Quaderni di cultura repubblicana

ha esitazioni: <<Chiunque sta contro l'Austria non badate a scrupoli, con quello potete con tutta coscienza star voi... >>. Rispetto al '48 le parti s'erano dunque inverti te: ora era Mazzini a r imanere solitario, in una fiera ma sterile posizione d'intransigenza; quanto a lui, si era convinto che << li armati e liberi possono accettare la guerra o possono ricusarla. Ma i popoli inermi e prigionieri ... devono abbracciare qualsiasi opportunità. Se non possono avere la guerra per la libertà, è bene abbiano la guerra per la guerra »: e perciò accoglieva con gioia anche la guerra dinast ica dd Piemonte. All'indomani di Villafranca rinasceva asprissimo, come dopo le cinque giornate, il conflitto fra moderati e democratici. Cattaneo, che aveva dovuto di necessità accantonare la pregiudiziale repubblicana , si batté tenacemente perché il nuovo Stato nascesse su basi, almeno moderatamente, federali. Ma era una battaglia il cui esito era scontato in partenza. Se anche la classe dirigente piemontese avesse acceduto ai!J idea di un più o meno moderato decentramento amministrativo (e in seguito ne ebbe per qualche tempo la tentazione) si sarebbe trattato appunto di « decentramento », e non di autogoverno: sarebbe mancata la comprensione del valore creativo autonomo dell'iniziativa locale, esercito e burocrazia sabauda non avrebbero potuto non essere, come che sia, scheletro e connettivo del nuovo Stato, e con ciò stes~o si sarebbe annullato in pratica anche quel poco che si fosse ottenuto sulla carta. In ogni caso. non si ebbe nemmeno quel poco. Del nuovo clima Cattaneo non tardò a disgustarsi: << Negli impieghi regi e ovunque è ouesta gente io sono impossibile », scriveva ad un amico. Candidato, contro la sua stessa volontà, nelle elezioni del marzo 1860. è eletto in tre collegi ma non si sente di affrontare « da solo e affatto inesperto, un'assemblea dove sono a centinaia gli uomini se non tutti lealmente persuasi. certo irremovibilmente legati ad un 11

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==