Ignazio Cantù - Gli ultimi cinque giorni degli austriaci in Milano

I q era un darsi mano e consiglio a vi~enda_, _un ri_- cambio soave del nome e del sornso dt h·atella, un dichiararsi tutti figli di Pio. . . Il' ' t' Improvvisata su Istante qucs enorme rt· voluzione, nemmeno i più antivcggenti avevano potuto sottrar nulla allo sbaraglio quando il popolo avesse voluto bottinare; ma nulla, nemmeno un'inezia fu levata più in là di quello che era necessario pel santo scopo dell' indipendenza. Viva Milano ! La polizia, nome tremendo e abborrito in Lombardia fino al mezzodì del 1 8 marzo , cioè fino a quando essa continuò acl essere quello che di più subdolo umiliante, i'mrt10rale poteva intènde_l'si, divenne una nobilé istituzione appena i cit· taclini pensai'ono di incai'Ìcarsene essi, e sostituiroho ai modi impet·iosi, alle asptez.ze e vigliaccherie dei poliziotti , . dei commessi , dei bargelli e dei Balza, i loro·modi urbani e cortesi! Essa divenne la tutela del .cittadinò e della proprietà. Era pur bello vedel' l' ordine subentrato al primo disordine; come a gara correvano ·a scompartirsi, ad aiutarsi nelle incombenze, a raccomandar moderazione, giustizia, a far che tutto fosse rispettato. Potrei ·acl.durre molti fatti d'uomini che nell'invasione d'un ufficio, d'una caserma, mentre gettavansi sui tncJbili, sulle carte , pronti a farlle ·coll' cstèrtninio un segno tl' allegreiza, ristettero fermi, contègnosi al grido d'un basta che uscis-

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