Quaderni di cultura repubblicana

be tratto origine il Partito repubblicano italiano. La stessa funzione fu esercitata, con maggiore consapevolezza, con maggiore spirito unitario e con più serena sistematicità, da Giovanni Bovio. In Mario persistono punte polemiche e forti parzialità di corrente, ma fu lui ad operare il primo collegamento delle due componenti, la mazziniana e la cattaneana, che coabitavano già nel suo spi rito. Nel 1878, quando il circolo «Quadrio • di Genova lo nominò socio, egli rispose al gesto fra· terno dei mazziniani con un discorso intonato alla conciliazione delle polemiche e all'unificazione degli sforzi. A questo movimento unitario, che si andava formando, Mario raccomandava la volizione del progresso, senza mas· simalismo o illusioni di perfezione: • Il progresso •, egli diceva con Cattaneo, • si disegna tortuoso come il corso dei fiumi, il quale è pure una transazione tra il moto dell'acqua e l'inerzia delle terre •. Ciò non vuoi dire senso del compromesso, che anzi in Mario mancava, ma vuoi dire senso della gradualità e con· sapevolezza che la nostra azione non può esser la sola a incidere sul risultato generale degli eventi, nel quale si combinano con i nostri anche gli sforzi degli avversari. Questa valutazione, filosofica e spassionata, dell'immancabile peso degli altri, lo aiutava a teorizzare il funzionamento della democrazia: « La macchina rappresentativa si muove mercè l'alterno ufficio di due forze, una impulsiva, l'altra repulsiva; una determina il movimento, l'altra lo tempera •. Ai repubblicani toccava appunto esercitare la forza im· pulsiva, determinare il movimento, ma egli non voleva che credessero nel fal so dogma di un eterno c lineare progresso non ostacolato da remore o resistenze, non voleva che cadessero in un'ideologia deterministica, foriera di ingenuità e fanatismo, perché è pericoloso credere l'avversario sem· pre spacciato dalla storia e condannato, prima che vera16

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