Una città - anno V - n. 45 - novembre 1995

nove111bre LA TERZA ONDATA è quella di un altro fascismo, dopo quello nero e quello rosso, fondamentalista o ipernazionalista, comunque totalitario al pari dei precedenti. La Bosnia e l'Algeria dimostrano che le guerre moderne sono guerre contro i civili, guerre terroristiche contro le quali è necessaria una "difesa santa". Intervista a André Glucksmann, in seconda e terza. L'INTERESSEALTERNATIVO è quello che corrisponderà la Banca Etica che sta per essere fondata in Italia. Servirà a sostenere il settore no profit in pieno sviluppo e a dare la sicurezza ai risparmiatori che i loro soldi, oltre a essere remunerati, andranno a fin di bene. Intervista a Fabio Salviato, in quarta e quinta. LA SOSPENSIVA è /'intervista a Anna Leoni, magistrato del Tor del Lazio, sui problemi di una giustizia amministrativa stretta fra il boom di ricorsi, i tentativi di strumentalizzazione, la necessità di non bloccare le amministrazioni. In sesta. L'ACCETTAZIONE è /'intervista in cui Claudio Esposto, medico in un pronto soccorso di un ospedale di Roma, ci racconta i problemi angoscianti della ricerca di un posto letto. In settima. LA CORSIA DEI SERVI è /'intervista in cui padre Comi/lo de Piaz ci racconta come per lui e padre Davide, nella Resistenza, maturò una visione anticorporativa della Chiesa. Epoi de/l'amicizia con Curie/, di quella con Felice Balbo, della fedeltà combattuta di Turoldo, del convento come luogo di incontro fra credenti e non credenti. In ottava e nona. A PARTIRE DAL BASSO è /'analisi di Andrea Segré sui problemi della transizione al mercato de/l'agricoltura dell'Est e in FIUMI E FRONTIERE quella, di Giuseppe Razza, sul problema de/l'inquinamento transfrontaliero e della possibilità che /'ambiente diventi fattore di pace. In decima e undicesima. ANDARSENE è /'intervista a due ragazzi napoletani che ripensano le loro scelte. LO SFONDO DELL'OMBRA è la riflessione di Giulio Giorello su Dylan Dog. In dodicesima e tredicesima. TECNO-FREAKS E HACKERS è il racconto, di Raffaele Scelsi, su/l'intreccio inestricabile fra controcultura americana e sviluppi mondiali de/l'informatica: tutto partì dai primi tentativi di forare le reti aziendali da parte di gruppi hackers, fra cui Bill Gates, e dalla scatolotta, per rubare le telefonate, del leggendario Captain Crunch. In quattordicesima e quindicesima. IL TUNNEL è la testimonianza di Senka Trolic, di Sarajevo, sui ricordi del primo giorno di guerra, degli amici che non ci sono più, pi un tunnel tristissimo al rientro. In ultima. E in copertina: Sarajevo, Biblioteca Nazionale. Bianco

se posizione. Queslo grande filosofo. nazionali sia, dalla parie di Franco, rcllorc di quella univcn,ilà, di fronle al generale Borgnc che gridava "viva la morte!" e a una sala che applaudiva i mii ilari fascisli, molto coraggim,amenle si alzò per dire: "Qucslo grido 'viva la morte!' io non lo amrnello e non lo arnmellerò mai. Sebbene in quanlo filosofo io sia tolalmente aperto al paradosso, lavori sul paradosso, qucslo paradosso mi sembra conlrario a lutto ciò che penso, a lullo quello che sen10, a 1u110 quello per cui vivo". Ecco, credo che lo slogan "viva la morte!" costituisca il punto essenziale, il nodo centrale della definizione cli fascismo. Dalla ex-Jugoslavia all'Algeria un nuovo fascismo, dopo quello nero e quello rosso, sta minacciando il mondo, quello fondamentalistico o nazionalistico. Le bandiere sono diverse, ma il terrorismo totalitario è lo stesso. Le guerre sono ormai contro i civili. La necessità di ascoltare la voce delle vittime e il concetto di "difesa santa". Perché è giusto impedire ai fascisti di vincere le elezioni. Intervista a André Glucksmann. Allora, nelle operazioni del Fis, che sgozza i giornalisli. violenla e poi taglia a pezzi le donne, impedisce ai canlanti di cantare, io vedo l 'illuslrazione di quel grido: ''Viva la morte!". E' evidenle che stanno cercando di dislruggere tulle le possibilità economiche, culturali. esis1enziali dell'Algeria: i quadri più illuminali, il sislema di comunicazione, la scuola, le imprese industriali, lo S1a10,l'ordine, 1u110ciò che pennelle agli uomini di vivere in una società civile. Ma la politica della terra bruciala non è l'applicazione dello slogan '•viva la morte!"? Non credo di esagerare nel dire questo perché al fondo del nazismo c'è un che di apocalitlico. Alla fine della guerra gli ultimi appelli radio dei nazisti dicevano: "Le cillà tedesche sono bombardale, tullo è raso al suolo, bene. tanto meglio. così noi polremo ricominciare da zero!". Applaudivano i bombardamenti dicendo: ''Finalmente ci liberale della vecchia Germania borghese, dai vecchi valori, noi potremo fare labula rasa, po1remocominciare tullo da zero!". André Glucksmann, filosofo francese. ha recentemente pubblicato il libro dal titolo De Gaulle où es-tu?, ed. JCL, Paris '95. Perché secondo lei sulla Bosnia non c'è stata in Europa una mobilitazione dell'opinione pubblica, e degli intellettuali, adeguata a ciò che stava succedendo?· Non mitizzerei più di tanto la mobilitazLone dell'opinione pubblica in1ernazionale perché avviene sempre in ritardo ed è in genere estremamente contradditloria. Credo sia giusta la frase di De Gaulle: "Gli incendiari sono sempre in vantaggio sui pompieri". La Bosnia, da queslo punto di vista, non fa eccezione. Riguardo agli intelleuuali francesi che passano per essersi mobilitati più e prima degli altri, noto innanzitutto che a impegnarsi sono stati pochi, il che, d'altronde, non è una novità. La mobilitazione degli intellettuali francesi contro la guerra d' Algeria si ridusse al Manifesto dei 121, un numero molto esiguo se rapportato al complesso di giornalisti, professori e scriuori francesi dell'epoca. In secondo luogo la mobilitazione è stata contraddiuoria: se prendiamo le riviste di sinistra o di in1ellettuali francesi vediamo cheLes Temps Modernes parteggia per la vecchia Jugoslavia e passa il tempo a rimpiangerne la scomparsa, Le Messager Europeen, di Finkelkraut, è filo-croata, che La règle du jeu di Bernard Henri-Levy è filo-bosniaca, che Esprit, la rivista dei cristiani di sinistra, è filo-Kossovo. Quanto a me pur essendo stato fin dall'inizio contro l'aggressore, cioè l'esercito serbo, sono stato accusato di simpatie filoserbe dale Monde solo per essere inlervenuto indifesa di Yuk Draskovic. massacrato dalla polizia di Milosevic. Il che mi sembra folle. Certamenle la difficoltà a pensare, a capire ciò che avveniva in Bosnia, ha cos1i1ui10 un freno particolare. Secondo me l'errore è stato quello di cercare "i buoni", della gente, cioè, che si comportasse magnificamente e incarnasse gli ideali, memre si trauava, più semplicemenle, di schierarsi contro qualcuno, conlro un nemico, anche se la propria parte non era perfeua. E questo nemico era molto preciso e individuabile in ciò che i dissidenti russi chiamavano "fascismo rosso-bruno": una sorta cli mix fra tradizioni staliniste (deporlare le popolazioni, cambiare le fron1iere a colpi di cannone, distruggere le cillà) e impulsi hi1leriani (il razzismo, l'elnocidio, la purificazione etnica). Bastava concentrarsi lì senza aver bisogno di idealizzare oltre misura il cosmopolitismo di Sarajevo o la piccola nazione europea croata che. per nalura, sarebbe tamo migliore della nazione serba. E' staio un idealismo inu1ileche ha provocato tame discussioni non meno inutili. Purtroppo questa incapaci là a concentrarsi contro il nemico non è stata una caralleristica solo degli intelletluali francesi ma anche degli intelleuuali ex jugoslavi, incapaci di costituire una piallaforma coerentemente antifascista. Gli sforzi fa11ia Belgrado, a Zagabria, a Sarajevo, e anche in Kossovo perché 1u11eleopposizioni democratiche si unissero in una specie di congresso che avrebbe potuto riunirsi a Parigi, non hanno avulo seguito. E dico Belgrado perché evidentemenle c'erano tanli serbi di orientamen10 democralico. lo stesso ho partecipalo a dei meeling di 100mila persone di fronle al Parlamento cliBelgrado in cui ho denunciato Milosevic come criminale di guerra, e si era ancora nel primo anno cliguerra. Quindi, la possibili1àdi far di più c'era. L'altra grande debolezza è stata quella di non riconoscere un fenomeno che è enorme, mondiale. planetario: la terza ondata fascista di questo secolo. Dopo l'ondata nera che ha avuto il suo punto culminanle nel nazismo, dopo l'ondata fascista rossa, non ancora comple1amente rinuita vis10 che la Cina non è propriamente una democrazia, oggi ci troviamo clifronte ali' ondata fondamentalista. E' un fascismo difficileda riconoscere perché come un proteo ha una grandissima capaci1à cli lrasfonnarsi, di flutluare. di rendersi invisibile. E' un fascismo che riesce a non assomigliare ai suoi grandi fratelli nazis1a e comunista, che cambia molto facilmente le sue bandiere, che può rifarsi alla religione, come in Iran. Algeria e Pakistan o a un certo nazionalismo o iper-nazional ismo, come il grande-serbismo e il panslavismo. E' un fascismo che ha una particolarità del tulio originale: praticare il terrorismo prima della presa del potere. Tuili i totalitarismi precedenti sono riusciti a raggruppare, a mobilitare, una buona parte della popolazione e non hanno mai praticato il terrorismo se non dopo la presa del polere. Prima c'erano violenze, scontri di strada, caccia ai sindacalisti, ma in nessun caso, neanche in quello nazista, c'è slata una politica voluta, radicale, di omicidi su larga scala come quella pra1icatadal Fis in Algeria. Il terrorismo di oggi è più forte, più evidente, più violento, il che, ovviamente. non significa che i nazisti fossero meno violenti degli uomini del Fis. Aspellarono di prendere il potere per esercilare 1u11ala loro violenza. Gli uomini del Fis non aspetlano. Da dove viene questa differenza? Credo provenga dalla potenza assunla, nella nostra epoca. dai porlalori cli arn1i. Dai tempi del fascismo la capaci là cliuccidere e massacrare è decuplicala e questo rende possibile che piccoli gruppi di uomini armali prendano il polere contro la maggioranza della popolazione e governino. La necessi1àdi una mobili1azione della popolazione mediante campagne ideologiche viene meno. Stalin che prende da Hitler, Hitler che prende da Stalin Nella maggior pa11edei paesi del Terzo Mondo a governare sono piccoli gruppi di mii ilari che dispongono di un·enorme forza armala che usano contro le popolazioni. E' dalla fine della seconda guerra mondiale che il potere di questi guerrieri selvaggi ha continualo a eslendcrsi sul piane1a. In Europa non lo si è percepilo a causa della dissuasione nucleare e della guerra fredda, ma appena il Muro di Berlino è cadu10. appena i blocchi sono crollali e ogni paese ha ripreso la propria inizia1iva, anche da noi assistiamo al 1enta1ivodi guerrieri selvaggi di prendere il po1eresulle popolazioni civili. La guerra nella ex Jugoslavia non è una guerra civile maè una guerra conlro i civili condolla da un apparalo mii ilare e talvolta imitala dagli altri apparali militari. Anche i croati hanno fallo la guerra con1ro icivili, conlro i civili bosniaci per cominciare e allualmenle conlro icivili serbi della Krajina. lo sono favorevole ali 'in1ervento croa10 in Krajina perché. visto che l'Onu non inlerveniva, era l'ultima risorsa. ma quell'intervenlo, nella sua modali1à. è slato un 'imi1azione pili dolce. una versione soji della pulizia etnica serba. (Niente cli nuovo: Stalin che prende da Hitler e viceversa). D'allra parte la lrasformazione progressiva delle guerre in guerre conlro i civili è atteslata dalle s1a1isticheUnicef del '92: nella prima guerra mondiale 1'80% dei cadu1i erano militari, nella seconda i mililari costituivano il 50% dei morti, in tulle le guerre scoppiale sul pianeta dopo il '45, 1'80% dei morti è costiluito da civili. Non c'è il rischio di un abuso della parola fascismo'? C'è una grande discussione su questo. Ogni volta che vado in Germania i tedeschi mi fanno notare che il Fis non assomiglia affatto al nazismo, il che è evidente. C'è una specie di orgoglio trisle dei ledeschi che consiste nel dire: ''Ascoltate, non bisogna confondere tutto. Noi sappiamo cos'è s1a10il nazismo, abbiamo fatto degli siudi, non estendete questo 1ermine a deslra e a manca". C'è qualcosa cli giusto in quesla posizione perché un in1elle11ualedeve cercare di non abusare dei concetti. Credo, però, che sull'uso della parola ·'fascismo·• si possano fare alcune notazioni. In primo luogo, chi nomina in lai modo il proprio avversario? E' il ricercatore r\et proprio studio? Oppure è anche chi soffre? Direi che uno dei leslimoni essenziali è la vi1timae che bisogna tener conio della sua opinione. senza con ciò voler dire che la vittima ha sempre ragione. Allora. quando si invi1ano a Parigi, a Berlino o a Roma persone di Algeri o di Sarajevo. la prima cosa da fare è ascoltare ciò che ci dicono riguardo a quello che subiscono e a 4uclli che le 1orturano. Ebbene dicono: "fascismo". Gli inlellettuali di Sarajevo che conosco mi dicono: "Sliamo lollando conlro un fascismo''. I democra1ici algerini che conosco. come KhaliclaMessaoudi e altri, mi dicono: "Stiamo lollanclo con1ro un fascismo''. li pun10di visla della viti ima è importanlc. La sinislra europea occiclen1ale avrebbe dovulo ascoltare anche i dissiclcnlisovielici che da sempre parlavano di "fascismo rosso·• riguardo al polcre comunisla. E invece reslava sbalordii a e incredula. Alla fine. però. le popolazioni elciblocco sovie1icohanno dalo ragione a quei dissidcnli: ncll'89 le donne dei paesi bal1ici hanno mani fesialo spiegando che il palio Ribben1rop-Molo1ovsignificava l'equivalenza fra croce uncinata e falce e manello: nel pieno dell'insurrezione con1ro Ceausescu i ragazzini. fra i quali gli zingari erano i più Abbonamento ordinario a 1 O numeri di UNA CITT A': 40000 lire. Abbonamento sostenitore: 100.000 lire. Abbonamento estero: 60000 lire. Cc. postale n.12405478 intestato a Coop. 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Queslo, naluralmenle. non deve impedire a un analisla cli fare delle distinzioni fra il modo cli esercilare il polere 101ali1ario1enu10da Hi1lere quello 1enu10da S1alin,ma resta anche un fallo che in tulio il campo socialista l'equivalenza Ira croce uncinala e falce e martello, così scioccante per la sinislra europea. costiluiva un'evidenza. on si comprenderebbe, allrimenti, a mio avviso, il movimenlo fan1astico che ha avulo luogo nell'89. La caduta del Muro di Berlino sarebbe la fine della guerra contro il fascismo? 11 fascismo occidentale fu sconfitto nel '45. Reslava S1alin. La fine della seconda guerra mondiale è rappresentata dalla caduta del Muro di Berlino, quando il nostro con1inen1esi è finalmente liberato dal totalitarismo. Una liberazione iniziata quando i dissidenti, gli intelletluali coraggiosi dell'Europa dell'est, hanno identificalo il nemico nel fascismo rosso e hanno abbandonato, dopo Praga '68, le illusioni del ·'socialismo dal volto umano'' e del l'utopia di una lerza via fra stalinismo e democrazia occidentale. Una liberazione che è culminata, venl'anni dopo, nei movimenti delle popolazioni dell'Europa dell'est che trovavano ormai insopportabile continuare a vivere sollo un regime così pericoloso. 600 scuole distrutte in Algeria, 500 moschee in Bosnia Il momento di svolta è slalo Chernobyl. Per noi occiclenlali Chernobyl ha significalo il problema nucleare, ma per i russi, per gli ucraini Chernobyl è siato il problema del polere della burocrazia. L'idea che si è fatta slrada fra le popolazioni dell'esl era non solo che la lecnica può essere in se slessa pericolosa. non solo che il nucleare è quanto cli più pericoloso ci sia nella lecnica moderna. ma che la burocrazia comunisla. avendo un late polere sulla 1ecnica moderna, era irrimediabi lmenle pericolosa. Chernobyl era una cenlrale rifonnala da Gorbaciov, cd è dopo lari forma che è avvenuto l'incidente! Il seni imenio del lamaggioranza dei russi non è slato che ci fosse solo un problema di inquinamento nucleare. Le donne degli Urali, ad esempio. non po1evano più allauare i propri figli. perché i medici lo avevano proibito. ma per l'inquinamenlo chimico. non nucleare. della loro regione: i kazakhi e gli uzbeki scoprivano che il lago d'Arai. ora complc1amenledis1ru110e.ra devastalo. ma non clali· inquinamento nucleare. Di colpo. allravcrso il prisma di Chernobyl. è s1a10 l'insieme del disaslro comunisla che è apparso a quelle popolazioni. Qual è allora l'essenza del fascismo'? Se per la coscienza occiclenlalc c'è un morncn10di evidenza cliciò che è iI fascismo è la famosa seclula all'universilù di Salamanca dove Migucl dc Unamuno preMa non è staia quesla la politica di Pol-Pot in Cambogia? Un teorico stalinista sosteneva che nella misura in cui la rivoluzione avanzava la lolla di classe diven1ava pili accanita e quindi bisognava uccidere sempre più persone: anche questa è una visione apocaliuica. In Algeria hanno dislrullo 600 scuole. E cos'è indefinitiva una scuola? E' un luogo di comunicazione interclassista e in1ercul1uraleincui giovani di fasce sociali diverse e di opinioni diverse. possono accedere a dei mezzi di vita e di lavoro, di carriera, più o meno in maniera egualilaria. E la scuola algerina malgrado lullo proviene dalla tradizione della scuola laica francese, ma ques10 luogo non è necessariamente una scuola laica. può essere un luogo religioso come le moschee bosniache che erano luoghi d'incontro per i dissidenti. Gli aggressori serbi ne hanno fallo saltare in aria 5600. Dunque. sia in Algeria che in Bosnia assistiamo al tenlativo sistematico di distruggere tulli i luoghi di civiltà, di dialogo, di comunicazione per far regnare il terrore. lo credo che si possa dire che il principio je détmis, doncje suis, una specie di cogito della distruzione. sia al fondo del fascismo. della sua ideologia, dei suoi riti e delle sue operazioni. E se questo è vero allora si può parlare di un nuovo fascismo che sventola bandiere completamente diverse e moslra sigle fra loro avverse, ma u1ilizzagli stessi metodi. ha gli stessi fini. Allora rivendico il dirillo di chiamare fascismo sia il Fis, sia i fondamentalisti iraniani che condannano Rushdie a morte, sia gli estremisti grande-serbi che dislruggo110le moschee. Il potere totalitario su cosa si basa? 11potere 101ailtario non è laconcentrazione di tullo il potere nelle mani di un solo di11a1ore.di un solo appara10 di polere. come si crede in Occidenle. Quesla è una milologia. Il polere 101ali1arionon è così monolitico. unidimensionale: Hitler non riusciva neanche a conlrollare i suoi eserciti sui campi di ballaglia, l'economia sovielica era un 'enorme anarchia. I 1edeschi dell'ovesl hanno scoperto con sorpresa che il paese più induslrializzato del l'Europa dell'esl. cioè la Rdt. era in realtà un giga111cscocaos anarchico. Il polere 1otali1ario è lale in quanlo sopprime ogni opposizione. Il carallere 101alitario del po1ercnon consiste. come si pensa, nella mobilil:lzione lotale. bensì nella demobili1azionc 101aledella popolazione. La capacità. cioè. di ridurre a zero, cli ridurre in servitù 101ale,di abolire ogni resistenza clifronlc a sé. Il potere lotalitario è paralizzare iI sogge110.l l 1erroreserve a qucs10: è I·inlcriorizzazione della distruzione da La tesrata UNA CITTA' è di proprietà della cooperativa UNA GITTA'. Presidente: Massimo Tesei. Consiglieri: Rosanna Ambrogetti, Paolo Bertozz,. Rodolfo Galeotti. Franco Melandn. Gianni Saporett,. Sulamit Schne1der. Redazione: Rosanna Ambrogetti. Marco Bellini. Fausto Fabbri. Silvana Masselli. Franco Melandri. Morena Mordenti. Massimo Tesei. Gianni Saporetti (coordinatore). Hanno collaborato: Edoardo Albinati. Loretta Amadori. Antonella Anedda. Giovanna Anceschi. Giorgio Bacchin. Paolo Bertozzi. Patnz,a Betti. Aldo Bonomi. Barbara Bovelacci. Vincenzo Bugliani. Dolores David. Liana Gavelh. Marzio Malpezz,. Gianluca Manzi. Carla Melazzini. Gabi Micie. Lejla Music, Linda Prati. Carlo Paletti. Stefano Ricci. Rocco Ranch,. don Sergio Sala. Sulamit Schneider. Interviste: A André Glucksmann: Marco Bell,rn. A Fabio Salviaro: Gianni Saporetti. A Anna Leoni: Marco Bellini. A Claudio Esposto: Rosanna Ambrogetti. A padre Cam,110 de Piaz: Gianni Saporetti. A Andrea Segré: Massimo Canali. A Giuseppe Razza: Marco Bellini. A Tonino e Gennaro: Carla Melazzini. A Giulio G,orello: Franco Melandn. A Raffaele Scelsi: Franco Melandri. A Senka Troflc: Massimo Tesei. Disegni di Stefano Ricci. Foto di Fausto Fabbri. A pag. 2di Magda Taroni. A pag.12di Massimo Tesei. Apag. 8-9 dall'archivio personale d1padre Cam,llo de Piaz. Grafica: "Casa Walden·. Fotoliti: Scriba. Questo numero è staro chiuso ,t 3 novembre ·95

parte di colui che la subisce. è non pensare più. è non differeruiarsi più. è diven1are una tabula rasa dentro cli sé così come il paese è diventato una rabula rasa sotto le bombe. Si distrugge l'esterno per annientare l'interno. Guernica è l'inizio della guerra contro i civili e testimonia di una volonti1cliannientare lo spirito di resistenza dei baschi. L·olio di ricino che i fascisti facevano bere ai sindacalisti i1aliani perché se la facessero addosso era un modo di distruggerli in quanto individui rispettabili. on era che un inizio. perché poi nei campi di concentramento avrebbero fatto cli più e di meglio per ridurre l'essere umano a essere non-umano. Ecco perché credo che per tutto il XX secolo si sia combattuta una sola guerra: quella a favore o contro questa schiavitù moderna che era ciel tutto inimmaginabile nel XIX secolo. essun uomo di destra o cli sinistra. cristiano o socialista clell'S00, poteva ritenere verosimile l'avvento di una schiavitù moderna nel cuore dcli' Europa. Si diceva al contrario che lo schiavismo poco alla volta sarebbe scomparso. I colonialisti pensavano che il colonialismo costituisse una liberazione per i popoli inferiori. gli anti-colonialisti che fosse l'ultima forma clischiavitù. ma nessuno immaginava che nel cuore de Il'Europa delle popolazioni completamente moderne potessero essere ridotte in condizioni di gran lunga peggiori di quelle degli schiavi dell'antichitit. l'idea di essere immuni da carestia, peste e guerra La possibilità della riduzione a uno stato di ..nulla .. di popolazioni di milioni e milioni di individui è un frutto del XX secolo. La guerra contro questa schiavitù moderna non è ancora vinta. Che tipo di risposta internazionale si può dare a tutto ciò'? Nel caso della ex Jugoslavia giù nel dicembre del ·91 scrissi che bisognava intervenire. Mi aspettavo che i ministri che si riunivano a Maastricht andassero a finire la riunione a Dubrovnik per dire con forza: "Non si bombarda con i cannoni dalle colline una città piena di profughi e di tesori d'arte del XV secolo! ... Se si fosse fermata lì l'aggressione -e forse sarebbe bastato qualche elicottero per distruggere una batteria di cannoni serbi- avremmo avuto sulla coscienza i morti di Yukovar. allora già rasa al suolo. ma si sarebbe risparmiata Sarajevo. lo credo nella necessità di interventi militari umanitari di guerra. Fermare la guerra, se necessario con la guerra. Questo può implicare anche spedizioni militari più piccole contro avversari meno importanti. Ho seguito molto da vicino la spedizione in Somalia perché da 20 anni collaboro con Médecins sans frontières e Médecins du monde che operano in quelle regioni. Lì gruppi militari di canaglie. chiamati Mad Max, armati di kalashnikov. giravano in camion, terrorizzavano la popolazione impedendo la circolazione dei prodotti e quindi la stessa agricoltura. provocando carestia e fame. Médecins sansfrontières è arrivata per portare il riso. ma dovendo proteggere i convogli di camion doveva ingaggiare dei giovani armati per impedire ad altri giovani armati di portare via il riso. In tal modo. se la carestia è causata dai gruppi militari. non si riesce a combattere la fame se non pagando altri gruppi militari. E cosa fanno questi giovani con il denaro che ricevono? Mangiano. comprano droga, comprano armi. Alla fineMédecins sans frontières spendeva più denaro per assicurare la protezione del riso che per acquistarlo. Bisognava continuare in quel modo? Oppure bisognava abbandonare tutto? Oc· era bisogno di un esercito professionale. dell 'Onu. che mettesse fine alle ruberie di questi gruppi am1ati? Médecins sansfrontières era contraria ali· invio di un esercito internazionale in Somalia. mentre è a favore dell'invio di un e!'.ercito internazionale in Bosnia. Contraddizione degli umanitari! Io pen<,o che in questi casi è molto meglio l'intervento di mililari professioni~ti capaci di ge~tire la !,ituazione nella mi<,uradel po<;~ibilc.E penso anche. contrariamente a quanto ',o:,tcngono tutti i ma<,<,-media internazionali. che l'operazione in Somalia sia <;tata un successo perché. grazie ali· intervento internazionale. in particolare americano, celllinaia cli migliaia di civili sono '>lati <,alvati dalla morte per fame. Trovo a!,~Olutamente irre- <,pon~abile dire che !>i è trallato cli una ~confitta. Si tra1terebbc di un imucces~o ~e ~i voleva che 1 ·onu in<,talla<,<,ien Somalia un regime democratico. ma non era affa1to que<,t0 lo <,Copodella mi<,~ione. I!anno <,emplicemente interrotto una care'>!ia. '>alvando centinaia di migliaia di per<,onc. Sembra che neppure gli americani siano Bioiì"ote"c·a Gino La crescente necessitù di ques1i interventi militari umanitari non vuol dire che si avrà il coraggio di farne ancora. Purtroppo la dottrina ufficiale clcgli stati maggiori occidentali. in particolare del Pentagono, è riassunta nella parola d'ordine ..zero morti dalla propria parte ... Ma qualsiasi intervento mili tare contro del le canagl ic annate provocherù dei morti. L'intervento militare in Bosnia provocherù dei morti americani? Allora è non si può fare. Credo che questa dottrina sia estremamente grave. Sembra che i pacifisti abbiano vinto conquistando gli stati maggiori e in particolare quello americano. Assistiamo a un miracolo della storia occidentale: per la prima volta l'esercito più potente dell'occidente dichiara che le persone che vi prestano servizio hanno sottoscritto una specie di assicurazione sulla vita al momento dell'arruolamento. E' una follia egoista perché questo vuol dire che I'esercito non serve a nulla. Un esercito che non accetta di avere un morto è un esercito completamente inutile. Dopodiché succede come in Bosnia dove, dopo tre anni di guerra, si è presa una decisione che non è la peggiore. ma non è la migliore: armare i croati e lanciarli contro i serbi ... Lei è molto critico verso il pacifismo. lo sono pacifico. ma non pacifista. Penso. cioè. che bisogna fermare le guerre il più in fretta possibile. prima che scoppino se possibile. appena scoppiano quando scoppiano. Purtroppo ritengo che. in questa fine secolo. il fatto che non ci sia più il rischio di una guerra catastrofica. perché non c'è più un blocco contrapposto a un altro blocco, non significa affatto che non ci sia più rischio di guerre. tutt'altro: vedo il pericolo che queste si moltiplichino. Sembra che le società del benessere siano colpite eiauna specie di malattia ottica che consiste nel non vedere il pericolo e si manifesta nel pacifismo. Machiavelli scrisse che niente è peggiore di chi, pretendendosi buono. non vuole pensare al male. E purtroppo sembra che quanto meno si pensa alla guerra tanto più quella si avvicina. Quando è scoppiata la guerra nella exJugoslavia le persone hanno pensato, primo. che questa guerra non esisteva. secondo. che non sarebbe durata. I negoziatori Owen e Yance si sono comportati esattamente come Charnberlain e Daladier a Monaco nel ·3g_E se è vero che Milosevic non è Hitler. perché non ne ha la potenza militare, per la popolazione di Sarajevo le con eguenze sono state altrettanto gravi. Anche intellettualmente r incapacità di ragionare oggi meglio che nel ·3g è estremamente grave. Dal ·45 in poi due generazioni di europei hanno vissuto nella piena pace. nel pieno impiego e nella piena salute, ritenendosi ormai immuni per natura. e non grazie alla storia. contro i tre grandi nagelli che segnano la condizione umana da sempre: la ca resi ia. la peste. la guerra. Non c·crano più grandi malattie come la tubercolosi, lo stesso cancro stava perdendo terreno. grazie ali 'onnipotenza della medicina scientifica. La guerra era fredda cioè congelata. e si riteneva che ormai fosse possibile solo agli a111ipodi.nel Terzo Mondo, ma non in Europa. Infine. il lavoro era in qualche modo assicurato gratic alla politica del pieno impiego che ha dominato a lungo in Occidente. il coraggio della pace in combattenti come Mandela e Arafat Se un giorno queste tre garanzie, queste tre immuni1à dovessero cadere ci sarebbe il panico generale, in particolare fra le élites. E infatti se appare I' Aiclsci si affretta a dire che in definitiva riguarda gente particolare. i tossici, gli omosessuali, o i poveri in generale; se appare la guerra, se una capitale europea viene assediata per quattro anni nelle condizioni che sappiamo. senza elettricità. senza legna per riscaldarsi. senza possibilit~l di muoversi. si comincia a dire che riguarda popolazioni arretrate. ..tribù balcaniche". secondo un ·espressione ciel presidente Mitterrancl: e se infine torna la disoccupazione. viene considerata propria degli esclusi. In tutti e tre i casi emerge una paura che conduce al rigetto. alla chiusura nella propria campana di vetro. La Jugoslavia è altrove, 1• Aids è altrove. ladisoccupazione è altrove: ce ne occupiamo il meno possibile pensando che siano malattie proprie di persone speciali. che non possono riguardare persone normali come noi. In realtà pensare in questo modo costituisce una malattia mentale estremamente grave. perché produce come risultato il fatto che non ci si protegge. on si lotta contro mali da cui ci si crede immuni per natura e non per cultura. Allora ciò produce lo scandalo del sangue contaminato, 1• estendersi del ladisoccupazione con una frattura sempre più profonda nelle societù ricche fra chi ha un lavoro garantito e chi non ce l'ha. e infine, lo sviluppo di una guerra estremamente pericolosa perché esemplare. Questo modo di vivere in un mondo chiuso, cloroformizzato,. demro una campana di vetro. è ciò che di peggio può capitare agli europei di oggi. L"esempio dell'ex-Jugoslavia sarà contagioso'? Il modo in cui l'apparato politico e militare serbo. di evidenti origini comuniste anche se ha cambiato le proprie bandiere. ha saputo rendersi necessario facendo laguerra e mobilitando le masse per la guerra. è un modo post-comunista di salvare ciò che può essere salvato del comunismo e dei metodi totalitari che rischia cli diventare estremamente contagioso, non tanto geograficamente. quanto politicamente. Il pericolo è che la Russia segua l'esempio. Il massacro dei ceceni ne è la prima prova. Il semaforo verde dato al 1• armata rossa serba è servito poi al 1• annata cx-rossa russa. Ora Mosca è in una situazione che la maggior parte dcgl i es peri i definisce ..weimariana'·. è un caos. a riprova che uscire dal comunismo è estremamente difficile. La Jugoslavia, malgrado fosse sfuggita alla presa russa nel 1948 e fosse un paese relativamentc aperto la cui gente poteva viaggiare o lavorare all'estero, non è riuscita a instaurare la democrazia. Immaginiamoci allora quali pericoli per la Russia! '·Weirnariana'· sta per ..pre-hitleriana·•. Ma d'altra parte i paesi in ebollizione non sono solo all'est. on a caso lutti i paesi leader della Conferenza di Banclung. dei ..non allineati .. -la Jugoslavia. l'Algeria. l'Egitto e l'India, che se è in condizioni appena migliori lo deve alla sua tradizione anglosassone- sono in crisi e alcuni in stato cliguerra. Significa che la guerra fredda ha bloccato i conflitti non solo all'interno di ogni blocco. ma ovunque e che la dissoluzione del blocco dell'est ha liberato certamente energie democratiche, ma anche energie tota! itarie. L'esempio è l'Iraq che, se il blocco dell'est fosse esistito ancora, non avrebbe mai osato invadere il Kuwait allo scopo di porre sotto il proprio controllo le fonti di petrolio del Medio Oriente. Direi che i ·eccezione a questa dinamica è costituita da due regioni dove c'è stata un·avanzata appunto pacifica, ma non pacifista: il Sudafrica e la Palestina. In entrambi i casi è stato necessario che combattenti molto impegnati ritornassero sul proprio impegno, si volgessero contro di esso, accorgendosi che. se avessero continuato sulla strada della violenza, ciò avrebbe determinato la rovina comune di tutti i combattenti. Ammiro molto il coraggio e la riflessione di Mandela e dei dirigenti dell 'Olp che ora rischiano la morte perché appaiono dei rinnegati. E' accettabile, per fermare i fascisti, l'idea di un "colpo di stato" come quello algerino'? Si dovrà accettare l'idea di "colpo di stato democratico"'? A partire dal momento in cui ammettiamo che l'integralismo mussulmano è un fascismo verde -ed è ciò che sostengono tanti democratici algerini fra cui Said Sacli, Khalida Messaoudi e altri- siamo in una situazione ben conosciuta. Bisognava lasciare che Hitler prendesse il potere? Sappiamo che ci è arrivato attraverso le urne. lo sono un antifascista e quindi ritengo che sia stato un errore lasciarlo arrivare al potere. anche se in maniera democratica. La Gern1ania federale oggi ha nella propria costituzione delle regole che impediscono a partiti di tipo fascista o hitleriano o razzista di giungere per via elettorale al potere. Credo che purtroppo queste regole non sono state introdotte dal potere militare algerino che, in realtà, voleva intendersela e dividersi la torta e il fonnaggio col Fis. A mio avviso il Fis è il prodotto di ciò che di peggio c'è nell'apparato militare algerino, è figlio dell 'Fin, in particolare dell 'arabizzazione della scuola e del codice della famiglia voluti dall'Fln. Ma, ciò detto, ritengo che non bisognasse permettere al Fis di presentarsi alle elezioni. Poiché glielo si è permesso, ritengo che sia stato meglio sospenderle. Davanti a una minaccia fascista non si deve accettare la regola delle elezioni, perché il fondamento della democrazia, da Aristotele in poi, è l'alternanza. l'avvicendamento al potere fra governanti e governati, non il principio di maggioranza. Se una maggioranza dichiara che non rispetterà l'alternanza, che non lascerà il diritto all'opposizione minoritaria di tentare di diventare con i mezzi democratici maggioranza, in questo caso la maggioranza non ha beneficiato della democrazia. Dal momento in cui il Fis dichiara, e con anticipo, di voler instaurare la shari' a e di conseguenza di voler togliere il diritto di parola ai partiti laici, si è messo fuori del gioco democratico e bisogna essere completamente idioti per lasciargli aperta la via del potere. Le Pen ha il diritto di partecipare, ma non di vincere! Pertanto ritengo che i democratici contrari agli accordi di Roma abbiano ragione, perché quegli accordi sono stati sottoscritti da un Fis che non ha ancora detto che non praticherà più il terrorismo. Al contrario, il Fis approva tuttora gli atti di terrorismo. E io non dico affatto che non bisogna negoziare con dei terroristi, tutta la storia è fatta di negoziati con dei terroristi, ma si negozia con loro obbligandoli a rimettere il coltello in tasca. A Roma non sono stati capaci di obbligare il Fis a rimettere il coltello in tasca. a rispettare le regole democratiche. Le Pen può partecipare alle elezioni. ma non ha il diritto di vincerle! Per concludere: cosa pensa dell'espressione "guerra giusta"'? L'idea di ··guerra giusta" è assolutamente sorpassata, perché presuppone un ordine cosmico del mondo a cui poter ritornare. In realtà, quest'ordine non esiste e non può esistere nel mondo moderno. In Francia l'Abbé Pierre che è cattolico ed è favorevole all'intervento militare nella ex Jugoslavia ha detto che si tratterebbe di una ''difesa santa''. Preferisco questa definizione. perché in fin dei conti è per opporsi al male e non per edificare il ''bene·• che si fa la guerra. Possiamo definire il nemico. non il ·'bene". Una guerra difensiva la si fa solo per limitare il male. • UNA ClffA' 3

I Lo straordinario sviluppo dell'impresa no profit rende urgente la nascita dello strumento finanziario della banca etica. In Europa le banche alternative sono una realtà finanziaria. La concorrenza delle banche che nel terzo settore hanno intravisto il business. La rinuncia a un punto di interesse in nome della solidarietà e di uno sviluppo meno consumista e più equo. Le previsioni catastrofiche sul futuro del mondo. Intervista a Fabio Salviato. Fabio Salviato, di Padova, oltre a essere fra i fondatori della Ctm, la cooperativa, con casa madre aBolzano e presente in turra Italia, che si occupa di commercio equo-solidale con il Terzo Mondo, è responsabile della Crm Mag, specie di cooperativa finanziaria della stessa Crm. E' il promotore del progetto "Banca Etica", ormai in fase finale di arruazione. L'esigenza di una banca etica, di uno strumento finanziario alternativo, nasce per accompagnare lo sviluppo del terzo settore, quello no profit. E' così? Intanto vorrei chiarire che non è che l'impresa no profit non debba avere un utile. Certo, l'impresa no projit, prima di tutto, si muove per fini di solidarietà, ha per valore aggiunto, per oggetto sociale la solidarietà, non la ricerca del profittocome le altre imprese. Mal 'utile ci deve essere nelle nostre imprese, proprio perché va reinvestito nell'attività per creare nuovi posti di lavoro, per raggiungere in modo più ~efficace e visibile l'obiettivo. Questa è la grossa differenza rispetto al settore projit. Il terzo settore, soprattutto in questi ultimi tempi, sta registrando consensi e sviluppi significativi: lo stesso "piano Delors", presentato due anni fa al Parlamento Europeo prevedeva che entro il Duemila in Europa dei sei milioni di nuovi posti di lavoro che si creeranno il 25%, uno su quattro, verrà creato nel cosiddetto terzo settore. Indubbiamente è un settore che avrà un'espansione notevolissima. Non a caso ora tutti,da Agnelli a esponenti del mondo finanziario, parlano di terzo settore, spesso anche un po' a sproposito·. Pensiamo solo allo spazio che si crea in una situazione in cui, soprattutto in Italia, lo Stato nel settore dell'assistenza sociale, si dovrà in qualche maniera ritirare per esigenze di bilancio. Ci troveremo, da una parte, di fronte a una forte espansione della domanda di prodotti di solidarietà, perché da oggi al 201O in Italia ci saranno, con l'innalzarsi della soglia di vecchiaia, più di due milioni di persone che avranno bisogno di essere assistite, anche a domicilio e, dall'altra parte, con uno Stato posto nella necessità di diminuire l'offerta di assistenza. Al Iora l'impresa proji t vede il business. Diventa quindi strategico e fondamentale che tutto il mondo che finora ha rappresentato, anche dal punto di vista culturale, i valori dell'associazionismo e del volontariato, si doti di una struttura finanziaria, in modo da poter competere e dimostrare che il settore no projit è in grado di svolgere autonomamente questo tipo di servizio. Ma con questo esempio non vorrei dare l'impressione che il terzo settore si occupi solo di solidarietà sociale. Come banca etica vogliamo far sviluppare imprese non solo di tipo assistenziale, di supporto a uno Stato che viene a mancare, ma anche imprese che stimolino, sviluppino, sperimentino un'alternativa ~ un sistema, basato sul consumo, che ormai non ha futuro. Il terzo settore cerca di trovare, prefigura anche, un 'alternativa a un tipo di sviluppo che sta andando in una direzione sbagliata. Leggevo ieri il rapporto della Fao e del Worldwatch lnstitute secondo cui in Cina negli ultimi tre anni c'è un trend di crescita del prodotto nazionale lordo del I0%: stanno costruendo infrastrutture per dotare ogni abitante della Cina di un'automobile, stanno dotando le famiglie cinesi di una lavatrice. E ci sono imprese, quel le projit, le più grosse a livello nazionale e internazionale, che stanno pianificando e stanno investendo affinché questo si verifichi. C'è solo un piccolo particolare: ci vorrebbero almeno cinque Terre per avere le materie prime e altre due per stoccare i prodolti. Questo per dare la dimensione della follia ali 'interno della quale siamo ormai inseriti. negli Usa i fondi etici condizionano anche la borsa Che fare allora? Dare pari opportunità ad ognuno, pur nella divisione del lavoro, nelle diversità, è importante, è necessario, ma allora diventa altrettanto necessario trovare un sistema diverso da quello attuale. Credo che le imprese del terzo settore abbiano da insegnare a quello projit qualcosa che riguarda un futuro un po' più lontano. Quindi investire nella banca etica è anche un investimento lungimirante. Perché è importante concretamente una banca etica? La gestione del denaro dà la possibilità di decidere chi far vivere echi far morire, è anche gestione di un certo tipo di potere. Noi pensiamo che per sostenere lo sviluppo del terzo settore, di queste imprese autogestionali che si stanno organizzando sul territorio nazionale, diventi necessario individuare una leva finanziaria autogestita, nel cui consiglio di amministrazione ci siano gli stessi rappresentanti del mondo dell'associazionismo. del volontariato e della cooperazione. Noi come Ctm Mag ci siamo fatti promotori di un tavolo dove abbiaLa simre11a di unapensionientegrativa. \fwurAW Per maggiorIinformaziorinviolgitaille AgenziUe nlpol mo riunito tutte le organizzazioni che operano in Italia nel cosiddello terzo settore. Le associazioni promotrici -ce ne sono anche in Veneto- sono una ventina, però sono le prime, le fondatrici, e solo queste hanno una base sociale di 2. 700.000 soci con 35.000 imprese. Le dimensioni quindi sono gigantesche. Noi sappiamo che c'è una sensibilità, c'è una potenzialità enorme che però non viene coagulata in una proposta precisa. Noi ci rivolgiamo, in prima battuta chiaramente, a questi 2.700.000 soci attraverso le loro strutture di riferimento affinché capitalizzino la banca etica. li progetto è quello di raccogliere almeno cinque miliardi di capitale sociale. Attualmente siamo arrivati quasi a un miliardo di capitale sociale, abbiamo costituito una "Cooperativa Verso la Banca Etica" che funziona da contenitore per raccogliere entro giugno '96 i cinque miliardi previsti. Dopo di che presenteremo la domanda in Banca d'Italia peroltenere I'autorizzazione e quindi verso la fine del '96 e i primi del '97 la banca dovrebbe partire. Purtroppo in Italia siamo molto pigri. Sia il consumatore che il risparmiatore hanno una scarsa considerazione di se stessi. L'obiezione che più spesso si sente è: "Sì, ma tanto se metto o non metto le centomila lire, il milione, non fa differenza". Fa differenza.L'Alternative Bank Suisse, per e~empio, ha mandato ai membri delle organizzazioni promotrici, che sono sostanzialmente l'equivalente delle nostre, una semplice letterina in cui si dice: "Noi vogliamo fare questa iniziativa, quindi costituire uno strumento, una leva finanziaria autonoma". Bene, nell'arco di sei mesi, I'80% delle persone ha risposto. Noi abbiamo tarato la nostra campagna perché I' I% di questa base risponda. Chiaramente c'è un problema culturale, e anche di informazione, per far capire I'importanza e la necessità di questo tipo d'iniziativa. In altri paesi i fondi etici hanno tradizioni consolidate e antiche: negli Stati Uniti, dove c'è una forte tradizione religiosa. quacchera sopraltutto, legata ai fondi etici, questi hanno una raccolta complessiva di più di 6.500 miliardi di lire. In lnghillerra e negli Usa basta che dei fondi dichiarino apertamente di non investire più in determinate aziende perché producono anni o materiale inquinante, perché queste aziende perdano in Borsa dall' I al 3%. Il che vuol dire che questi fondi etici hanno raggiunto un forte potere di orientamento, di riferimento: divenia una questione di prestigio per un' impresa essere considerata nell'elenco delle aziende nelle quali un fondo etico investe. Altra cosa, ci sembra, sono i fondi etici che le banche stanno approntando e che hanno tutta l'aria di un tentativo di mettere le mani avanti verso il terzo settore. Purtroppo in questi ultimi mesi sta uscendo sul mercato tutta una serie di prodotti o prodo11ini, i cosiddetti "fondi etici", emanati da istituti finanziari o da assicurazioni tradizionali, che disorientano il potenziale rispanniatore. all'improvviso anche le banche scoprono l'etica In realtà il sistema finanziario e assicurativo si è reso conto che c'è un potenziale mercato consistente anche in Italia. Cosa succede, purtroppo anche con la complicità di alcune organizzazioni del terzo settore? Che una cooperativa, un'organizzazione di categoria, trovi un collegamento con una banca, con un'assicurazione, e che questa le garantisca tulta una serie di agevolazioni o comunque di contributi a fondo perduto, in cambio di un ritorno d'immagine per la banca o l'assicurazione e del fatto che comunque si tratta sempre di prodotti che entrano nel circuito tradizionale: li chiamano "fondi etici'' ma sono dei fondi obbligazionari che raccolgono rispanni, investono in Bot o Cct e una differenza d'interesse, parziale o totale, viene data al l'associazione o alla fondazione. L'eticità sta nel fatto che uno dice: "lo rinuncio a quel I0% o a una parte di quel I0% perché venga destinato a una fondazione o a un'associazione che fa volontariato, che ha fini di bene". Per noi è tulta un'altra cosa. Noi garantiamo la destinazione di lutti i risparmi che raccogliamo: verranno investiti esclusivamente su persone giuridiche che operano nei settori dell'ambiente, della solidarietà sociale o del commercio equosol idale, comunque a imprese no projit, quindi cooperative o associazioni. Sappiamo bene che queste banche o assicurazioni hanno la mano forte, possono mettere sul piatto investimenti da tre a quattrocento, cinquecento milioni, anche un miliardo, cosa che invece noi non possiamo fare. Già Ire o qualtro banche d'interesse nazionale si sono mobilitate. in due-tre mesi hanno lanciato questi fondi, che disturbano soprallutto perché nel rispanniatore non c'è un'infonnazione adeproposte di bagno e di riscaldamento FORLI' CESENA RAVENNA Via Faentina 5 guata che consenta di capire bene la differenza. Un'altra operazione è stata fatta dal Banco di Roma in società con la Fiat: hanno messo complessivamente trenta miliardi di capitale sociale e stanno proponendo alle imprese del terzo seuore investimenti a tassi tra il 5 e 1'8%. Questo è il classico sistemaprojit per stroncare il mercato: una struttura nascente come la banca etica che deve prevedere una remunerazione, con l'emissione di certificati di deposito etici, mediamente del 5%equindi non potrà fare impieghi e finanziamenti al di sotto del I0% perché un margine di almeno cinque punti per la gestione delle spese di un 'attività di carattere bancario è inevitabile, fa fatica a reggere la concorrenza di una società che in questo seltore, mettendo in conto anche delle perdite pur di non restarne fuori, può piazzare subito trenta miliardi. Purtroppo questo fondo, questa, come viene definita, merchant bank, è già partita, i finanziamenti sono già stati fatti e ha coinvolto persino un socio promotore della banca etica, che, in qualche maniera, evidentemente, ha trovato una scorciatoia. Come sarà organizzata la banca etica? Se uno si immagina la banca etica alternativa come una classica banca, è meglio che se lo levi dalla testa. Prima di tutto perché questo comporterebbe dei costi altissimi che dovrebbero pagare i nostri beneficiari, in secondo luogo non rientra nella nostra cultura e, infine, sono le banche che ora stanno cercando di arrivare alla banca virtuale e ne sono impedite dalla grossa struttura. Qui noi, invece, avremmo un vantaggio: già nella fase di avvio utilizzare tulle le nuove tecnologie, grazie alle quali un risparmiatore da casa potrebbe, collegandosi con una sede centrale. fare tutte le operazioni. In questo modo la sede centrale potrebbe essere in qualsiasi punto dell'Italia, non ha importanza. Le infom1azioni sarebbero dirette mentre la manipolazione del denaro, per i trasferimenti, verrebbe fatta attraverso i canali tradizionali, banche e uffici postali. D'altra parte noi prevediamo che in ogni città. come minimo. sorgano dei nostri presidi territoriali. con degli uffici, con telefono, fax e una persona, almeno, che potrebbe essere anche un volontario che. uno. due, tre giorni alla settimana fornisca informazioni sia per i possibili utenti sia per le richieste di finanziamento. La Banca d'Italia li ha definiti "punti d'informazione". E' anche previsto che questi punti d'informazione possano emettere una sorta di certificato di eticità: le imprese che vogliono chiedere un finanziamento, prima di arrivare ali' ufficio fidi della banca etica, si presentano presso il proprio sportello territoriale e si fanno rilasciare un certificato, che senza entrare nel merito dei bilanci, dell'affidamento, ma solo nel merito del progetto del gruppo di persone, verifichi che questo sia effeuivamente corrispondente ai criteri di eticità richiesti. Il che non significa, poi, che l'ufficio fidi debba obbligatoriamente dare il finanziamento. L'impresa prima passa dal presidio per l'aspetto del l'eticità e poi viene qui per l'istruttoria dal punto di vista tecnico. E' previsto che, se un presidio rilascia certificati senza fare un controllo, dopo due volte che capita viene esonerato, insieme all'organizzazione, dall'emissione del certificato di garanzia. Questo per stimolare l'organizzazione a nominare persone che siano effettivamente garanti perché l'esistenza stessa della banca etica si basa sull'eticità e sul rapporto fiduciario con i risparmiatori: se viene fuori che una banca normale è implicata nel traffico d'armi, non ci sono grosse ripercussioni, ma se questo si verificasse nella banca etica noi potremmo chiudere. E da questo punto di vista anche la trasparenza diventa fondamentale: il metodo che applicheremo, e che abbiamo già sperimentato con il Ctm Mag, sarà quello di indicare ogni anno tutti i finanziamenti che noi abbiamo fatto settore per settore, ma anche impresa per impresa, con l'importo, il numero di telefono e anche la dislocazione. Se uno vuole potrà andare a vedere. la trasparenza sarà totale nella banca etica Non solo: il risparmiatore, al momento del versamento, riceverà un certificato di deposito di un colore -verde, per esempio, per I'ambiente, giallo, meuiamo, per la cooperazione sociale, rosa per il commercio equo-solidale- indicante il se11ore, fra i selle o otto che prevediamo, in cui desidera che siano investiti i suoi rispanni. Naturalmente potrà succedere che materialmente non sia possibile dare seguito ali 'indicazione, però avremo in entrata le indicazioni di massima dei risparn1ia1ori, in uscita il resoconto annuale di come abbiamo cercato di evadere queste richieste: se sull'ambiente avevamo ricevuto cento ed è successo che abbiamo finanziato cinquanta o centocinquanta non importa, quel che è importante è che il risparmiatore lo sappia. Si potrà essere soci della banca etica? Certamente. Stiamo appunto girando in lungo e in largo l'Italia, per coinvolgere su questo progeuo più persone possibile. Per associarsi la quota minima è di centomila lire, quindi prevediamo un azionariato popolare. popolarissimo. Va detto che noi orientiamo perché ci si associ con duetrecentomila lire perché le centomila lire non riescono neanche a coprire i costi amministrativi dell'iscrizione e, soprattullo, diamo indicazione perché le associazioni si associno come !ali. Una cooperativa, un'associazione può raccogliere dieci quote da centomila lire e iscriversi come cooperativa con un milione. Che servizi fornirà la banca etica? ASSICURAZIONI Via Golfarelli 64·66 Via Quinto Bucci 62 Tel. 0543 · 796666 Tel. 0547 • 383738 Fax 0543 · 725099 Fax 0547 • 631934 Tel. 0544 · 460732 Fax 0544 • 462337 PESARO Via Barilari 16 Tel. e Fax 0721 · 52282 Perloroil migliorfuturopossibile

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