Una città - anno V - n. 46 - dicembre 1995

sapere che un magistrato milanese stava cercando di mettere in bocca a terroristi dissociati il mio nome. non quello di Sofri, come quello del mandante dell'omicidio Calabresi. E fu soltanto perché quei terroristi dis ociati mi avvisarono che quella operazione fallì. Quindi io so che da molti anni si stava cercando di costruire una vicenda del genere di quella che poi è partita. come tulli sanno. il 28 luglio 1988. a11raversol'operazione Marino. Qui non è possibile rifare la storia del processo. ma voglio ricordare che solo molto tempo dopo l'inizio della vicenda si venne a conoscere il retroscena dei 20 giorni in cui Marino rimase incon1a110con i carabinieri a prescindere dai magistrati. senza che venissero verbalizzati i colloqui. Ho sempre dello che solo il fallo di aver taciuto un epi odio di tale gravità agli stessi magistrati. avrebbe dovuto. nel momento stesso in cui venne alla luce nell'aula della Corte di Assise di Milano grazie all'opera della difesa. far chiudere il processo con il proscioglimento immediato. Cosa che il Codice di procedura penale prevede. perché in un suo articolo dice che in qualunque stato e grado del procedimento. se il magistrato ricono ce l'estraneità dell'imputato, può dichiararlo istantaneamente prosciolto. Ora. nei processi ordinari. normali. che funzionano correttamente. l'onere della prova. come si dice in linguaggio tecnico, compete all'accusa. In questo caso non soltanto l'accusa non è stata in grado di provare la sua tesi, non soltanto sono venuti meno i riscontri obiellivi. non soltanto le versioni dello pseudo pentito Marino sono state sistematicamente corrette. rimaneggiate, rivoltate, ma Sofri ha addirillura fallo quello che non si dovrebbe mai fare nei processi. che non era tenuto a fare: con un lavoro straordinario e meticoloso è riuscito a rovesciare. come si dice tecnicamente, l'onere della prova. L'ha fatto lungo tutto l'arco processuale con memorie istruttorie per 7 anni. E quando il 6 novembre di quest'anno, di fronte alla terza Corte d'Assise d'appello che per la terza volta in appello lo giudicava, ha parlato, nelle dichiarazioni finali, per quasi due ore, producendo poi una memoria di centinaia di pagine. riuscendo a dimostrare la falsità di tulle lecircostanze. di tutte le pseudo accuse, di tulli i tentativi di chiamate di correità di Marino, ciò avrebbe dovuto all'evidenza dimostrare la sua innocenza e spingere quella corte a ribadire l'assoluzione che il secondo processo in Corte d'Assise cl' appello aveva deciso per tulli gli imputati, Marino compreso. l'ignobile sistema di "suicidare" le sentenze bicamerale nella scorsa legislatura. Recentemente, l'ha risollevata, nell'ultima intervista prima d_ellascadenza del suo mandato. l'allora presidente della Corte Costituzionale Baldassarre. E' il problema della separazione delle carriere fra magistratura requirente, le Procure della Repubblica. e magistratura giudicante, per arrivare a eliminare la commistione continua dei ruoli con la possibilità per lo stesso magistrato di essere prima pubblico ministero e poi, qualche anno dopo, magistrato giudicante e viceversa. Una commistione che del tutto evidentemente. dal punto di vista della terzietà della magistratura giudicante. è assolutamente impropria. Ma quando si affronta questo problema a sinistra purtroppo succede il finimondo. E' accaduto a me tre anni fa, quando sollevai Fu quello uno degli episodi più scandalosi la questione in Commissione bicamerale e che hanno costellato la vicenda e che get- fui linciato anche ali 'interno del movitano nel discredito la giustizia del nostro mento verde, dai vari Mattioli e Amendopaese: la seconda Corte d'Assise c1·appel- la. E' successo con Baldassarre adesso, lo, grazie alla maggioranza dei giudici che come tulli sappiamo ha una formaziopopolari, assolse, ma le motivazioni della ne politica ingraiana. anche se oggi è su sentenza furono redatte dal giudice a latere posizioni riformatrici diverse. Qual è I'acin modo tale da essere intenzionalmente. cusa che viene rivolta a chi è favorevole come si dice in linguaggio tecnico, suicide. alla separazione delle carriere? Quella di Per il 95% erano contro Sofri. Bompressi e voler sollomett.ere il pm ali 'esecutivo. Pietrostefani, e per le poche righe finali, E' un'idiozia. E non perché non sarebbe apparentemente in loro favore: era ovvio e possibile un· ipotesi di sollomissione del automatico che quella sentenza mai sareb- pubblico ministero ali 'esecutivo, che in be potuta passare al vaglio della Cassazio- altri paesi occidentali esiste. ma perché ne. Ebbene, sembrava logico che quella con la separazione delle carriere non c 'ensentenza di assoluzione venisse ribadita e tra assolutamente nulla. lo rivendico invece questa ultima Corte d'Assise ha l'obbligatorietà cieli'azione penale previnuovamente condannato. Perché? Perché sta dalla Costituzione, anche se poi. nei probabilmente in un contesto della giusti- falli, va a corrente alternata: i magistrati zia come quello che abbiamo prima rico- quando vogliono la esercitano quando non struito, è pressoché impossibile per dei vogliono chiudono non uno ma quallro magistrati milanesi. anche se dovrebbero occhi: sono favorevole alla totale autonoessere "terzi", sconfessare altri magistrati mia e indipendenza sia della magistratura milanesi, cioè a dire la Procura clella Re- giudicante che della magistratura requipubblica di Milano, la Procura Generale rente: sono personalmente contrario alla della Repubblica di Milano, l'allora uffi- solloposizione cielpm al potere esecutivo; cio Istruzione di Milano, la Corte cl' Assise ma, detto questo, ritengo che sarebbe fondi primo grado di Milano, la Corte cl' Assi- <lamentalearrivare alla separazione elcile se di secondo grado di Milano e anche i carriere fra il magistrato che fa la carriera giudici togati della seconda Corte cl· Assise per la pubblica accusa e il magistrato che fa di Milano, quella che formalmente ha as- la carriera per appartenere alla magistratusolto, ma che poi ha fatto in modo di fare ra giudicante. La riprova della necessità di annullarequellaassoluzione. on c'è altra tale riforma sta in un obbrobrio, non solo spiegazione.L'unica cosa dal punto di vi- terminologico, purtroppo. radicato nella sta giuridico e giudiziario che posso auspi- testa dei cilladini, spesso anche elcipolitici care è che la Corte di Cas<;azionecassi e qualche volta anche dei magistrati: da anche quest'ultima sentenza clicondanna. quando è diventato famoso Di Pietro è o semplicemenLe assolvendo oppure, se si stato sempre chiamato "il giudice Di Piedeve rifare il processo, rinviandolo alla tro". Ma Di Pietro non è giudice, è un Corte d'Assise d'appello di Brescia, che magistrato della pubblica accusa. Giudice almeno è in undistrellogiudiziariodivcrso è il giudice che giudica, che è terzo fra la da quello milanese. pubblica accusa e la difesa. mentre Di A questo punto non è urgente arrivare a Pietro, Borrelli, Caselli e qualunque altro quella separazione delle carriere che sola procuratore o sostituto procuratore, o propermetterebbe una reale terzietà del giu- curatore aggiunto o procuratore generale dicante'? di Cassazione non è giudice, è magistrato, Di questa questione, connessa al funziona- magistrato della pubblica accusa. Eppure mento più generale della giustizia, si di- qualunque giornale, anche il più autorevoscute da decenni. lo stesso, irn,ieme ad le ~crivcrù "il giudice Di Pietro". In qua- gTolYOf eac 1 8°l3~1°n onqljla 0n1cO' in qualunque diballito parlamentare si dirà "il giudice Di Pietro''. Questa confusione non è salo terminologica: se agli occhi di tanti, per giudicare colpevole qualcuno, basta l'avviso di garanzia, l'iscrizione nel registro degli indagati, se basta l'inizio di un procedimento giudiziario. che in genere avviene con fotografi e conferenze stampa. con veline che passano ai giornali. con interrogatori segretati che noi leggiamo il giorno dopo sui quotidiani. allora Di Pietro è giudice. Il processo Sofri, si è chiuso, almeno per questa fase, mentre si apriva quello a Andreotti. .. lo sono molto scellico sulle caralleristiche che dal punto di vista giudiziario questo processo ha assunto. Credo che anche nei confronti di Andreolli vada applicato lo stesso ragionamento garantista che ho applicato a Sofri e che applicherei a chiunque altro. Anche in questa occasione va ribadito con forza che non sono sufficienti le chiamate incorreità da uno o più pentiti per condannare per reati gravissimi -nel caso di Andreotti è il 416 bis, associazione a delinquere di stampo mafioso- ma deve esserci la verifica dell'allendibilità intrinseca e dell'allendibilità estrinseca delle chiamate incorreità e l'attendibilità estrinseca va corroborata attraverso i riscontri obbiettivi non di carallere generico, ma di carattere specifico. Ho usato volutamente un linguaggio tecnico-giuridico. perché questo è il linguaggio che va usato in qualunque vicenda che veda lachiamata in causa di qualcuno attraverso un pentito. In particolare questo discorso vale nei confronti di un uomo politico come Andreolli che attraversa. come tutti sappiamo, 50 anni della nostra storia. Proprio perché è fortissima la tentazione cli "godere" della disgrazia giudiziaria di un uomo che per tanti anni si è cercato di comballere politicamente, non riuscendo a sconfiggerlo. credo che debbano essere falle valere nei confronti di Andrcotti tulle le precauzioni di tipo garantista. Tanto più che coloro che oggi "godono" del la vicenda giudiziaria di Andreolli sono per lo più. sul piano politico-parlamentare, gli stessi che quando avevano la possibilità di mcllcre in stato d'accusa Andreolli regolarmente lo hanno salvato con i loro voti determinanti. lo, in questa intervista non posso fare un processo sommario, né assolutorio né accusatorio, sarebbe scorrello da parte mia. Dico solo che sto seguendo da lontano ma con molta allenzione. allraverso le "dirette" di Radio radicale, le udienze di questo processo e che, finora, ho la sensazione che eiaparte cielTribunale di Palermo ci sia un grande rigore procedurale nel condurre il processo. elio stesso tempo non posso negare di nutrire un forte scetticismo su come questo processo è stato costruito da parte dell'accusa. Anche in questo caso non vorrei che qualcuno ritenesse che io sia tenero con la mafia o abbassi la guardia verso le corresponsabilità fra potere politico e potere mafioso e così via. Ma ho letto l'impianto accusatorio costruito dalla Procura di Palermo, ho letto le pubblicazioni che lo riportano integralmente. presentate come La vera storia d'Italia, anche nel titolo, dall'editore Pironti di Napoli e ritengo che sia un'operazione sbagliata presentare una requisitoria d'accusa come una ricostruzione della vera storia italiana; ritengo sbagliato surrogare la ballaglia politica contro ciò che di degenerato c'è stato nella storia italiana attraverso lo strumento giudiziario e trovo sospello. dal punto di vista delle precauzioni. schierarsi pregiudizialmente, come molti hanno fatto. particolarmente a sinistra, a favore delle chiamate incorreità da parte di pentiti che sono al contempo pluriassassini. pluripregiudicati, protagonisti per decenni della mafia. Si dovrebbe avere 1 ·a11enzionedi verificare la dialellica fra accusa e difesa, avere molti sospetti su alcune circostanze che quantomeno appaiono inverosimili: non solo quella del famoso bacio, non di Andreotti a Riina, ma di Riina ad Andreotti, ma quella della stessa riunione, teatro di quel presunto bacio. Quantomeno bisognerebbe sospendere il giudizio. non dare la sentenza già per scontata, non fare il tifo per una parte o per l'altra. che riguardino Sofri o Andreotti, i teoremi sono inaccettabili li paradosso del processo di Palermo, che, anche se lo si nega, è un processo politico, sarà che, se in primo grado o in secondo grado o in Cassazione Andreotti verrà assolto. l'assoluzione giudiziaria si tramuterà anche in un'assoluzione storico-politica, perché. avendo sovradeterminato gli aspetti storico-politici in un processo giudiziario. l'eventuale assoluzione giudiziaria ritornerà come un boomerang verso chi ha cavalcato questo processo per ragioni di lotta politica. Quindi, ammonirei tutti ad essere molto allenti, a seguire questo processo con molto scrupolo. Incidentalmente dico che sono favorevolissimo alla decisione del Tribunale di Palermo clinon consentire la ripresa televisiva in dirella. Credo che ci sia un baratro. dal punto di vista degli effetti distorsivi. fra dirella radiofonica e diretta televisiva. Sono coni rarissimo alla ripresa televisiva diretta o differita dei processi, in particolare dei processi penali, e a trasmissioni come Un giorno in Pretura o come quella del processo Cusani. perché producono una gravissima distorsione del processo: la tv seleziona le immagini anche quando la telecamera è fissa, fa basare il giudizio del cittadino sul l'impressione che gli può fare la tale deposizione, il tale interrogatorio; alla fine spinge tutti a giudicare con criteri lombrosiani, in base alla faccia, al carattere di una persona, fa dimenticare che a volte chi appare più imbarazzato o fa più brutta figura è l'innocente e non ilcolpevole, che è bravissimo a mentire. Trovo questo disgustoso e la considero una depravazione della giustizia, in tutto simile a quanto è avvenuto negli Usa per il processo Simpson. Concludendo: vorrei evitare di schierarmi e invito chi mi leggerà a non schierarsi durante il dibattimento e soprattutto ad avere grande cautela sul fatto che non possono essere accettate le chiamate in correità non corroborate da riscontri obbiellivi falluali. Non possono essere accettati teoremi contro Sofri, non possono essere accettati teoremi contro Andreoni e il garantismo a corrente alternata non è un bel vedere. Lo abbiamo verificato osservando il comportamento di uno degli avvocati difensori di Andreotti, l'avvocato Ascari, che nel processo Andreotti ha messo in discussione la credibilità dei pentiti, rivendicando i riscontri obbiettivi, e nel processo Sofri, dove era avvocato di parte civile, ha utilizzato a man bassa, in modo indecente, lo pseudo-pentito Marino anche quando i riscontri obbiettivi non c'erano o &mentivanolo stesso Marino. Infine, siccome all'epoca, nei confronti di Sofri, Andreotti fu pubblicamente colpevolista, ed ebbi qualche scambio parlamentare su questo argomento, oggi invito il senatore a rinellere forse con maggior cognizione di causa su quanto fosse sbagliato per lui, uomo politico, appiattirsi su una tesi giudiziaria. Per concludere: che ne pensi dell'appello che Ilda Boccassini ha rivolto alla figlia di Riina perché rinneghi il padre'? Credo che, almeno per alcuni aspetti, la vicenda della figlia cli Riina, che prima viene eletta nel Consiglio d'istituto e poi si sente redarguita dal magistrato Boccassini perché non prenderebbe apertamente le distanze da suo padre, sia l'indice di una degenerazione del ruolo della giustizia nel nostro paese e cliuna distorsione profonda creatasi nel rapporto fra magistrati e società civile. La Boccassini ignora che lamaturazione di una figlia rispetto a un padre mafioso non avviene per intimazione di un magistrato, dimenticando che tutto ciò fa parte della sfera della sua individualità, che perfino il codice prevede che gli stretti congiunti possono rifiutarsi di testimoniare contro i propri congiunti e, da ultimo, dimentica che esiste un comandamento biblico che dice "onora il padre e la madre" e non "onora il padre e la madre, purché non siano delinquenti''. E come onorarli ogni figlio lo decide nella sua coscienza. Non vorrei che la nostra società fosse sottoposta alla tutela morale dei magistrati. I cittadini se non commettono dei reati non sono sottoposti alla tutela dei magistrati. Neppure la figlia cli un mafioso. - UNA ClffA' 9

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==