Una città - anno V - n. 40 - aprile 1995

pressione di un pessimismo, di nostri padri e nonni piuttosto che me che aveva vent'anni e amava il una mancanza di speranza, di un per quella dei nostri figli. Il passato cinema -a parte ? cineclub dove distacco anche, ormai quasi irri- è altrettanto e più importante del scopriva i "classici", da Eisenstein mediabili ... futuro, e probabilmente avremmo a Dreyer, da Chaplin a Stroheim, Ho notato che parli di "Diario" al un oggi e un domani meno disa- Lang, Murnau, Renoir, Vigo ecc. passato. Hai ragione, l'ultimo nu- strosi se fossimo stati capaci di ecc.- poteva vedere nelle normali mero è uscito quasi due anni fa. valutare meglio da dove venivamo sale di proiezione i film di di John Però non è defunto, stiamo prepa- e insomma capire meglio chi sia- Huston e Billy Wilder, Rossellini e rando il nuovo numero e poi speri a- mo. D'altra parte, ripeto, questo De Sica, Orson Welles e Hitchcock, mo di riprendere a uscire con sca- mio interesse era vivo anche negli Antonioni e Fellini ecc. ecc. Oggi i denze un po' più ravvicinate. Scusa anni incui partecipavo intensamen- maestri italiani si chiamano Tornal'inciso, vengo alla domanda. Sì, te agli avvenimenti. In Fortini la tore e Salvatores. Woody Allen preferisco guardare al passato piut- proiezione sul futuro, la dimensio- passa per un genio. tosto che al futuro. Non è del tutto ne del cambiamento, era costitutiuna novità, è una propensione che va della sua natura e della sua cui- un paese senza ho sempre avuto, che si è accentua- tura. Si traduceva perfino in sensa- solide tradizioni ta fortemente in questi anni, ma in zioni fisiche: "stride l'evo ...". Del fondo non ho mai avuto la passione resto, precarietà, pericolo, muta- democratiche del futuro. Sono rimasto molto col- menti li aveva provati sulla propria pito l'ultima volta che ho visto pelle, e gli s'erano impressi a fon- Non credo mi si possa accusare di Fortini, perché, pur avendo davanti do, in modo indelebile: il fascismo, peccare di nostalgia o di essere un ormai solo pochi mesi di vita ed le leggi razziali, la guerra, la scon- laudator temporis acti se trovo il essendo fisicamente distrutto e do- fitta, la Resistenza, l'esilio, il ritor- confronto sconfortante. E anche i !orante, il demone del futuro era in no, lo stalinismo, il '56 ecc. ecc. Se film di consumo erano imparagolui attivo con lo stesso identico paragono la biografia sua e di tanti nabili alla spazzatura attuale. E i fervore dei suoi anni migliori. Sot- altri uomini della sua generazione comici? Chi può oggi essere paratolineava che con la Guerra del alla mia, mi viene quasi da ridere. gonato a Totò, agli allora esordienGolfo s'era chiusa un'epoca e se La mia vita è quella di uno spetta- ti Sordi, Tognazzi & C.? All'unin'era aperta un'altra, di cui s' affan- tore, di un voyeur. versità insegnavano un Banfi, un nava a decifrare i segni. A un certo Tu, in Diario, hai detto che oggi si Calogero, un Dal Pra, un Preti, un punto non ho potuto fare a meno di è arrivati a non contare più nien- Paci, per dire i primi nomi che mi dirgli: "Non ti sembra che alla no- te, che Io scambio culturale fra vengono in mente. Se oggi dovessi stra età abbiamo il diritto anche di persone di età ed esperienze di- consigliare a un giovane un corso fermarci?" Pur sapendo di dire una verse è finito ... da seguire, che nomi potrei fare? sciocchezza, perché ognuno ha la Che gli intellettuali non contino Noi scoprivamo la psicoanalisi legsua natura, il suo carattere e non si più niente, è certo. E simmetrica- gendo direttamente Freud, o magacambia fino alla fine, e anzi il mi- mente è altrettanto certo che non ci ri Fromm ... Oggi ai giovani il merglior modo di aspettare la fine è sono più intellettuali che valgano cato offre le rimasticature di epigoquello di vivere come se si dovesse qualcosa. Quanto allo scambio, è ni degli epigoni ... E le pagine cuivivere sempre (ammiro profonda- diventato molto più difficile, ma turali dei giornali crescono, come mente e invidio chi ci riesce, io non non bisogna rinunciarvi, bisogna del resto quelle sportive, politiche, ne sono capace). Penso di non tra- sforzarsi di non interromperlo. O di economiche ... Tutto è gonfiato, dire nessun compito o responsabi- ristabilirlo. Però senza venir meno enfatizzato artificiosamente ... lità dell'intellettuale, ammesso che a se stessi, senza fingersi giovani, Hai disegnato un quadro disargli intellettuali abbiano missioni senza falsificarsi. Certo non posso mante del paese in cui viviamo e speciali o qualcosa del genere, se impedirmi di fare dei confronti. In anche della sua storia ... nutro più interesse per la storia dei quei malfamati anni '50, uno come Siamo un paese di formazione reE' strano, poi, che nessuno dei commentatori della ciò, sia pure un po' timidamente, a prenderne atto. svolta attuale abbia ricordato un episodio importante Invece, cosa è successo poi? E' successo che, dal come la scissione di Democrazia Nazionale, nel '76, momento che ali' esterno Rauti non si è mai completaquando, dopo la sconfitta elettorale che chiamava in mente emancipato da quel tipo di immagine, non causa la segreteria Almirante nella fase '72-'76, più appena i rapporti di forza nei confronti di Fini si sono della metà dei gruppi parlamentari abbandonarono il rovesciati, la sua nicchia è diventata quella della Msi. Lo abbandonarono perché non riuscivano a far nostalgia e lui, ormai abbandonato da quasi tutti quelli passare all'interno la loro linea di svolta moderata e che gli erano stati intorno, non ha avuto il coraggio di democratica e quindi dettero vita a Democrazia nazi o- reagire, finendo per imbarcarsi nella penosissima avnale, che era un'anticipazione, peraltro dai toni molto ventura dell'Ergife. più moderati e pacati rispetto alla svolta di Fiuggi, Croppi: Tornando a Fiuggi, quel che Fini ha fatto è della linea di abbandono dell'estetica neofascista e di stato, per un certo verso, ricostruire la destra storica, piena accettazione delle regole democratiche. con tutta la disinvoltura e la spregiudicatezza che l'ha Tornando poi al discorso Rauti-Fini, qualche dato può sempre contraddistinta. E di fronte a questa destra così essere interessante: Rauti fu eletto segretario del Msi complessa, la sinistra si è scoperta disarmata perché si contro Fini e fu inteso come un segretario di sinistra, è accorta di non averla conosciuta, di averla rimossa tra virgolette, comunque molto aperto ai problemi completamente, e quindi di non avere strumenti per della società complessa, dell'immigrazione, della mo- contrastarla. La sinistra ormai da anni continua a dire dernità. Rauti era anche visto come l'uomo della chec'èbisognodiunadestra,pretendendodiesserelei revisione dei rapporti tra il Msi e il fascismo e ricordo a disegnarsi il suo avversario, ma senza capire quali che allora, per l'incarico che ricoprivo nel Msi, avevo sono i meccanismi che storicamente determinano le predisposto delle fasi di passaggio per il cambiamento destre e le sinistre. La sinistra è stata quella che negli del simbolo. Avevo previsto di partire con l'elimina- anni scorsi, volendo trovare una distinzione fra la zione della bara sotto la fiamma per arrivare, in un destra e il neofascismo, ha fatto più volte riferimento secondo tempo, a un nuovo simbolo, ma Rauti ebbe proprio alla nobiltà della destra storica ed oggi si trova paura per l'opposizione che gli scatenò contro Fini al davanti un insieme di forze politiche che hanno tutti i grido di "Rauti spegne la fiamma". Poi gli eterni caratteri deteriori di quel tipo di destra, ivi compresa paradossi e le contraddizioni di questo partito hanno una grande spregiudicatezza e capacità di movimento, fatto sì che le parti si invertissero. di incursione nel territorio della sinistra. Tarchi: In definitiva, nel Msi il problema è sempre Tarchi: La sinistra, i democratici, stanno purtroppo stato quello delle etichette. Spesso, quando mi chiedo- prendendo una posizione che impedisce un travaso no di quegli anni, faccio molta fatica a spiegare che, in possibile di voti da destra verso sinistra, almeno a realtà, le componenti che dalla stampa venivano defi- breve o medio termine. Questo continuo mettere in nite "dei picchiatori", cioè quelli che amavano le campo argomentazioni che separano destra e sinistra maniere spicce, che non pensavano, erano componen- in maniera quasi metafisica non fa altro che rendere ti che si identificavano totalmente col mondoalmiran- sempre più difficile la possibilità di recuperare del tiano, che ovviamente è passato con Fini, mentre la terreno su quel versante ... Da parte della sinistra c'è un componente rautiana all'interno veniva combattuta po' anche l'idea che, mettendo un cordone sanitario perché considerata come la componente degli intellet- nei confronti delle destre, denunciandone continuatuali pavidi, di quelli che se ne stavano a leggere i libri mente tutti i mali, sia possibile operare una sorta di e non sapevano fare altro. All'esterno passava il mes- separazione definitiva fra un'Italia buona, che va da saggio contrario a questa realtà anche perché, bisogna sinistra verso il centro, e una destra che permane del pur dirlo, la accreditavano i missini di vertice che tutto incapace di affrancarsi dai suoi lati negativi. Ma puntavano a far sì che Rauti rimanesse eternamente in questo modo non ci si rende conto che, essendo una emarginato, dal momento che era stato coinvolto nelle parte del cosiddetto centro portato a gravitare verso la indagini su Piazza Fontana e ormai la sua immagine destra, questa separazione rischia di mettere la sinistra era completamente squalificata. La cosa si rovesciò un stessa in una posizione di minoranza irresolubile, po' proprio per effetto nostro, cioè del gruppetto che certo consolidata, ma mai capace di trasformarsi in allora si faceva promotore del progetto "Nuova de- maggioranza. Sarebbe necessaria una riconsideraziostra", perché, essendo tutti collocati nella componente ne globale del rapporto tra destra e sinistra, in particorautiana ed avendo deciso una linea di radicale moder- lare i rapporti di questo secolo, arrivando ad amnizzazione, a quel punto anche all'esterno si comin- mettere e che ci sono delle somiglianze fra le due, Bo 10 eca Gino Bianco cente, senza solide tradizioni de- pubblica Sociale. morti su un complesso di di 200mocratiche, che s'è già affidato La nostra resistenza è molto diver- 250.000 combattenti. Un dato imtranquillamente a soluzioni autori- sa da quella francese, polacca, gre- pressionante se si considera che era tarie. E' una discussione vecchia, ca, jugoslava ecc., perché quelli una guerra combattuta senza cantroppo lunga e complessa per farla sono paesi che hanno combattuto noni, né carri armati, né aerei. La qui. Gobetti individuava nella man- contro i tedeschi, sono stati sconfit- Resistenza viene liquidata subito, catari forma religiosa la causa della ti e occupati. L'Italia ha invece tutti hanno fretta di farlo, non solo nostra immaturità. Certo è che la combattuto a fianco dei tedeschi, e i democristiani, i liberali, i qualunChiesa è il fattore dominante della ancora dopo il 25 luglio l'alleanza quisti, anche i comunisti. Parri vienostra storia. Il Risorgimento è sì, non viene denunciata ("la guerra ne silurato da De Gasperi d'accorin una certa misura, una rivoluzio- continua"), e perfino 1'8 settembre do con Togliatti, e la Resistenza di ne, ma è operazione di élites. non è chiaro contro chi quel che lì a poco verrà addirittura criminaLa Resistenza è il primo e unico resta del nostro esercito debba com- lizzata. Quei rigurgiti della vigilia evento rivoluzionario della nostra battere. In una situazione di sfacelo delle ultime elezioni -il "triangolo storia. Non in senso strettamente materiale e morale, il paese è occu- della morte", Don Pessina ecc. - per politico. La Resistenza "rossa" è pato dai tedeschi che instaurano la chi è stato un ragazzo negli anni un mito da smentire. Certo la parte- Repubblica Sociale, la quale, per dell'immediato dopoguerra non cipazione comunista è stata la più quanto si reggesse solo sul loro rappresentavano una novità. La forte, ma vedere nella Resistenza il appoggio, rappresenta la continui- stampa che circolava in casa, gli prologo di una rivoluzione sociale tà col regime precedente, che era strumenti d'informazione potenti, è sbagliato. L'elemento rivoluzio- durato vent'anni. E quindi un gio- dal Corriere della Sera alle riviste nario sta nel fatto che un movimen- vane che, tra settembre '43 e primi settimanali di grande diffusione to, pur minoritario e geografica- '44, decide di non arruolarsi nel- come Oggi, continuamente portamente limitato, per la prima volta l'esercito fascista e anzi di prende- vano avanti campagne anti-partiriguarda l'intero tessuto sociale: re le armi contro l'autorità legitti- giane. Per non parlare del Candido comprende operai, contadini, le ma, sa che non rischia solo di mo- di Guareschi e del Borghese di donne. E soprattutto rappresenta rire in combattimento ma che se Longanesi. Il tentativo di squalifiuna frattura traumatica non solo viene catturato può essere messo a care, di infamare addirittura, il nei confronti dei padri ma anche morte come un disertore, un tradi- movimento partigiano fu subito ali' interno delle persone che vi par- tore, un bandito. fortissimo e purtroppo riuscì. Mentecipano. La quota di partigiani con tutti vollero tre i fascisti, dopo processi d'epuuna formazione e militanza antifa- razione ridicoli e risolti nel giro di sci sta prima dell' 8 settembre' 43, è liquidare pochi mesi, venivano riabilitati e minima. La stragrande maggioran- rimessi sulle cattedre, nella magiza è costituita da giovani che hanno la Resistenza stratura, nell'amministrazione, ricevuto solo l'educazione fascista molti partigiani venivano incarcee che di fronte al disastro del paese Questo fu il fatto rivoluzionario, e rati. Bisognerà attendere quasi entra in crisi, mette in discussione stare a far discorsi tecnico-militari, vent'anni, dopo il '60, perché la e rifiuta ciò in cui aveva creduto discutere quanto abbia influito la Resistenza tomi ad essere onorata. fino a pochi mesi, a pochi giorni lotta partigiana sulla liberazione Ma ormai era una rivalutazione poprima. E sceglie di disobbedire al- del paese, è abbastanza ozioso ri- stuma, formale, del tutto indolore l'autorità, di combattere contro I' au- spetto al problema principale. E' per il potere. Quel che di vivo, di torità. Autorità legittima, si badi, ovvio che i tedeschi in Italia vengo- nuovo, di rivoluzionario aveva in perché legittimo infine è chi detie- no sconfitti dagli anglo-americani, sé la Resistenza, che poteva essere ne di fatto gli strumenti del potere, e il contributo dei partigiani in ter- veramente l'atto di fondazione dele il potere nell'Italia del nord era mini militari è secondario. Ma il la nazione, era stato soffocato, nenelle mani dei tedeschi e della Re- prezzo è stato altissimo: 50.000 gato e distrutto. - quasi quante sono le differenze. Senza tale considerazione non è possibile recuperare credito e terreno nei confronti della destra. Croppi: E' indicativo anche che la leadership interna di An sia ormai ristretta al gruppo degli amici personali di Fini con l'aggiunta di Publio Fiori, Fisichella e Gustavo Selva, che sono gli unici veri apporti esterni, ma con I' esci usione sostanziale di quelle componenti interne al Msi che pure avevano in qualche modo contribuito a preparare la svolta di questi giorni. La cosa più eclatante in questo senso è l'emarginazione di Adolfo Urso, che è l'unico superstite della corrente modemizzatrice del vecchio Msi. Urso è quello che aveva inventato la formula "Alleanza Nazionale" e che ha messo in piedi la struttura che fu poi fornita a Fini al momento del primo successo elettorale. Adolfo Urso, in tutta la fase di preparazione di Fiuggi, ha fatto il vice-coordinatore di Fini ed era il naturale candidato alla vice-presidenza di An, mentre invece è stato escluso completamente dall'organo centrale di direzione del partito. Questo la dice lunga sul modo in cui Fini sta agendo all'interno. Torchi: D'altronde Fini, pensando come pensa lui, non poteva fare diversamente. Se An arriverà a esercitare una notevole capacità di attrazione sul mondo moderato e a portare progressivamente al proprio interno spezzoni consistenti, anche di vertice, di formazioni politiche o di ambienti sociali tradizionalmente estranei all'Msi, è evidente che se Fini non avesse dei pretoriani fedelissimi intorno e non sbarrasse la strada a tutti gli altri, un domani dovrebbe render conto del suo operato a questi nuovi alleati. Alt' opposto, lui vuole precostituire una posizione del tutto blindata, continuando a fare quello che aveva sempre fatto Almirante: dialettica interna zero, concessione di tutto quello che è concedibile agli amici e sbarramento con gli amici nei confronti di qualsiasi altro ambiente che possa portare con sé istanze innovative o diverse da quelle che lui rappresenta. Croppi: In televisione, per la stessa natura di questo media, vengono premiati la superficialità e il dinamismo e in questo Fini ha indubbiamente una forza enorme. Fini è esattamente il tipo di presentatore tv che MacLuhan disegnava 40 anni fa: vive della battuta, dell'attimo, e non avendo nessuna adesione profonda con quel che dice riesce a contraddirsi dieci volte nel corso di un dibattito senza darlo minimamente a vedere. Lui non si vergogna della sua contraddizione, forse non la vive nemmeno, e questo gli dà una forza comunicativa enorme. Fini in tv non ha mai svolto un solo ragionamento compiuto, chiaro ... Torchi: In questo è stato aiutato dai suoi interlocutori, soprattutto da quelli di parte avversa, come mi i capitato di dire già in settembre, alla festa nazionale dell'Unità. I suoi interlocutori, specie quelli di sinistra, lo hanno sempre e solo invitato a qualificarsi in .ordine al passato, a dire che non è più fascista. E' un gioco a cui da anni è abituato e tutti quegli interlocutori infervorati dalla passione del loro antifascismo gli hanno reso un grande servizio perché non l'hanno mai tirato fuori dal suo guscio, non l'hanno mai spinto a dire che cosa voleva realmente offrire a questo paese. La pregiudiziale antifascista ha agito da boomerang, ha funzionato al contrario, consentendo a Fini di operare avendo sempre sotto la rete di sicurezza che gli veniva dal sapere benissimo che su altri terreni che non fossero l'antifascismo non l'avrebbero chiamato in causa. Umberto diceva prima che non c'è stato nessuno spessore nel dibattito congressuale di Fiuggi, ma non ci doveva ·neanche essere, perché quello che si chiedeva alt' Msi morente e al suo segretario in ascesa era esclusivamente di ripetere, con adeguata pompa simbolica e rilievo mass-mediale, quello che aveva già detto un'infinità di volte sul superamento del fascismo e sul desiderio di accostarsi a una visione addirittura antifascista. Questo doveva fare, questo e non altro gli chiedevano i mass media e le forze politiche. A Fini va comunque riconosciuto di avere buon fiuto per l'immediato, di percepire ciò che l' elettore moderato o di centro-destra vuole sentire da lui. Sulla Stampa, nei giorni del congresso, è stato definito "fascista per caso", edè vero: lui non è mai stato legato a un progetto, a un'ideologia, a una visione del mondo. Croppi: Lo ripeto, dietro la nascita di An e il successo elettorale, non c'è nessuna strategia, tant'è che al momento della svolta, il referendum sul maggioritario, Fini si era schierato per il "no", in una posizione di difesa estrema del pezzettino di territorio elettorale. Torchi: Lui è un tattico, non uno stratega, e lo sdoganamento non era prevedibile. Detto tutto questo, non c'è dubbio che, proprio per le sue caratteristiche, in questo momento Fini sia l'unico leader che emerge. Non so quanto possa durare perché, messo nella necessità di tenere alla lunga una situazione del genere o addirittura messo alla prova del governo, non basta essere un buon tattico. Fini sa benissimo che per molti anni ancora il suo capitale di legittimazione è quello che è, certo moltissimo rispetto a prima, ma non abbastanza per potersi proporre come leader di uno schieramento moderato, e probabilmente vuole scavare sotto i piedi delle altre forze di centro-destra non per farle cadere, perlomeno non adesso, ma per garantirsi nei tempi medi una possibilità di gestione molto più diretta del blocco moderato. - UNA CITTA' 3

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