Ignazio Cantù - Gli ultimi cinque giorni degli austriaci in Milano

~2 Con loro la moltitudine precipitò al pal:w:o di governo, in una di quelle attitudini che addirittura risolvono. V uccisione di due granatieri ungheresi di guardia, lo spogli:11uento c disarmamento d' altri iniziarono quella hell' era che gli Austriaci segneranno negli annali .della loro storia. Il palazzo fu invaso c disertato, salva ogni pwprietà don1estica, ma distrutti sull' istante tutti quegli eterni documenti dei quali abbiamo noi dovuto risentire per tanto tempo le conseguenze ( 1) . Chi può, si salvi, questo avevano fatto i consiglieri del governo: ma O' Donell , capo in assenza del conte di Spaur, dovette rimanere al suo posto. Rinchiuso , non voleva discendere a patti colla moltitudine, finchè in mczw al rimcscolamento comparvero, rispettati , applauditi, l'Arcivescovo e l'Arciprete Opizzoni, alle istanze ed assicurazioni dei quali accondiscese d'uscire. È facile immaginarsi la situazione d' un uomo che si vede tutta contro lui una popolazione sommossa. Uscì impallidito e tremante, dicendo : Farò quel che volete l quel che volete ! u Abbasso la polizia ! guardia civica ! re· plicò il popolo. Sì, abbasso la polizia ; sì , Ja guardia civica, soggiunse il magistrato. Lo vo- (t) Vedi allegato D in fine.

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