L'Unità - anno VIII - n.26 - 28 giugno 1919

140 gruppo, e con pubbliche interrogazioni su un programma specifico, dopo le quali, se idoneo, sarà ammesso a un tirocinio di impiego, smza il quale l'esame subilo non dà dirillo al titolo di ido11eilàper gli impieghi. 2. Ogni scuola media può aspirare ad a/– erme decine d,· sussidi di ti,coraggiammlo ai gio– vani di povere condizioni e di ingegno pro– mettente. I sussidi non si conferiscono a cia– scuna scuola, ma collettivamente a gruppi di scuole, con esami da sostenere dinanzi a una commissione interscolastica. Gli insegnanti 1 che daranno in cinque anni il maggior numero di alunni vincitori dì sussidi scolastici, riceveranno, in premio, un assegno pensionabile, e avranno la precedenza nelle promozioni. 3. Ogni scuola media pubblicherà, ogni anno, i programmi scolastici dti singoli i11se– g11anti; le statistiche degli esami; l'elenco dei temi aS3egnati, delle esperienze cli gabinetto, dei libri di recente acquisto per le biblioteche degli studenti; l'elenco dei libri di testo adot– ta ti con le motivazioni degli insegnanti ad ogni « variazione >>; processovtrbale dtlle discus– sùmi del Consigliodeiprofessori·per la discusst"ont dei libri di testo etc. 4. Il massimo delle ore di insegnamento è ridotto a 18 ore settimanali per insegnante; il massimo degli alunni io ciascuna classe a 35; il ma~simo delle classi aggiunte a tre per ciascuna delle prime due classi di scuola me– dia, a due per le seguenti. L'esuberanza attuale sarà smaltita con mi– sure transitorie, da stabilire opportunamente. 5. È assicurata la responsabilità didattica degli insegnanti, ripristinando gli esami alla fine d'un corso di studi, obbligatori per tutti, e da rnstcnerc presso una commissione di do– centi del corso superiore al quale si aspira (L'appallatore non devt esserelui slts10 collau– datore). Con queste umilissime riforme forse anche le scuole del governo diventerebbero scuole della nazione. Oggi le 1cuoleddla 11az10ne, centri t.J1"v1: elaboratoridella riforma educativa,sono/ ori· de/I'azt"one dd Governo. GIUSEPPE Lm.tBARDO-RADICF. Il paese delle va_canze Ecco quel che succede a Genova in fatto di vacanze scolastiche : diciamo a Genova per esemplificare il fenomeno con fatti noti e con– trollati, perchè del resto la fregola del1e va• canze è un vec.chio cancro della scuola ita– liana. Qualche tempo fa la studentesca riuscì a far chiudere tutti gli istituti secondari 1 accer– chiando di vasto assedio quelli che resistevano, e licenziandosi, in perfetta libertà, a tutte le cortesie abituali in simili radunate. Per quale alta ragione dovevano in quel giorno tacere gli echi <lcllc incapaci volte delle aule scolastiche genovesi? Per il primo sbarco di ,Vilson in Eur◊pa. È ormai conve• nuto e tacitamente sanzionato che ogni pub– blica fortuna d~va portare il suggello di un poco d'ozio scolaslico. fVilson 11ob11 haec olia feci/. Di questo parere deve essere pure stata la sotto eccellenza dell'istruzione, che, capitata a Genova poco dopo, sorrideva di bonaria in– dulgenza; e a quei professori che facevano qualche timida riserva su queste espansioni giovanili, rispondeva: la giovmlù già 1i sa.... Altro casette curioso: secondo il calen– dario scolastico genovese, le vacanze pasquali di quest'anno dovevano aver principio venerdì 18 aprile. Ne restava fuori il precedente gio_ vedi. Come si fa ? Si cominciò qualche giorno prima a lavorart l'opinione asserendo che si trattava di una pura svista del calendario, che sarebbe un mancar d' rispetto al senti– mento religioso,:facendo scuola in quel giorno dedicato alla visita dei sepolcri, etc. etc. Fatto è che la questione, portata nella Giunta delle Scuole Medie, ne usci risolta così: ufficialmente sarà giorno di scuola, vi– ceversa le direzioni saranno avvertite, oral. mente, di far vacanza. E vacanza fu. l\Iolti corserola visitare i sepolcri a parecchi chilo– metri da Genova. Poi è venuta la \'acanza del I• maggio. Anche questa non è ammessa dal calendario. Come L'UNITA si fa ? Risposta: si faccia scuola sotto forma di passeggiata. Qualche istituto infatti passeg• giò in massa; qualche altro preferì rimanere seduto. Ma i moccoli furono accesi tutti e due. Dopo il I O maggio c'è il 5 maggio. Il calen• dario segna scuola. I presidi, esperti in materia, domandano: scuola o vacanza? Si osservi il calendario, si !isponde. Questa volta ci siamo. Non si scherza. E per non scherzare si va a scuola. Ma davanti ai portoni dei diversi Istituti e nelle adiacenze, il gaio stuolo degU studenti annunciava la nuova beatitudine della concess.:.1. vacanza. Cc n'era l'annunzio nei giornali del mattino. L'aria di don Bortolo traspariva dal viso lungo e scuro dei presidi e dei pro– fessori. Giustizia vuole che si riconosca che queste tre ultime vacanze si concessero all'infuori di ogni violenza studentesca. 11 contegno degli studenti è stato anzi correttissimo. Non per nulla essi leggono in scuola il massimario ~cl Guiccìardini : non ti fali'gart a chùdere quelle cose eh, 11' sai vmire da Jè medesimesenza 11ull,1 tua pena. E' una bella prova di senno pratico, che li dimostra maturi, come i tempi, ad avere una loro rappresentanza di classe nella Giunta èelle Scuole Medie. UNO SPETfATORE, Il capolavoro dcli' ingegneria militare sarebbe, secondo il G1"or11a!e d'Italia, il trattato di Londra. Peccato che nessun competente di arte militare osi assumersi la paternità di tanta grandezza I Il generale Cadorna non ha fatto mai mi– stero che il trattato di Londra, per quanto ri– guarda la Dalmazia, fu conchiuso ali' infuori della sua responsabilità; e non esita a ricono– scere che un'enclave italiana sul contineste dal– mata creerebbe un problema gravissimo di difesa terrestre, di fronte a cui nessun Capo di Stato Maggiore dell'esercito italiano si sen– tirebbe sicuro del fatto suo. E della medesima opinione è notoriamente il generale Diaz. Quanto all'.l.mmiraglio Thaon di Revel 1 co– stui nell'estate del 1918 s,i proclamava d'ac• corda col com~dantc Roncagli, secondo cui l'Italia deve conquistare, se vuole dormire tranquilla, non solo il triangolo dell'on. Son• nino, ma tutte le coste orientali dell'Adriatico. Per lui, dunque, il trattalo di Londra non era un capolavoro nell'estate del ;918. Viceversa, nella TnOrma del 12 dicembre 1918 1 spiegava: « Percbè noi possiamo sentirci fmalmente « tranquilli in casa nostra, occorre che per « l'Italia sieno fuori discussione le seguenti « condizioni di fatto: « 1). Il _possesso della costa istriana ; « 2). Il predominio marittimo sulle coste opposte; « 3). Il possesslJ delle isole, tanto di quelle « che costituiscono l'antemurale del Quarnero, ,f( quanto delle isole dalmate e curzolare >>. L'ammiraglio, dunque, distingue oggi - fino a quando ? - tra il po1sts10 della costa istriana, il posuuo delle isole, e il predominio marittimo sulla costa opposta: da non confon– dere col pqsscuo, in tutto o in parte, della costa opposta. Nel dicembre del 1918, dun– que, il capolavoro non era più tale per ragioni opposte a quelle di sci mesi prima. E allora a chi appartiene il capolavoro di ingegneria militare? Sarà mai possibile sapere quali tecnici militari di tena e di mare -:-Q-0• tribuirono con l'on. Sonnino a imbastire quel .capolavoro di sciempiaggine diplomatica? 395 anni in due ore. interrogò il Re, il giorno dopo avere ricevuto le dimissioni dell'on. Orlando, per a~ere consiglio su la situazione complessa, decisiva, per il paese. Ecco il conto: Giolitti anni 78 Boselli » Sr 1farcora > 78 Luzzatti 78 Bonasi » So Totale anni 39,5 Forse il totale è inferiore alla realtà: chè di qualcuno per es. dell'on. Paolino Boselli, abbia.mo qualche lontano sospetto che si na- n sconda qualche anno, come le signore che CO· minciano a diventar attempate. Ma tiriamo via. Stiamo ai 395 anni. E i giornali ci fanno sapere che Boselli, col suo energico portamento, entrò dal Re alle I I, e alle I 1.30 era già per le scale; e così gli altri: dalle 13 alle 13.40; dalle 13.30 alle 13.45 ecc. - Come sta, Maestà ?- Bene, grazie., e Lei ?– Così, così, sa, gli anni cominciano a contare. -Eia sua Signora?-Fra i convenevoli 1 il sedersi e il rialzarsi sulle gambe tremanti, non ci pl!Ò essere stato. neppure il tempo per parlare del pupo .... li quale pupo dimenticato sarebbe poi il popolo italiano. Per la prossima crisi noi proponiamo che il Re dia un calcio al protocollo; e, invece di chiamare a consulto la solita serqua di vecchi, faccia venire al Quirinale altrettanti bambini del più prossimo asilo infantile e chieda il loro parere: può essere certo di ottenere consigli non meno intelligenti e più 1siute– ressati. Da chi è formata l'opinione pubblica 11 1lfusaggero, n. 147, del I giugno 1919, pubblica col titolo, « Un disastro ferroviario 11d IViirlm1berg~. un dispaccio da Basilea in Cui si legge: <<Si ha da /Itrrmanmtadt: un dispac• 4':' cio proveniente da Bmlape1t annuncia che e è avvenuto un disastro ferroviario alla sta– « zion,s::di Bohndorf ». Si spiega benissimo che la redazione del lift11aggero non conosca la situazione geogra– fica della modesta borgata di Bohndorf. Quel che riesce strano, o meglio non riesce strano niente affatto, è che la redazione del Afe11ag– gtro non si sia avvista che non può avve– nire nèl \Viirtemùerg un disastro annunziato in una informazione proveniente da Budapest, capitale dcli' Ungheria, e da Herrmannstadt, capoluogo della Transilvania! Il 11/essaggero n. 151, del 5 giugno 1919, informa, in una corrispondenza da Zurigo, che ~ il presidente ciel governo prussiano, fViesbaden « vo,i Afeùter.. rassegnò le dimissioni ». Ed ecco come qualmente la città dì \Viesbarlen diventò presidente del governo i•russiano. La Stiria è popolata da czechi. Cc lo insegna il iffessaggtro, n. 161, del 15 giugno 1919, in uno dei suoi soliti patetici racconti di cronaca, intitolato « La follia sanguinaria d'uno studen– te». Lo studente sarebbe certo Guido Labblich 1 d'anni 24, da Zill (Stiria). Zill sarà Cilli, nella Stiria meridionale, che ora fa parte della Sia• • venia jugoslava. l\fa l'eroe del fattaccio viene nel racconto qualificato più volte come <<czeco». e Il giolittismo alla riscossa Il collegio di Bricherasio, rappresentato alla Camera dal nostro Giretti, è divenuto uno dei più interessanti campi d'operazione della riscossa gioliltiana. Giretti è uno dei due o tre deputati piemontesi, che hanno sempre combattuto il giolittismo. Ed è naturale che i giolittiani facciano massa contro di lui. La prima idea fu di presentargli contro il figlio di Giolitti in persona, impiegato della Casa Ansaldo. Ma sarebbe stata una impresa troppo pericolosa pel prestigio della dinastia. E /aute de mi'eux i giolittiani hanno scelto un commendatore Matteo Ceirano, arricchitosi a milioni durante la guerra nelle forniture dello Stato. È quello che P.rolini accusò 1 nel suo di– scorso alla Camera del 20 dicembre 191;, di avere fatto lo «chauffeur», per portare i giolittiani congiurati nell'agosto di quell'anno ai ritrcvi nella villa del deputato Giordano a Chieri. La candidatura Ceirano ru lanciata sin da allora sotto gli auspici del ben noto Grosso– Campana e deli1on. Falcioni. Il candidato giolittiano gira il Collegio in tutti i sensi: unico programma i molto nume• rosi imboscamenti, che la clientela giolittiana ha procurati durante la guerra, e gli esoneri che continua a procurare, grazie ai potenti appoggi di cui dispone e, purtroppo anche, mediante la corruzione largamente praticata nei Comandi militari. Il candidato giolittiano è assiduo a tutti i mercati ed a tutte le fiere ; ha tre o quattro automobili a sua disposizione, e se ne vale per trasportare tutti i soldati che trova per la strada, dicendo ad essi che Giretti è stato la causa della guerra, che Giolitti non vo– leva! La grande maggioranza del Collegio, che è fatta di gente onesta, non si lascia impres• sionare da questi metodi di lotta. Ma è interessante notare a quali abbietti espedienti di propaganda deve ricorrere l'affa. rismo giolittiano per mantenere ed estendere la sna attuale base parlamentare. I cambiamenti d'indirizzo Gli abbonati, che, dcpo a\·erci dato un indirizzo, domandano che sia cambiato, deb– bono avere la compiacenza di accompagnare la richiesta con 30 centesimi di francobolli, perchè tanto ci costa la stampa dell'indirizzo nuovo, senza contare il lavoro che occorre a rare il mutamento. Alcuni ci hanno mandato due indirizzi diversi a una settimana di di– stanza; altri hanno cambiato tre volte indi-· rizzo in poco tempo. Comprendiamo che non lo fanno per capriccio. Ma si rendano conto della spesa che siffatti mutamenti portano nella nostra amministrazione. E non si dolgano di questa tassa, che siamo costretti a introdurre. Cronaca della Lega L'Ufficio Centrale La Commissione dei Fiduciari eletta dal Convegno di Firenze ha costituito il Consi'gft"o cmtrale della « Lega democratica pel rinno– vamento della politica nazionale » coi seguenti soci: Per il Piemonte Ernesto Lugaro. - Per la Liguria, Ubaldo Formentini. - Per la Lombardia, Silvio Gabriolo. - Per il Veneto Francesco Severi. - Per la Venezia Giulia, Umberto Bones. - P(!r 11 Emilia 1 Alfredo Gal• letti. - Per la Toscana, Giovan Battista Klein. - Per 1 1 Umbria, Fausto Andreani. - Per la Campania, N. Antonio Romano. - Per le Puglie, Gino Luzzatto. - Per la Basilicata, Eugenio Azi"Tlonti.- Per b Cal3bria, Michele Tedeschi. - Per la Sicilia orientale, Giuseppe Lombardo Radice. - Per la Sardegna, Gavino Gabriel. - Sono ancora da nominare i con– siglieri per il Trentino, la Marca, l'Abruzzo, la Sicilia occidentale. D Comi/alo estcut,-vo è stato costituito coi seguenti soci: Giuseppe Prezzolini, Luigi D'Aloja, Gio– vanni Ozzo 1 Cesare Tallarico, Mario Rubini, Vincenzo Torraca, Gaetano Salvemini. L'indirizzo dell'Ufficio Segreteria è Roma,. Via del!' Umiltà, 84. L'azione immediata ll Comitato esecutivo e il Consiglio Cen– trale, appena costituiti, hanno formulato il pensiero della Lega di fronte all'attuale si– tuazione politica, nel!' ordine del giorno che abbiamo pubblicato nella prima pagina del giornale. Gli amici di Messina e Reggio Calabria e relative provincie sono pregati di mettersi in relazione col prof. Domenico Richichi, Ca– tona (Reggio Calabria). Gli amici di Perugia e dell'Umbria, sono invitati a mettersi, con sollecitudine, in relazione con l'avv. Fausto. Andreani, Piazza del Municipio, 12 1 Perugia. la tirannia dello spazio ci co-– stringe a rinviare al prossimo numero una lettera di AUGUSTO OSIMO su Le scuole dell'Umanitaria. Abbonatevi subito: la forza di un giornale settimanale è tutta negli abbonamenti :: :: :: :: :: :: EGISTO CASAGLI Germte respot,sabr'k Tipografia Galilcinnn, Via S. Zanobi 0. 61,

RkJQdWJsaXNoZXIy