Volontà - anno X - n.6 - 1 febbraio 1957

ziali e ricreative, nei luoghi del la– voro, nelle banche, nelle industrie, nell'arte ed altrove. Ci stupiamo di vedere molto spesso sui nostri quo• tidiani l'imagine del Capo d'ella Chiesa che comizia in piazza S. Pie. tro davanti a folle oceaniche (oh! rkordi di tempi che furono), dettare direttive io tutti i campi dello scibi• le umano cd in quelli della poliù– ca, dell'economia, della morale: o di sapere che le supreme gerarchie ecclesiastiche danuo ordini e mioac. ciano scomwllche durante le campa– gne elettorali e che tutte le parroc– chie d'Jtolia sono mobilitate in quel– l'occasione per assicurare iJ trionfo della D. C. Ci pare impossibile, in tempi iu cui si parla tanto di demo– crazia e di libertà, di leggere sui no• stri giornali (la notizia è di questi giorni) che una insegnante è stata tras(erita pcrchè ha detto ai auoi scolari che chi porlo i regali ai bam• bini, a Natale, sono i genitori e non il bambino Gcsi1. Ci stupiamo e d indigniamo che per sbrigare certe prntiche puramente amministrative sia più focile passnre attraverso la parrocchia o il Vaticano, o.nzichè per i rispeuivi uffici competenti; che sia necessario il certificato di buona condoua o la raccomandazione d'el prete per avere un lavoro o un sus– sidio o per emigrare. E vergogna nncora maggiore, è che in un paese, dove si sa che c'è tauta gente senza casa, e altra che muore di fame, ci sia un governo che approvi unn leg– ge che affida allo Stato lo costruzio• ne di nuove chiese (cattoliche) con alloggi per il parroco, con palestre ecc. per diecine di miliardi. Ci stu– piamo d.i tutto questo e d_iben altro ancora. Ma se la Chiesa è oggi tanto po- 306 lente, se il suo Capo, dal suo trono di Roma, pare rivendicare la prete• sa di un dominio assoluto augli uo– miui, lo dobbiamo agli Accordi del Laterano dei quali ogni a.uno 1'11 Icbbrnio si festeggia la ricorrenza. Mussolini sapevo che poteva go– vernare, servendosi della forza, an– che se aveva contro di sè wu, gran– de parte del popolo italiano. Ma sa– peva pure che non avrebbe potuto governare mettendosi apertamente contro In Chiesa. Perciò fece una politica di concessioni nei riguardi della potenza rivale che gli conten– deva il suo dominio sugli italiani. Fece rimettere il Crocefisso nelle scuole e nei luoghi pubblici, aS&Ì• curò la riuscita dell'anno del Giu– bileo e si vantò di avere ridato stile al matrimonio e di avere proteito le processioni 1 • Si ricordava il detto di Napoleone (cioè di uno che era sia• to tutt'altro che tenero verso la Chie.• sa): essendo d'accorcio con il Papc, si domina ancora. oggi la coscien:a di cento mii.ioni di uomini. E Mussolini voleva dominare sugli italiani. Mu senllvn che dopo dicci anni di vita del suo partilo e sette di governo, il suo regime non aveva la stabilità e il consenso che egli a– vrebbe desiderati. Un pano tra il suo governo e la più alta autorità ecclesiastica sarebbe stato un ricono– scimento, da parte di quest'ultima. di un regime che si era imposto con la violenza ed aveva fatto t11bulara~ sa di tutte le ideologie. Ed avrebbe 1 Tulle le citaz:ioni in cors,vo sono pre– se dai due dtseorsi ('be Mussolini fece il 14 e il 21 maggio 1929 alle due Camere augli Accordi del Laterano.

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