L'Unità - anno III - n.6 - 6 febbraio 1914

456 L'UN I T À LA SERRATA DEGLI ZUCCHERIERI I.' Atuwli del 30 gennaio ha publ>lic;.ato il se– gucrite comunic:1lo del Cons iglio Direttivo della • Federazione ì\'azionalc dei lavo ratori della terra • sulla minacciata chiusura degli zucche• rifid. È un documento magnifico per la chia– rcna , per l'dlicacia dell'urg omcntaz, one e per la frnnchezza , co n cui la Fede rnzione prend e po– sizione cont ro og ni tentn t1vo di gruppi loca li e in difesa del ge nerale interesse e diri tto della cla sse lavorat rice e <.\elln pr oduzion e naz ionale. Non si potrebbero riassumere meglio gli argo– menti co:itro il prot ezionismo zuccheriero e contro le nuove manovre del grup po Maraini e C.i, che come la lupa dan tesca non è mai sa– zio. E noi non sappiamo resiste,e al des i,1~rio di riprodu rre il comunicfftO in questo giornal e, a cui si devt>, nlmeno iu p:tl'te, se la convin– zione de lla iniquità e del da nno del protezio– nismo zuccheriero hn ocquistatt1 nella opinione pubblica italiana una diffus ione e una intensi tà, che non aveva due anni or sono. E dopo gli zuccheri eri, siam sicuri che verrà u poco a poco 1:t volta di tutti "li altri . « La F. N. w,t, il pru iso dover, di 111,. ten in guardia i lavoratori percbi non si pre– stino ingenuameute a commellere e ad assu– mere alleggiamwti che r.0111mqt1epossano es– Jerr sfrutlati da. ceti parassitari ,011/rogli i11teressi geuerali dei lnwra tori stessi e dei tousumatori. 1' 1 on i la prima volta che, mi– nacciandoo provocando la crisi del mercato d,I lavoro, I, classi capitalisticl1t 111t110110 i loro affari sotto la prot,zio11,d,II, ing,1111, protesi, operai,. La F,derazio11, fa pruwt, alla c/ass, operaia cl1t la. 111i11accia eh, si af– faccia oggi va comiderata i11 bas, agli ù,1,. ressi generali del Paese e t1011 con ristrelli criteri localistici. La minaccia stessa i un'al– tra mamwra di qurlla politica parassitaria cl1tdelizia da molti n1111i l'Italia. Agli z11c– clJtrieriche lamtt1/a110 - ancheesagerandola - la sovraproduz.ioue, si deve rispondereche il co11s111110 sar,bb, q11admplo s, gli italia11i 11011 fosmo costretti a pagar, lo z11cchero il triplo , pi,i, di ci,J eh, costa ali',stero. Agli z.uccberieri si deve rispondere anche che e loro colpa: 1. S, ha11110 for,a to la mano a/l'agricoltura italiana per trascinarla alla coltivazione d,11, barbabittol,, da mi 'mag11i.ficata mzcbe q11a11dtJ ci costJ una gara 1/i co,icorrenz..acoli' U11gheria 1 ed oggi dichia– rala inferiore per sostn11z..a z.11ccheri11a alla barbabi,tola ultra, perchi ci,Jfa comodo alla speculazione dei signori zuccherieri ; 2 . Cb1: per impia11Jare iu llalia 11011 una i11dusJrin ma una speeulaz.io ,re borsistica,banno Jrasc11- rato tutti gli studi e tulle le cure che si fe– cero ptr /r,11ghimmi all'utero 11ella coltiva– z..io,e delle bietole; J. Se hamzofalli impianti sbagliati, se ha,1110 grosola11ame11/e trascurato tli ron:id,rar, il probl,ma dei trasporli ri– spello alle speseed al rendimento tecnico. Finalmente si puO osservani ai signori zuc– cherir.i : a) che se per l'errore di cui sopra la stabilita di q11alche :;ucclurificio p110 appa– rire poco solida, viceversa nrgli a/Jri e nella media dei prodolli dello {t1ccbero hmmo rea– /iH_nlo, all'ombra di m, da{,_io prolellivo sca11- da/oso,guadagni euormi alle spalle dei cou– sumatori; b) che proprio ùz questo momwto stesso ;,, cui gli z.11rcherieri lame11trmo e mi- 11accia110, la societl, di Po11te/011go (Padova), la quale ha reali:z_;_ato forli.ssimi utili, sta aprwdo nitri stabilimmti ed a/In sua con– rorrw~n si drve /'01/ier110 ribassodei prez..;J dello {_t1cchero. Come mai questi i11d11striali, impùmtali da poco, trova110 i lauti guadagni clx il veccbio « trust -,; (che ba gifl ammor– ti{zato I, suefab bricheali, spali, d,i co11m– matori italiani) dice di 11011 lrovare? La ri– sposta 11011puJ essere dubbia. I signori z.uc – c/Jct ieri, dopo aver rnccbinto i comumatori f,110 al midollo, dopo aver ottenuto di essere rsonrrati dalla c011veu{_io11t di Bruxelles e di ma11tmerel'alluale da{_iO protettivo alle co11- diz.io11idi produ,;,_ùme soltanto per il comumo nat_ionale, sen/0110ora c!Jt il loro monopolio non i: pitt assolutnmmle i11co11trastntoe cbe/o scandalosoguadagno dl'vesnbire qualchelimi– la{ione. Perci0 twtnno 1111 nuovocolpoai dn1111i del cousumo, miuncciauoIn cbiumrn degli , uc– rherijici. A che cosa mirano? Dopo avtr goduto zm daz.iodi <11asi aut o frnucbi al quintale a con– dizione di 11011esportare, cercnuo adesso di esportar,faa11dosi dar, dallo Stato 1111 prt– mio di tsporta~_iont, m, 1111ow colossale suc– chio11is1110 ali, spali, dtllo Staio o pwsa110, magari in mbordiua/a ipotui, ad ,,,, mono– polio di Stato sog11a11do 1111a liq11ida{io11,11d/a qual, colla fo r, a dei loro appoggi e co11 la. ro111pliritl, di qualche rricca capi1ali1ticn n·vreb– brro 1111a parte da leo11,? No11tocca n noi i11 qursto nwmmto ed in occnsio,,e di questoapptllo, di indugiarci in Inie iud"giue. U11asola cosa 11oidobbiamo riaf– fermare : e cioè,cbe ml problrma drgli { li t· cberi, al di sopra di tufli i truahi interessati, di /11//e le statistirl1edi professorifilistei de– gli z.uc ,herieri, la. clnsse operaia, rin intcr– prtta 11011 gli i11terr,si di q11alrh,gruppo 1,– gnto al • /,iberou » del paranilÌsmo rapita/i.– stico, ma gli interessi geuera/idtl proletariato e dei romwuatori, 11011ba cbr da reclamare mrcora 1111a w lta il rexime di liberti,. Cmi lo sca11dalo,o da{iOprolrllivo di 99 franchi il q11i11tt le e la corrispo11de11te assa di f11bbrica;_io11e di 75 lir,. Non to<ea a 11oi ·- di fro11te ali, co11di{io11i create al paue da ,ma politica protez.iouista - di suggert'te a chi ha. In respousabilitifdtl potere In mirnra e la grad11ali1i,delle nforme. S11 ,ma cosa in subordiflala ci preme insistere e cioi che lo sgravio, qualunque esso fosse, sarebbe ,ma mi• s1ificn{io11e s ollre a contribuire aUa rid11- {io11, dtl prt{:;_0degli z11ccheried al co,,s,. gumte aumeulo del consumo, 11011 ridur.esse, 111odijica11do il rapporto fra da{iO , tassa di fabbrica{io11,,la prot,zio11, ai prod111tori di zucchero; ma sopratutto,ripetiamo, ci preme mel/erernll'allènti la classe operaia, a11{ispe– cialm,111,q11,igrnppi c!Jt fossero colpili dai darmi e dalle minacde della chiusura drgli {IICCl1trijici , perchenon pruti110 la loro parola alle manovre degli zuccherieri. li prolett1riat~ deu, chitder, la difesa d,i s11oi alti , l,git– timi i11teressi in armonia coi xraudi interessi generali del Paese che lavora, prod11ce e con– sw11a,ma 110,z umiliarsi a f are da caue da guardia al parassitismo di alcuni teti affari– stici >. LA f EDERAZlONE NAZIOXALE DEI LA\ "ORATORI DELLA TER RA. Movimento antiprotezionista. A Tori,io il clott. Gino Borgat-ta ha te– nuto per incar ico dcli' J\ ssociazionc democra– tica costituzionale una co nferenza Pr olezìo- 11ismo o llbuo scambio? illustrand o le di verse ragioni che sp ingono nell'ora attua le verso una polit ica doganal e libera l<'. E sempre a Torino. dome nica. 18 si è t.nuta 11n'im• port :.1ntc riunione per in1ziati"a del Com – mercio sulla • Quest ione zuccheriera "· L' on. Edoardo Giretti ha anali zzat o con poderosa do – cumenta ;done la ques tione fino all'att uale fase, ponendo in luce i dict rosccna del prcscn te ri• baMO di prezzi destinato a sparire , se il Go– verno cd il Parlamento non int cr\' cngono a ridurr e la scandalosa protezione al lr,,st wc• chcr icro. ll an pure parlat o il prof. Gare lli, consulent e chim ico del trust zuccheriero, che per essere professore nnivcrsi tnrio ha fatto ob iezioni alqua nt-o sempliciott e, l"on.' Casalini cd nltli . Pr esenti un gran pubb lico e molte persona lità : tTa le altre pur e l' Aclucoo dcl– i" Union e zuccher i cd il comm. l\lonzilli deJ- 1' Eco11om 1sla, che, malgrado gli in\'iti . ser– ha rono un dignitoso silenzio. L'11/ti11~011111,ero (1° febbraio) del 'Idea clc111ocrat1c:1 con/tene tm i111porla11t e articolo La base dei blocchi iu risposta a/l'articolo da 11oi p11bblicato 11e/l' Unit:I d,1 2; ge,maio, 111/omo al Blocco d, ieri e il blocco di do– mani. L" sovrabbo11da11zadr/la materia ci impe– disce ,li tsaminare le idee della nostra co11So– rtll~ romana ,m, quella ampie{_{n che esse mert/ano e che noi desideriamo. Rinviamo, pertanto, la nostra risposta al prossimo 1111- 111,ro de/I' Unit:I. · . Per , ora. 11011 vogli,1~110 lardare " ri11gra– ::;_1arc I l<lcn clcmocrnt1c.:1 del touo cortese che essa ba ,apulo comervare alla dis,11ssio111i e cbe 11oi per conio nostro snrww lieti sempre di risp,1111rt. ca Gino ·sia neo Una nu ova scienza occulta i slat,, scopu ta a Padoc·a da, radical{ ,,,,,,i s/e– rlalt , che /am, o capo al/' 011. Al essio. Ed l la scre,r:a de, p roblemi tir g01 c,110. I nrd,cr,/; mr,U5/trìall padm:am . rnft1ll1, ha,1110 volalo '"' ordme IVI g,o n, o. ,I quak • r,co11osce • rl,e c,ttese le d,Jlicollà dei problemi ti, got•trno • rn ltt1lla, com:1e11e riserlx,re w que 'i/10,11 di • lt1//1cr1 "'"Pw llberllÌ al Gruppo p"'Jame11tare - ratliu,lr, Sfrluo a giudic arr la com/otici alla • fine dr/fa legislalura , o almnr o th ,,,, prrlodo • suffic,tultm eule fato, m rrla:ione a risulta li t)llt ,ruti ,re/la lr,:1sla~ìo11e e ,id/' 1ndrr1::o go• l't'rll(I/ /l'O Coloro che 11011 sono deputati r(l(//ral, , t/1111• q1u, 11011 rsse,u fo ini:iat, ue/11, nuot•a s, 1e11.:r, cc– culla, ,io,i di'l'OIIO prt lt,l dtre dt tl<1rt gm h:1 su/I" opua d1 que, solt e t•eri sap,n, to,u, che formano 1/ raJ, u,hm,o parlamt11lt1rr. Tull" al p11ì sarà lecito at'trt 1111' opmwue alla fi11t dtll a lrg,s/a lura , cioè quaHdo bisc,gm• ekggrre , tlepulall . P reslo i rt1duall g,oll ttian i po tlor•t111 p rl,cla mrra11110 rhr nelle elezio ni il meglio rhr po,(· s11noftrr t gli e/etlon l di rieleggere sempre , ml oc,1,; cJrrU.(i. sn,:a fiatare, i dtp11tali r11dicah. Sono tnnre # ta11te, o c/eme11li '"'"" ~ Jr d1JJ1- colld dt, p roblema d, g01.•u,ro In llulrn I I PROBLEMI DELLA SICILIA I. Una 1ocltll loftrma. Non si può dire che l' inchiesta suJ l\lcz:r.o• giorno , recente e pur quasi dimenticata , ab– bia fatto progred ire molto il probl<'ma meri dionalt> verso la sua soluzione . L ' l!!Tcto più \'isibil e eh' essa ha recato è un ottimi smo af– fatt o ingiu~tificato e che si fonda su una fidu– cia troppo esagerata nella virti'1 rinnuova tricc dc li' cmigrnz ionc. Il Mezzogiorno non può es• sere redent o da lla sola emigraz ione! Occor re quindi ricomin ciar da capo la pro• pa gancla popolarizzatrice dei problemi del Mez. zogiomo e d<'llc loro possibili soluzioni. Un lavoro, molto scrio, di Giuseppe llru ccoleri (1) ci offre l' occasione di ricordar e i problem i si– ciliani, att orno ai quali st udi accurat i, come quelli elci Lorenwni e del Bordiga, non sono riusciti a richiamare sufficientemcnto lo sp i• rito pubb liro. Ci riuscirà que sto nuovo stu . elio ? r~ naturalmente il nostro nuguri o. alla cui realizza zione vogliam o contr ibuire, con un cenno piu ttosto ampio in tali problemi, che vuole semplice.ment e incita re i lt=tori del• I' U,rrld a uno studio meno sommario . E poichò proprio in questi giorni è ridive– nut o argomento di moda il latifondo, sarà henc ricorda re alcune cifre, le qua li ci indicano con impressionante eloquenza il male cost-itu• ziona le che vizia alla base la società meridio– nale . Secondo i dati raccolti dal Lorenzoni , i proprietari di latifondi .superiori ai duec ento ettari sono cosi distribuiti : Nurau o E11e■1iune del pou■dllt• dal prnpri•tul l•llppo ----- -- -- --- ~ I • 1111110 - d•i 200 ai 1000 rii. • 4000 in '"· TOr ALK 135,0J l,JS 1411.4!)8,87 l)2,◄H,J1 11 che signi fica che 787 proprietari p03SCS· gono un ter io della superficie ca tasta le ciel• l'i sola e, fra essi. 173 ne possiedono un sesto. Integrando questi dati con qu elli riguardanti le grandi proprietà non considerate , nono– stant e l' estensione, come latifondistiche, si giung<' alla conclusione che un migliaio di proprie tari {su circa quaran tamila che I' isola comprende) possiede la metà dcli' isola. E si– gnifica ancora che mentr e 5000 individui (com– pone nti le famiglie dei mille grossi proprietari} possied ono terre per un valore di un miliardo e altri 195 .000 possiedono un nit ro miliardo, tre milioni e t reccnt-o mila individui non pos• siedono neanche una zolla di terren o. Società prccapitnli stica a tipo feudal e! 11 medesimo accentramento dei reciditi si ,·crifica per ciò che riguarda le miniere di zolfo : men tre S milioni di reddi to minerario !:=i divid ono tra sole 76 famiglie (le <1uali sono per la m.:,ggior parte an che latifondiste), 4 milioni e mezzo si dh ,idono tra 2 12 famiglie, e 13 mi lioni si dividono tra 21 mila famiglie r Una tl1strib11zione ana loga (, probab ile si ve– rifichi an<'hc per i redditi rnob iliar i. Il Bruc– coleri cita i dati riguarda nt i i depo~iti a ri• spar mio latt i presso la Cassa \' . Emanuele di Palermo e alla Cassa di risparmio de l Banco di Sicilia, nel 1912 : eia essi è facile dedurre I~ medesima dist ribu zione di privilegio, rilc– vat.l per la prop rie'tà mobi!iare . E bisogna notare che J' accentramento pri• vilcgiato della proprietà non trova in 1111' eco- (ti G1u1&rrc D1cccou:1u. b Sicili• ,l'•Kt i, Rom,. Athe.– a■e11111 L, ◄,-, nomia prc:•capi tal istica e scarsa mente a1ti v::1, com'è la sicilinna . una natura le at tcnunzione per via cli red istribu zione ; e, d'a ltr a parte . oppone una insormo ntabile muraglia al rinnova– ment o economico dcli " Isola. Eppur e, quand o si dice eh" è necessario tornar e al tempo elci Gracchi e richied ere una legge agraria. il buon settentri onale sorr ide: e sorride sopratutt o se appartiene a uno di q uei tali partiti sovve r• sivi, eh<"hanno una ma ledet ta paura di sov– vertir e qual che cosa. Sl.lto manuten,o lo. Le camorre mer idionali sono dh •cnta tc or• mai un luogo comune e un motivo retorico. lo credo che in realtà queste famose camor re non riescano a commette re tante ribal.l cric quan te se ne commettono ali ' ombra dei mu – nicipi sette ntrionali. lo ho sentito dire eia persona esperta in ma teria, che i comuni pie– mont esi non hanno da invidiare nulla ai co– muni pugli esi, quanto a cricche che usa.no del potere politi co per fini puramente pr ivati. Ma la diffcrcn1.a. important issima, sta in que– sto: che nel Mezzogiorno le camorre muni • cipa li impestano tutta la vita sociale , interes– sando direttam ente o indir ettame nte iutieri ceti sociali; mentre nell" alta Italia recano danno ma teii t1lc, ma non recano da nno mo• raie. Tutta. la vita politica e amministrativa del Mezzogiorno é un tessuto camorristico. E il Gove rno italian o ha il merito storico cli favo– rire apertamente la mala vita . Se si esamina la situa zione della Sicilia, si giunge alla con• elusione che fuori delle città le leggi dello Stato non hann o alcu n valore <' hann o invece assoluto valore i dccret:i dei ricattatori e dei delinquenti. Ond' è che nelle camp.igne sici– liane s' ò formata pc.r necessità cli cose una morale di mutu a protezione tra grossi pro• prietari e mala vita. mentre le classi pii1 umili dcli' int erno dcli"isola hann o anch" esse dovu to cerc.'\re protezione in forme di organiz – zazione perfettamen te intonate ali' ambiente e che sono conosciute col nome di • mafia ru • raie •. Il nome può forse desta re chi sa qu ali fant asmi ; ma non si tratta in realtà che d' ine– vitabi li orga nizzazioni cli dfresa, in cui i piì1 deboli si pongono sot lo la protez ione dei più forti. Una simile eo5tituzio ne sociale rest erà la maggiore accus.1 che lo stori co avvenire dovrà rivolge.re contro lo Stat o italian o. Pcrchè su un simile int reccio di rapporti feudal i, sempre estr nlcgali o molto spesso illegali, troneggia lo Stato ita liano che, aUraven,o i prefett i, protegge cd aiuta la delinquenza rura le. Par – lare in questo stat o di cose di divisione elci latifondi , ment re è assolut ament e imposs i• bile far valere 11c<Xlicc penale a qua lche chi– lometro di distanza dalle città, è un· iron ia di cattiv o gusto. Io non so l'avve nire, ma è cer to che lo Stato italian o, come è divenut o assicura tore e na viga loro e ferroviere e colonizza to,e, IX>· trà divenir e molte altr e cose, ma restc ri"IJ>cr molti~im o tempo an cora uno Stato camor– rista. Il problema. a.grkoto. Quando si dice che la terra sk uln è strct• lam ento a\ ·vin1a in i,.iffalt i rappo rti economici e mora li dcp1 iment i, ~i ca pisce che sia bcll difficile_•un moto rinnovatore. Le coste si– cu le hann o ben potut o orna rsi di agru mentì fioriti , ma gra n pane cicli' isola ~ 1 imasta necessariam ente alle forme d i coh.i\'at ionc

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