Ignazio Cantù - Gli ultimi cinque giorni degli austriaci in Milano

Ora aLbiamo diritto di collocarci al di sopra di tutti gli esempi che offrono le rivoluzioni moderne, c l'avvenire fàrà giustizia al merito nostro. Alla vittoria det popolo di Parigi giovò nou poco ]a scuola antcri0re ; 1'ottantanove e il tr enta agevolarono la risurrezione del quarantotto. .Il continuo uso dell'armi ne aveva già da ragazzi insegnato loro il maneggio. Al trofeo del Parigino prestò non poco un affetto che non muore mai se anche talvolta s'allenta! Erano Francesi che dovevano lottare coi Francesi ; tra Ja spada ed il petto venivano quindi a frapporsi care reminiscenze, palpiti di fratelli, sentimenti di cuore, coinunanza d' interessi, identità di ambizione! Noi nulla di tutto ques to: da sei lustri disavvezzi dall'armi; i piLt a{fàtto nuovi ad ogni idea di guerra; non legami di patria fra oppressi ed oppressori , uon memorie che dolorose , non sentimenti che d'odio, non parentele che poche e dalla nazione maledette; nemm'eno la possibilità di trasmetterei un solo degli affetti coJl' intelligenza reciproca della favella; ecco la nostra condizione. Eppure ogni ostacolo l'abbiamo superato e Ja vittoria fu nostra! Viva Milano ! e questa parola , che per nobile orgoglio ci esce or dalla bocca, sarà tra poco il grido universale di tutta l'Europa! Viva Milano!

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