Volontà - anno XI - n.7 - luglio 1958

non è nel costume tenere conto di qneilla grande \'erità. Nella nostra i,ocit>tà la violenza è esercitata in grande stile, sia attraverso le guer• re, sia allraverso lo ~frut1amen10 e -l'oppressione della 1>iccola minoran• za di privilegiali che ha in mnno potere, ricchezza e strumenti di pro• duzioue, sulle moltitudini. Non c'è, <1nindi, da stupirsi che le gangs di <1ucEti delinquenti minorili rispec. chino rorganizzazione degli adulti e che anche in esse viga la legge del– la ~iungla. Ma anche la famiglia è ~otto ac• cusa in questo fenomeno di travia– mento dei giovani. La vita moderna obbliga i genitori a lavorare fuori di cnr:11per cui i <·ontalli con i figli sono 11cmprc meno fre<1ucnti. Essi lavorano per necessità ma, a volte, anch<· per il superfluo, convinti di fare la felicità dei loro fi~li procu– rando loro giocattoli, svaghi e da– naro. Certi padri sono piìi pronti a regalare magari l'automobile ai fi. gli che un poco del loro tempo per cercare di capirli. Helcn Parkhursl, scrivendo su cc I lurbnmenli dei ragazzi )) 1 , rncconia che una madre, divorziala dal mari– to, per regalare al figlio un treno c– lcll rico come quello che possedeva Salvalorc, il figlio del suo vicino, a– ve,•a fallo un grande sacrificio. senza 1>eròfare la folic.i1i1 <lei suo ragazzo. Quc-sti « no,t de:1:idernua cs.,erc come Saluatore, ,ti, desiderava possedere tutti i giocattoli che ar:ei·n,w fdtri bambini: quello che desidernuf1 era « .<11e11tirsi » come Saluatore )) avere, cioè un padre <-he fosse a easa sua 1 Sr110/n e t:ittà, n. 7•8. Fittnu•, 31 ago- 810 19S7. tulle le f:ere e che vi,cs..o:clì con lui e con lui andasse a ;1pa!lso la dome• n.ica come faceva il padre di Salva– tore coo suo figlio. E <Juaodo S.P. chiese a <1ue.stora– gazzo di dodici anni, che usciva dai quartieri più miserabili, che cosa ern la feliciti,, c~li rispose: (< io non credo rhe un bambino piccolo sap• pici che cosa è fo felicità, pere/ii!. un bambino è troppo piccolo per capi– re ... E' ww. cosa difficile ,la dire. E' difficile ,la spiegare, percl1è la feti. cità non è proprio ltn(I cosl1 grossa ... è ogni cosa, qualcl,c rosa che fa la mndre o il padre o la famiglie, - un mucchio di piccole cose - e queste si (lggiungono l'una alt(lltra, e flln• no, tutte insieme, un muccl,io di fe• licità ». M:1 le « cose >1 che s.i ac<1uislauo con il danaro non possono mai com– pensare la carenza degli affetti fa. miliari, la mancanza di uu padre o riempire i vuoti della solitudine di cui può soffrire un bambino. Recentemente E. Emanuelli, in una sua corrispondenza dagli S. U. i-crivcva che in <111el paese si è perso !"arte di essere nonni. I genitori che alla sera vogliono uscire per diver– tirsi, affidano la custodia dei loro ra– gazzi ai baby• litterl. giovani gene– ralmente s1ude111i, (•hc. per guada– ~narsi un 1>oco di danaro, accettano di ri111:111ere nelle cas.e duraule l'ai,. senza dei genitori. Molti genitori di Ojrgi potrebbero ~iu5tarnente clirc, parlando dei loro figli « questi nostri ~conosciuti», tanto è grande !"incomprensione che csii-te tra gli uni e gli altri. Ed è– quest'incomprensione che è spes~o cnm::1 delle foghe, dei ~nicidi e dei tanti aui antisociali della gioventù. E' ormai certo, però, che la delin- 393

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