La Voce - anno I - n. 19 - 22 aprile 1909

Caratteri. Il sollloqulo di don Abbondio. J• ne crai11t riea fon lu dangien. R.UIKLAIS. lo sònt'l don Abbondio letterato e come mini– stro dello Spirito dovrei difendere lo Spirito: non e' è dubbio. So meglio di chi si sia che i don RodriJ{hi e i bravi della cultura l'umiliano ogni giorno e lo mitmccian cli fucilate, ho \'is10 spesso che i lanzichenecchi del Kiornalismo lo 'i\'aligi:rno e ci fan sopra i loro bisogni e non ignoro che molti innominati e innominabili cer– can cl' ,1,;;;.n<,silmrloa tutti gli s,•olti della strada. Padre Cristoforo che è un poet:i. e 1111 esaltato mi predica sempre che è un \'itupcrio rcstnr con le mani in mano n contemplar senza muo– ,er~i i delitti dei ciarlatani e dei ribaldi, e lui i>cr il primo mi dà a ogni po' esempi eviden– tissimi di coraggio. lo l'ammiro e vorrei far come lui, ma 11011 posso. Penso: Pnclre Cris10- foro e 1111 frate e non hn bisogno di nullrt: Pndrc Cristoforo c:mta per sè e per le muse e non dco;idcra recensioni. lo invece sono un po\'ero nutorello che l;1Voro per "iverc e se ciò addosso alla canaglia, la cauaglia mi !-lirivollerà contro e mi sterminerà. Il professor A, il romanziere B, il critico C, il dramm:llurgo O, sono delle per– '¼>nc poco pulite e per cli più degli imhecilli, chi può negnrlo? ma come fare n dirglielo in faccia? Sono amici fra loro, sono amici cli tutti i direttori di rivi'itC e cli giornali, hanno un ascendente sugli editori - son di balla. Da un giorno nll1altro 1>0sson chiudermi tutte le vie, pos~n fare contro di me la conJ.:iura ciel silen– zio: e nllora? Certo, lasciandoli fare divento loro complice. Tanto t: ladro chi ruba che chi para il ,:i.eco-dice il proverbio, d'accordo; ma <111andomi fosse toccata una schiopJ:>etata nella :•chicna. Dio liberi, l'arCi\'escO\'0 mc la le\'e• rebbe? - Eh ! le schioppetate 11011si danno \'ia come confelli - lo dice anche Perpt:tua, - tut· 1avia come fare {IUanclo 11011 i;i nasct: con 1111 cuor di leont:? li mio po' di veleno in coq>0 ce l'ho anch'io, lo so bene! ma ma .... Insomma io preferisco rodermi dentro e la– -.ciar fare il fanfarone a Padre Cristoforo. A1rntt:-,;Go So..-i.·1c1. LETTERETRIESTINE V. I rloraall. Mi siedo al tavolino d' \111 caffè e domando al cameriere i giornali di Trieste. Giornali, non sorbeui: ma egli come se clice.,se: limone, fragola, panna .... , mi tira giù una lunga filza di nomi cosi lesto che è un miracolo se io posso dedicar loro un minuto secondo di giudizio in– terno: Pirt:olo, Pirrolo della senr, ludipeudtwle, L«z•oralvre, l•.:nmnrij>a::io11e, Adriatico, (C comc– una zucca conservatrice per far galleggiare una ,unbizione personale), Osserva/or,- lriesli110 (la ):"aaetta ufticiale, e la più vecchia cli Trieste. Tanto basti.), l'odt1 del dia.•olo (che vi pare cl' 1111 Mefistofele che si traveste da nazionalista per la lotta elettorale, come certi mori in frar per attira:- gente al cinematografo?), I:."dhlosl (potrei dargli addosso se conosce~si lo slavo) 'frirsltr Zei/lmg e '/riesler 'lt,gblt,/1 (fatti per il 6 ¾ dei triestini), Amico (i preti sono assai poco forbì a farsi rappresentare da un foglio co!>istupido) ..... Il cameriere continua ; ma io I' arresto spaventato : Non nrnni,:io a lista ! A lab/t• ti' hdl<': cibi fissi ! Pirrolv, l11dipe,1dc11/e,l.«;,•or«tm·r, Em«11ripa– ::io11e: le quattro gambe su cui :i.i regge la co– moda tm·ola dcli' opinione pubhlic-a triestina. Leggiamoli, perché mi son proposto di illimpi– dire pili che mi fosse 1>0ssihile ln vista italiana ,u Trieste. E prima di tutto i pili simpatic.:i: gli organi dei nostri partiti. Tnle :,arcbbe l' l11dij,c11de11/e se la 1>arte liberale, b11t1atasi fra le braccia del Pirrolo che è un signore potente anche sulla fama, non lo mantcne;;;se per r>unto cl' onore come certe donnine pietose il loro primo amante. Anche il Lat•onr/ore del re-,10 per esser ,·era– mente organo robu'itO del partito socialista ne cloncbbe m·er il co11scntime11w. E invece ~uc– cecle quello che in qu:'l!>itutta Italia: i i;ocialbti amano poco i loro gionmli che non possono dar notizie a getto fresco e continuo; come i monelli del villaggio non appl:wdono alla sora sposa ri\'erita se non sparpaglin confetti a piene mani. Ma i triestini Poi fparlo dei socinlisti, non piì1 dei monelli) il cui pensiero non può esser espresso nè.dall' Ar-anli l nè dall' ,-lrbrilt:r 7.d/,mg– avrebbcro dovuto fan: nwlti sacrifici prima tli lai;ciar i;tagnare in biseuimanalc il loro cotidia– no. 1n,·ece lasciarono che si -,acrificassero in– ,·.1110 i migliori per poi ricompen.,arli cl' in~rn– titudine. LA VOCE Pure il l.m•o,,aton:, nnche ,;e di autorità smi– nuita, è importante come tribuna di minoranza fin pochi anni fa trascurnta. Conta al -;uo attivo delle belle viuorie. È scritto più italianamente di tutti gli nitri gi,miali perchC è diretto da un regnicolo: Lanza, un vero giornalista, educato carduccianamente alla ba1taglia: ma 11011 alla comprensione limpida - quanti in Italia? - delle nostre questioni etniche e nazionali. E 1>0ichè gli occhi elci partito non ci \'eclono neanch'essi chiaro, il l.uvoralore ~pt:sso barcolla tra il prog-rnmma cli Bruna e la realt.\ idea\i– J.;tica, come un ebbro a zig zag per le \'Ìe. Ema11ri/>a=io11e: rtpubblicana. Per quanto le si possa dar la berta per il tono cli propagan– dista eia qnnresima provinciale, per lo stile in– tmnidilo di parole-casse di risonanl.t, e per le sue dimostrazioni cosi ricche, e cosi spesso. di scolasticismo ignorante, si sente in lei sola dei nostri ),{iornali l' an~ia bollente cl' un entusiasmo, la fede cli unn gioventù. In lotta contro l'indif– ferenza. E ora tocca al Piuolo il turno. E lungo : l'ingiustizia della gente che lo legj:,e di pili e senza discuterlo mi obbliga a dedicargli molta critica. Ma prima una \'irtù naturale cli tu//« la nostra stampa: mantiene sveglio il ,en,o del- 1' italianit:",. Apprendt:re Oj:'ni giorno che cosa ;:;uccedc nel mondo tra\'erso non solo la lingua ma lo spirito irnliauo t: per chi 11011 leRge libri impossibilit:\ di sperdere nelle contingenze da noi etnicamente ambi!_{ue cieli' indu.,tria e del commercio l'insegnamento primo della scuola. Per di piì1 i nostri giornali - escluso I' l11di– pe11de11le che è letto solo, si può dire, a Trieste - irradiandosi dalla vita della rill<t italiana neì 1,aesi e nelle borgn1e italiane, nutrono le anime campagnole dei convincimenti nazionali svilu1>· 1>atisi in ;imbiente più frwore,·ole ad ampia comprensione, e le armano dello slrnmento in– flessibile dei falli : danno alla noslra n:1Zionalit:'i di"is:i. e sminuzzata un respiro concorde, largo. Respiro cli TriestE-, però: che t! regolato da condizioni e preoccupazioni non puramente ita– liane: questo t! il male nel bene. Mi spiego con un e'-empio: il Pirro.'o, che 1>er la sua mnggior diffu<iione ha maggior me– rito in c1uesto :\llacciamento delle provincie no• stre, impone un ti1>0 cli pensiero e cli forma triestinamente italiana. Un regnicolo colto sente !-ubito che esso, come tutti noi. manchiamo nello scrivere cli quella spigliatezza serena che (: nel snngue della lctteraturf! it.,liana e che nes-.uno studio amoroso di classici può infon– dere. Quasi sempre:, anche se tentiamo di rom– perlo in periodare sbuft3nte da locomotiva al– pestre (parlo di me). il no'itro stile è 1:>eso. È plasmato sulla convenzione letteraria, non ani– mato dalla ,·itn. Un giorn,1le che volesse ,·era– mente educarci dovrebhe esser scritto da italiani del regno. ln\'ece il Pirrolo è sintesi perfetta della triestinità stili,tica, come Stenterello as– ;:;omma l'anima vostra, fiorentini. E incombe su di lei: non ammeuendo le eccezioni indivi– duali. Così il Pirrolo la cui redazione e ancora allo stadio di governo :'lssolulo. 1 tanti chilo- 1,mumni cli piombo che occorrono 1:>eril suo corpo corris1,ondo110 ai tanti di idee che for– mnno la vita ciel suo spirito. Si fondono: il ~iornale d' ogg-i è prouto. Si rimpastano: il 1,,!iornaledel giorno do1,o è pronlo. Mai un piz– zico di altri ingredienti . .\lancano le note squil• lnnti dei colori individuali : alcune corrispon– denze - rari mrnles - sono firmate, è vero, ma rim:i.ne il dubbio se non forse In reclazione non potendo controllare l'e<;;at1ez1.ndella notizia 1>referi,ca lasci:trne la re-.ponsabilità ali' infor· malore. Il resto è anonimo: ed C terribile come la mancam:n cli llr111;1liberi l'individuo dal• l'impegno morale cieli' OJ>inione e della serietà. Non parlo del l'iaolo della senr che non è, come ,i potrebbe credere, una 11.~ edi1:ione del Pirrolo. Fratelli : ma di carattere cli,·erso. Si compen'iano reciprocamente le virtù e i difetti con clifelli e virtù. Siccome il Pirrolo è ricco di telegrammi, c1uello della sera è di sforbicia– ture: pennacchi s,·olazzantì intorno al nocciolo che ;:;0110 gli articoli firmati. Spesso buoni. Sulla schiena porta però con I' « Ultima ora • lo sbr...:ndolo a cui si riappiccica il fratello mattinale. Che m·endo bisogno a ,ua volta di ,chiarimenti e commt:nti è soccor,c, dall'altro: sicché, J>er il riatrncco ininterrotto, a gu:ud:uli amorevol– mente -.emb1an come tanti bnllcrini di,;painti che il mae-.tro cli ballo conduce in gran rondò at– torno per la ,;ala. Ed c,,i stringendosi le mani in catena, la -,inistra nella destra del precedente, marciano ordinati ~camhiandoc.i di ,traforo pa– roline t· o;orriselti. .\la li tmi~ce a11chc qunkhe cosa di più im• portante · la collabora,done di Sih-io Benco. Pcrchè, non so ..,1: , i ,it't<: .accorti. il n0!,tro più forte -.criuorc ,; è ... triplicato nel romanziere e 110\·ellil.'re,nell' articolbta del Pit·rcJ/(1ddla sera, nel redattore del Pirrolo. Tre grndini d' indivi– clualità in ordine discendente : mi dispiace di non poter 1>arlare qui della più alta. Sil\'io Denco ha saputo, quasi unico pubblicista d'Italia, difendere il suo libro dalla corrosione terribil· mente acida cieli' a.-ticolo. Dopo aver giocato a tric trac con le :tttualità nell'osteria giornali– stica indossa abiti curiali e imperiali a parlare con i suoi fantasmi più belli. .\la il redattore del Pirrolo invece ha rovinato l'articolista del Pirrolo della sem. Benco s'era :iddestrato allo svolo libero nell' l11dij,c11dmle firmando nello pseudonimo la sua \'Olontà : Falco. I paperi l'addomesticarono. \"ia \'ia, come nel torchio è franta prima la buccia e poi i vinaccioli, fu diffi– cile do1>0 c1ualche tempo riconoscere il suo ca• pocronaca dagli :-iltrui, 1>0i fu triste non tro,·ar differenze tra il suo articolo firmato e il ca1>0· cronaca anonimo. Attrito smui;satore di angoli indh·iduali quell:t cosa informe che è il « pen– siero redazionale • quando fa da czar come al Pirrnh, ! : Silvio Benco, un vero critico d'arte, ma spirito c1uasi ottimo cli giornalista critico, i;' adatta inconsciamente - anche forza1amente - ali' icleuccia superficiale. Deve scrivere 50 articoli firmati ali' anno, oltre tutto il la,•orio oscuro di redattore capo: e non è un ingegno di natura largamente fecondo : si un autodidatta artista come mai Trieste '-ep1>e esprimere, che ~tudia l'inglese per leggere Shakespeare; un uomo che 11011 fa confere111.e se non ha vera– mente qualche cosa da dire, e a questo <1ualcosa abbia dedicato una profonda preparazione : un giornalista che comprende la vita e sa domi– narla nel suo pensiero. l'erciò la mia J.:rancle ammirazione s' intristisce come ,,ede la sua personalità giornalistica decadere continuamente. lo vorrei che S. Dcnco fosse il segno della forza gio\'ane di Trieste : e invece come certe cor– renti cl' acqua dolce quando s' inoltrnno nel man: .... Ma il l'irro/o non è salato ... oh no ! E un coso quieto e serio in tutto. lo ho visto una volta un ip))Opot:i.1110 che è un coso serio anche lui. i\la non s'illudeva di saper ballare. Al con– trario per esempio la polemica del Pirrolo è figlia diretta di questa illusione. Strano : in un'epoca tanto morale in cui le persone per l>cne si scazzou;i.110 solo, ma molto, sulla carta, il Pirrolo che è 1111 giornale innegabilmente m1- tore\'ole, non hn saputo com1>rarsi un buono scazzottatore. Se dunque qualche a\'versario - il giornale gociafo,ta specialmente - lo costringe a mettersi in guardia e a schermagliare, esso, abbia o non abbia rngione, tira cli quei fendenti così aerei o gioca cli finte cosi inconcludenti o \'a a fondo proprio quando dovrebbe far due salti in dietro e rimettersi in posizione, che uno. magari suo padrino, 11011 fa neanche in tempo cli torcere il collo per non slrnfforgli la sua ri– sata dritta dritta sul muso. Però bisogna riconoscergli ricchezza non CO· mune d' informazioni. Comprendere nella Trieste terra terra cli 20 anni fa che occorreva spendere dieci corone per venti liuee di stampa (: fatto che caratterizza lo spirito geniale cli Teodoro Mayer, il creatore e proprietario del Pirrolo. L' ammi– razione che fin da ragazzo sentii per questo spirito s' i: accresciuta come lentamente conobbi i pnrticolari della lotta da esso sostenutn per esprimersi nella realtà: l:t storia ciel Piccolo. :\layer una trentina d'anni fa lo ricordano \'en– ditor di francobolli per collezioni. Oggi è pro• prietario della Slt/t,11i. Se si \'Olta indietro de\'e pro\'are come la gioia cl' un miliardario. 11 ccn• tesimo fondamento alla sua fortuna fu l' luevi– labile, un fogliettino cli rérlame che distribui– \'ano ,f!ralis per le strade. Poi venne il Pirrolo: cosuccia esile che rinserr:'l,n In superbia del suo !>0gno in un rannicchiamento insinuante cli mo• destia e penetr;wa con mos'-ettinc ingenue come un gattino, sen1.a far:si scorgere dagli occhi di g,1fo del 1>rocuratore di Stato, nelle consuetu– dini cittadine per clistencler~i sempre più spa– ziosamente in loro, in modo che 11011 il titolo fosse simbolo cl' aspirazione s,•ergognata dalla 111eschina reall:\, ma essa -;tc..,-;acontenes-.e nel perfezionamento cotidiano l'aspirazione e s' au– mentasse cli valore per il continuo raffronto con la sua piccola origine. i\la) cr comprese C'he Trieste non potendo leg~cre i giornali tedeschi perchè è i1aliana, e non gli italiani perchè il traghetto oltre il confine co~ta tre centesimi per 11110, ave\'n bisogno d'un iiornale triestino: par niente. ma quc<,ta intuizione fece di ~layer un riccone. I .a riccheua: e siamo ne.I C'ampo morale. Re• !>tiamoci : ma chi cle,iclera-.-.c bearsi con i par– ticolari della 3loria esteticamente splendida del /'irrolo si 1>rocuri da lui il numero straordinario festeggiante le :-,ue noae d' ;1rgento con la \'ita. l'roprio d'a,'J!'t'III. E io :i.cnto di deturpare tutti questi miei bei periodi J;,udativi quando penso che il Pirrolo non i: che un' a1:ieuda conuncr- Bibloteca Gino Bianco 75 cinle che h:i sapu10 sfruttare con mezzi simpa– tici o antipatici varie 1enclenze del 1>ubblico. Per esempio quella, antipaticissimamente, del «- ba– bezo • : fa da cian:i di Jlaesuccio. ~on ,., è fat– terello o fatt.,ccio che esso 11011 sappia sbatter tanto da dargli il volume della panna montata. E noi, genere umano, ne prendiamo ,·olentieri scorpacciatt cli panna montata : massime se profumata con un 1>0' cli essenza libidinos.,. E il Pirrolo ci ha unn certa sua boccet1i11;1 sempre stapp.,ta per l' occao;ione. Sua gpecialità paten– tata però sono i processi : forse rammenta che da uno di quasi 20 anni fa terminato con im• piccagione prese l' awio per la sua cors.'l. E proprio in questi giorni annunziò per gli albi della ciuà e 1>ubblicò quattro edizioni perché Trieste Potesse seguire ora per ora un \'0lga– rissimo dibattimento 1>er assassinio finito con una condanna a morte : do1>0 essersene creato tempo fo l'ambiente di curiosità barbara con indagini e notizie e i1>otesi e commenti che riempirono cli schifo l'anima cli ogni 1ettore sano. E notate: non si può ammettere che il Pirrolo abbia bisogno cli questi mezzi per con– servare la sua corona imperiale. Un altro sfruttnmento: del sentimento nazio– nale : più simpatico in principio, e ancora a prima \'ista. Quando nacque il Pirrolo il partito liberale nazionale cerca\'a di purificare la co– scienza cieli' itnlinnit:\ cinadina clnl grigiastro sporco cli conservatorismo. E il giornale fu ac<1ua pulit:t a ln, 1 arla perchè non si vendette al pm1ito. Chiara abbast.'lnza : eia t111ando, pa– gata la cauzione cli dodicimila corone, potè par– lare cli politica senza "elnrla, co111e prima, di descrizione della nntura. Ma fu sempre infor– mato eia un'anima cli italianit:\ cosi burros.'l che le forbici della censura non \'Ì posson quasi mai far presa, e che la colonia tedesca se ne può impiastriccinr il viso senza timore di mutar tinta alla 1>ellc. È uno rlegli infiniti sudditi della dea tiratura, non cieli' Idea. Difatti il Pirco/o è \m Co,-,-ierino: Prezioso - Il suo direttore - è un Albertini "isto col binocolo rovesciato. Ciò che il Co,-,-ien per l' Italia dei 34 milioni, il Piccolv per I' ltalianuccia nostra. Credo anzi che ab– biano simpatie reciproche: anche di telegrammi. E simpatie, non altro?, con la Tribu11a: mini– steriale con tutti i ministeri. E con la N. Freie Presse, di telegrammi. Cose allegre. La sagacità dei lettori \'eda che raflorzamento di ,•irilità na~ zionale noi si 1>0ss.-isucchiare eia simile comu– nella. lo non so definire i rapJ)Orti tra giornale e sentimento pubblico; ma non posso offendere tan10 profondamente i miei concittadini pen– s.,ndo che gli orecchiagnoli e i pizzicotti che il Pirrolo dà agli avvers.i.ri siano stimati da loro anni efficaci per il trionfo dell:i. nostra nazlona– litf1. E che la vita del Piccolo sia la loro. Ma questa continu:l infusione di tepida camoh1illa inzuccherata giuridicamente, messa in commer– cio da una ditta antica, accreditata, a quattro centesimi Ja tazza, è naturale che abbia illan– guidito anche degli stomaci che nutriti nitri– menti avrebbero potuto dar buon sangue alle loro vene. È vero o non è vero che migliaia di triestini tro\'ando:-i perfettamente \'UOti prima della let• tura del Piccolo, si sono abituati a consiclefarlo come il loro pensatoio? E 1>0ichè esso non ha S..'lJ>Uto mai ringio,·anirsi nell'idea na1.ionale della nuo\'a generazione, tutte queste migliaia ,·i\'ono ancora delle convinzioni di cinque lustri fa. Co– me una donna a un dato punto degli anni il Pircolo s'è fermato molto lontano : e non s' ac– corge che questo arresto produce lentamente e ines.orabilmente un tale dissidio ancora nascosto col movimento vivo della cittadinanza che o prima o dopo clo\'rà ripcrcotersi in t!ffetti non so se molto c:trini. Se cosi non s.,rà, \'Orrà dire che M:l)'er ebbe fiuto 1>ratico anche in questo, e io, anche in questo, perpctu.l illusione di animo ri– flettente sugli :litri il calore e il desiderio che sono in lui. Do\'rei parlare anche clella pagina commer– ciale e industrialé del PirrcJ/o. .\la non me ne intendo. Solo che a giudicare cosi, senza OC· chiali di competenzn., non sembra perfetta unn trattnzione affidata :t 1111 sensale cli borsa e agli interessi singoli elci commercianti; telcgramn1i che tradotti dal tedesco (,·ecli S. Fai~ Presse) rendono ambiguo il nome cl' una ditta o d' una hanca. .\fa ne sulor supra o-epidam. E per il mo• mento la pianel\:l è I' h,dipe11dt11/c. Quanti in Italia lo conoscono ? Eppure fu creato a1>1>0sta1>er narrare ai regnicoli c1ucllo che a noi face\'a. co– modo. i\la le noti,-ie internazionali del Pirrolo incantucciarono 1ll'i c:1ff(: trie~tini e nei porta• giornnli di poche centinain cl' nbbonati le idee cieli' "1d1'j,e11de11lr. E cosi oggi esso ,i\e 1~r un nome abbastanza glorio-,o nella :-torin della na.:ionalit:\ italiana in

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