Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. VIII. - DISPERAZIONE 131 con, traboccante passione — l' odio del vostro sangue: ecco le vostre creature che •hanno fame, .e voi non le, sapete cibare di pane; eccole ignnsle, e voi non procacciate .vestirle: di me non parlo. La casa, che già vi fu cara, adesso v' incresce; rado venite, torbido state, presto partite, e non vi prende pensiero alcuno di noi, che fra le angosce vi aspettammo intere notti invano. . . — Luisa! l'anima,.che pcgtrebbe forse sostenere le vostre strida, non regge allo spettacolo del muto dolore della mia famiglia: -- io non posso sopportare la vista di -tanta miseria. Sposa mia, vuoi attribuirmi a colpa la soverchia tenerezza? — Dite, Giacomo la vostra lontananza profitta meglio ai figliuoli? Quando non vi veggono , piangono essi meno? La vostra assenza gli alimenta, li cuopre, li consola? Perchè lasciar me, povera donna, desolata, senza consiglio e senza soccorso? Non ci siamo congiunti per sollevarci scambievolomente? Perchè dunque voi fate portare la croce a me sola? - Luisa hai ragione; ma non troverà perdono presso di 'tela mia tenerezza, e, se vuoi ancora, la _midA pusillanimità? — Uomo finto, e crudele. . . la tua tenerezv za. ! ... la tua ptisillanimità! E dove consumi 13 pensione di tuo padre? — Ch' è questa furia? Non ti diss' io le mille volte, eh' ci me l' ha cessata, ed ora mi getta tre scudi, ora quattro come la elemosina al .mendico importuno? — Sì, eh!... la pensione ti ha tolta? Ti getta la elemosina di tre scudi o quattro! E le tue cortigiane, di', con che le mantieni? E i tuoi bastardi con che cosa gli nudrisci? — Luisa .tu deliri. . . — Oh! di me nulla m' importa, vedi, perchè io tornerò casa ,dei miei parenti; e t quantunque abbiano provato la fortuna contraria, pure w) che ffli accoglieranno di cuore; e poi a me nonyduole guadagnarmi, lavorando, da sostentare la vita. Non ti rimprovero la mia bellezza sfiorata, la mia ,gioentù logora teco: — certo esco da casa tua troppo diversa da quello che io vi entrai... ma che importa? Siamo fiori, noi altre donne troncati per gusto passeggiero ; odorati, e gittati via. Io non

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