destra • il volto , -pallido come la rosa appassita che le pendea dai capelli. Il Conte infernale con maggior lena gridava: — Uno già ve ne ho sepolto: due altri a un,' tratto, la Dio

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