L'Unità - anno VIII - n.26 - 28 giugno 1919

problemi della vita italiana Direttore: GAETANO SALVEMINI.,. Direzionee Amministrazione:Firenze, Via S. Zanobi, n. 64.,. Abbonamentoordinarioannllo L. IO, semestrale L. 5.25 per il Regno; Annuo per l'estero L. 15 .,. Sostenitore annllo L. 30, semestraleL. 15 .,. Un numeroseparatoce1.1t. 20 .,. Si pllbblica il Sabato a ROMA e a FIRENZE.,. C. C. con la posta. Anno VI[[ ~ N. 26 .M 28 Giugno 1919 SOMMARIO: Per l'azione immediata. - Tristezze e speranze, L'UNITA. - Boehm-Ermolli, G. B. KLEIN. - Piccole verità, L. EMERY. - li Governo burocratico. - Parla un contadino. - Scuole del Governo e scuole della Nazione, G. LoMBARDO·RAD1ce. - Il paese delle vacanze. - Il capolavoro. -- 395 anni. - Da chi é formata l'opinione pubblica, C. - Il Giolittismo alla riscossa. - Cro– naca della lega. Per l'azione immediata Il Consigl-io Ce11trale ciel/a Leyci De– ·m-ocratiCli pel rinnovamento elci/a.voUlica nazionale: Deplora che il llliniste,-o O,-lanclo Son– nino, facendosi battm·e su, unci qnistione di pJ"ocedurc,, sia sfu[J!Jilo <mCOJ'(L 1ma volta. al suo <love1'e cli t·encle,·e coni.o al Poese delle sne rm;1Jo11sc,bilità nello, poU• tica estera ccl ,interna.; Denuncia, le,, artificiosità cli quelle cot·– renU, che tcndo110 e, pe,·pet,wrc all'·inlcrno i ·metodi della politica, gioUttianci, all'cstc,·o quelli clella pol·itic(l, sowninicmc,; Dich-i(l,r<1, frt, 1Jit'i assolute, sfuJ.1,cia in qrwlwn.quccombinazioncm.·iwisteriale possa derivare dalla, presente Ca.me,·a Augrwa che tutte le forze giomm;, ed ones'lc del paese, e s11ccialmente le org<,– n,izzazion·i dei combc1ttcnli, si acco·rèUno, all'iuf11,ori cli ogni p1·cconcetto di pm·tito, pc,· oppo1·si con O[JII;, mezzo acl elcziowi che sieno fatte dal Gocenr.o coi m.etocU trmlfaionali clellci violeuz<, e clelfa col'rt♦- zione; Afferma la necessitc1 che nella politica interna: a) si<, immeclicitmncnte sostitwito al Collc9io uwinominale 1c, circoscrizione plu– r·inomina/e cou, 1·appresenllinz<i p1'opo,·zio– nalo, ri{i11,lcmclosi decisamicntc il tnicco giolittiano dello scrutinio di Usta con o senza, minoranza i b) non si p1·occda alle elezioni 9enentli prima che la complete, smobilitazione sic, e{fett,udci; nella politic.~ estera: a) siano chiariti i 1·a11porli tni l 1 ltaUa e oli Alleati. ed Associati, dissipa,ido 0911i dubbio s1dla verfetta solidan:etl1 con essi del popolo 1·taliano, 111<1, csi!Jenclo la corre– zione e/i. 11,llc le ,;11,yiustizie che, abusando degli e,·,·ori della 1·apprescutauza-itali<in<i, sono state commesse ,,ella Conferenza di Parigi a damio dcU' Italici; b) sia risoluto il p,-oblema adriatico, esi9endo l)er l' ltalia l'Istria, le città di Fiume e di Zara, le isole sti-ate9ichc del• l 1 Adn'atico, una equa partecipazione al coufrollo sulle ferrovie del retroterra frie• stiuo e fimuano, l)Cr evitare l'annicnta– meul.o elci comm.. crcio m.aritUmo cli 'Irie• sie, e gareuzio di equo trattamento pei 11uclei italiani della Dalmazia con 1·eci– p1·ocitcìpe,· le 111ùior<mze tu eluse 11elnostro nuoco confine; e) l'Italia pa,·tcci1ii all<i Socie/ci delle Nazion·i col p,·oposito di p,·om,wve,·e fra tutti oli Stati assocù1ti la massiuia possi– bile ,·idrt~ionc e il coutrollo 1·11ternazionalc degli aruiameuti e il divieto della fabbd– cazione e ,lel commci·cio privato di questi, e di coufribtf.frc con acione leale e vole,i..– lerosa alla -r1J.)<u-azio1wdi tutti quegli er- 1·on· ed ingiustizie, che i I.ruttati di pace contengano anche a danno dei viuli e di C"i 110n sia, possibile i,i questo momento l<i co,.,.ezio11ei d) si pubblichino i docuniculi d1'ploma· tici di questi ultim.i cinque anui, a{liuchè resultiuo chiare le respo,,sabilit(Ì, degli uomini che hanno diretta la, politica utera dell'ItaUa. Tristezze e~peranze li Ministro Orlando fu subissato da un caos di inquietudini, delusioni e risentimenti con– tradittori, che nei calcoli dell'on. Orlando a• vrebbero dovuto continuare ad annullarsi a vicenda, e invece si addizionarono per annul– lare il Ministero Orlando. Privo di idee e di volontà propria, indiffe– rente a qualunque programma di politica in– terna non fosse la vanità di rimanere sul can– deliere, impreparato ai problemi cli politica estera che s'immaginava fossero dello stesso genere de' mulinelli di Montecitorio, abilissimo a simulare tutte le opinioni, a equivocare su tutte le contradi1.ioni, a rinviare tutte le de– cisioni, l'on. Orlando fu al suo posto fini::hè gli ba~tava parlare mentre l' italia combatteva: cadde su sè stesso, come un sacco vuoto, quando l'Italia smise di combattere, e a lui spettò agire. I\·fachiavelli raccomandava al suo eroe di essere volpe e leone. L'on. Orlando è stato volpe e coniglio. Ha ingannato tutti coloro di cui si prote:itava amico; non ha mai affron– tato, di sua iniziativa, a viso aperto, coloro che potevano essergli nemici. La sua raffinata scaltrezza bizantina doveva dargli la unanimità in permanenza, all'interno e ali' estero. Alla fine, amici delusi e nelT\ici non placati h,:rnno ratto massa contro di lui alla unanimità, e lo hanno spazzato via. E al posto del Ministero Orlando abbiamo il Ministero Nitti. Il quale non possiede più - e ne siano lodate le stelle! - un Ministro degli e:iteri infallibile, intangibile, indiscutibile. Per quanto i giornali del!~ Mano Nera già si arwlichino a sollevare anche l'on. Tittoni nella nuvol3 ricattatrice della «concordia nazionale», sarà lecito <laora in poi discutere con un pò di li– bert.\ l'opera della nostra diplomazia. Dovreb– be essere finito il tempo del terrore bian– co, aeato dai sagrestani di un rito fanatico, il quale non consentiva inquietudini e per• metteva solo la genuflessione e l'app!auso. Al nu vo Ministro degli esteri nessuno con– sentirà la silenziosa mulesca testardaggine del ·vecchio Nume inaccessibile. E forse que!)ta necessità, in cui l'on. Tittoni si troverà, di credersi meno impeccabile del suo predcces• sore, ti aiuterà. a evitare qualcuno di quegli spropositi, di cui l'on. Sonnino deve conside– rarsi debitore alla ciec;a ammirazione dei suoi intimi, e alla brutale aggre-.sione teppistica di chiunque non si adattasse ad entrare nel no– vero dei suoi schiavi battuti. A parte questa superiorità sul caduto Mini– nistero - superiorità. del tutto !ndipcndento dalle intenzioni e dai meriti positivi dell'on. Tit– toni - noi non vediamo nessun motivo nè per rallegrarci del mutamento di governo, nè pu disperarci che il mutamento sia avvenuto a piofitto di questi an1.ichè di altri uomini. Nella politica estera, qualunque ministro assuma oggi la eredità di rottami accumulali dalle manìc senili dell'on. Sonnino e dagli sconclusionati zig zag dell'on. Orlando, non potrebbe far nulla di diverso da quanto farà l' on. Tittoni: raccattare i cocci e uscire meno male che s:a possibile dalla trappola adriatica, in cui la stoltezza del nostro governo ci ha tenuti per quattro anni incarcerati. All1on. Tittoni non manca una notevole agilità di spirito per com– piere quest' opera malagevole e penosa. Ma chiunque non sia accecato dal « non c'è che lui, non c'è che lui » dei sonniniani della stretta osservanza, deve prepararsi a ,·edere tornare l'ou. Tittoni cl~ Parigi sen1.a nessuna aureola di clamorosi trionfi. Gli errori di po• lifica estera hanno sugli errori di politica in– terna questo di grave: che questi un governo può ripararli non appena se ne avveda; men– tre quelli richiedono, per essere corretti, il concorso della buona volontà degli altri go– verni. Per nostra fortuna 1 una revisione dei trattati di pace, o prima o poi, e più prima che poi, si renderà necessaria. E quando il momento delle riparazioni sarà venuto, si po– tranno correggere molti errori di oggi, se avre– mo saputo fare buon uso dei prossimi anni, seguendo con tutti una politica di chiarezza, di dignità, di serietà. Quanto alla politica interna, è sicuro che l'on. Nitti non farà nulla di quanto sarebbe nec;essario al paese, e farà tutto quanto possa estendere e consolidare la propria clientela personale. Nessuno dei suoi precedenti è tale da conciliargli la fiducia di chi ha la ingenuità di ritenere che la politica di un paese, che si rispetta, deve essere una cosa seria e una cosa. pulita. Ma l'on. Nitti è impegnato dalle circostan– ze, che lo hanno condotto al Governo, ad abo– !.1,:-e I~ c:;:.nsur~ e a fare la rifc,rwa elettorale. Anche sotto questo punto cli vista, dunque, la nuova situazione politica rappresenta un altro miglioramento non disprezzabile di fronte al– i' antica. Ma anche questo guadagno è dovuto a C:rcostanze di ambiente, a cui sono del tutto estranee le intenzioni dell'on. Nitti. Contro il quale, an1.i, occorrerà stare bene in guardia, affinchè non riduca la riforma elettorale a una mistificazione diretta a consolidare le situazioni create dal collegio uninominale, mentre essa non servirebbe a nulla se non fosse diretta precis.'Unente a demolire la oligarchia parla– mentare attuale. Frattanto la nomina del com• mcndatore Quaranta - uno specialista di Yio– lenze e di infamie elettorali - a Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, è un pessimo indizio della buona fede, con tui l'on. Nitti ha promesso la rappresentnnza proporzionale. In conclusione, il l\-tinistero Nitti non è nell'insieme migliore del Mini!)tero a cui suc– cede, e non è pc;giore di quello che gli suc– cederà. La merce disponibile sulla piazza par– lamentare non consente scelta fra il buono e il cattivo, ma solamente fra il catth-o e l'al– trettanto o il più cattivo. Ministri vecchi e ministri nuovi, ministri attuali e ministri pos– sibili1 salvo qualche mosca bianca, si equi• valgouv : cioè valgono niente. E finchè una nuova ondata di giovcntl1, moralmente più solida e intellettualmente meglio pre– parata alla vita pubblica, non venga a li– berare il campo dalla generazione, che tiene oggi i primi i·osti nella politica italiana, - pii\ gli uomini cambieranno, e più le cose ri– marranno le stesse. Fra i giovani, pur troppn, non ancora si vedono i· possibili migliori succéssori. Perciò il momento, che attraversiamo, è grave più di tristezze che di speranze: tristez1.c imme– diate e speranze indistinte; in,offerenza del– l'oggi e incertezza del domani. È peggio che dopo Caporetlo .... Eppure qualcosa si muove laggilt, sotto la paglia. R forse le linee della nuova Italia non tarderanno molto a profilarsi. Il Congresso nazionale dei combattenti, con tutto il suo disordine, dovuto in parte alla inesperienza politica dei molti convenuti, in parte alla perfidia di chi aveva org.1ni1.zato un sistema– tico ostruzionis1m..1perchè no1\ si conclude~se nulla, in parte alla impossibilità di trovare da un momento all'altr0 la soluzione di pro– blemi terribili che ci assediano e ci tol– gono il resi-,iro - il Congresso nazionale dei combattenti è, se non c'inganniamo, un sin– tomo interessante e confortante del profondo processo cli rinnovazione che la guerra ha determinato nella nostra gioventù. Non è stato un Cong1esso di idee, è vero. E stato un Congresso di istinti. Ma sono istinti buoni. La disfatta del mussolinismo, il rifiuto cli invitare d'Annun1.io a venire a fare una con– cione, la sfiducia in tutti i vecchi partiti 1 le feroci manifestazioni antigiolittiane, l'assenza totale di gonfiature nazionaliste, l'orient:uucnto oseremmo dire .: unitario », tanto più signifi– cativo quanto meno intenzionale, di alcune relazioni, come quella del Zavattaro sul pro– gramma politico della organizzazione, - sono tutti indizi preziosi di una serietà e cli un buon senso e di una buona volontà, che avremmo torto di non disconoscere al di là degli incidenti tumultuari di una riunione di mezzo migliaio d1 giovani tenuta in piena estate. Nelle associazioni dei combattenti, noi vorremmo che tutti i nostri amici entrassero senza riierve, e facessero propaganda c0ntinua delle nostre idee. li terreno è magnificamente fertile, e può dare frutti insospettati. Il Consiglio centrale della nostra Lega, nell'atto di costituirsi, ha formulato il nostro programma immediato di propaganda per la politica interna e per la politica estera, in un ordine del giorno che pubblichiamo in princi– pio cli questo numero del!' l/11/tà. Si impadroni– scano i nostri amici di quel programma, e lo facciano conosi...ere,lo spieghino, lo difendano, obblighino gli avversari a combatterlo. La massa dei combattenti non vuole saperne del nazionalismo i non vuol saperne del socialb;mo ufficiale; cli-;prezza tutti i vecchi partili par– lamentari: ma ha bisogno di essere aiutata a cercare la nuova strada. Ecco l'opera dei soci della Lega. Al lavoro! L'UNITÀ. Boehm-Ermolli è diventato seg,,acolo in vessillo per il Popolo d'Italia e il J'tmpo. « Lo vedete? - dicono - la repubblica sovietista magiara sa esse;re an• che militarista e imperialista: chiama a duce del suo esercito ros:;o un generalissimo a,•stria– co e si vale di tutti i mezzi e di tutti gli or– rori della guerra per respingere l'invasione». Ora è bene si sappia che il vero comandante del sedicente esercito magiaro è un commis– sario del popolo, ebreo, giova, e, di 26 anni, che ha fatta la guerra col grado di caporale e che di professione è pubblicista I E non cvn lambiccate arti strategiche, nè con raffinati mezzi di offesa e di distruzione, fanno la guerra le bande rosie magiare; sib– bene la fanno inducendo i soldati avversari a gettar le armi in nome <lei comunismo. G. B. KLEIN. Si può aiutare l'"Unità" pagando subito l'abbo11a111e11to, se111aspet– tare sollecita1io11i, che richiedono ingenti spese postali e rendono più grave il lavoro dell'amministrazione.

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