Una città - anno II - n. 12 - aprile 1992

SENZA. UTOPIA TUTTO E' STERILE Differenza sessuale e politica. Sulla libertà delle donne di abortire. Il sogno comunista . Intervista a Elena Baredi, scout caffolica e comunista ingraiana e consigliere comunale a Cesena. Elena Baredi, di 25 anni, è consigliere comunale del Pds a Cesena dalle ultime amministrative. Scout per circa 10 anni, tuttora cattolica. Comunista ingraiana, è nella sergreteria comunale del Pds di Cesena. Ha fondato nell'88 una compagnia di burattini, con cui fa spettacoli in giro per l'Italia. Questa storia della differenza sessuale come la vedi? Noi abbiamo degli esempi orribili di donne, ne conosco per esperienza diretta, che una volta ottenuto il potere, che è poi il potere di decidere, hanno lavorato esattamente come gli uomini. Pari pari. Non credo che sia come scontato che la donna possa trasformare il modo di gestire il potere. Tutt'altro. E' vero che le donne, una volta che hanno preso delle decisioni, possono portarle avanti in un modo diverso. Su temi anche fondamentali. Perché nei comuni, nelle regioni, l'assessorato ai servizi sociali è sempre affidato a una donna? Perché in qualche modo i servizi sociali appartengono al femminile. Anche per un'abitudine vecchia, anche brutta se vuoi, che è quella di pensare che la donna, siccome madre, siccome moglie, siccome infermiera, sia per natura più sensibile ai problemi degli handicappati, dei tossicodipendenti; perché è una mamma, sempre, anche quando fa l'amministratrice, è la mamma della famiglia, è la mamma di un comune, di una regione. Questo è un modo brutto di pensare perché io vorrei che una donna potesse essere mamma anche ali' assessorato al bilancio o all'urbanistica. Ma sicuramente su problemi come f' assistenza ai minori, la cura degli anziani, non già che i maschi non possano essere · sensibili, ma forse, l'emotività, l'affettività che una donna può mettere in campo è più forte, perché per storia e tradizione la donna si prende cura degli altri. Il maschio anche più affettuoso, più carino in una famiglia vive in modo diverso le relazioni familiari. Ha meno il senso del dovere alla cura. dentro la pancia della donna c'è una vita Faccio un esempio molto banale. Se si tratta di decidere per una casa per anziani, come strutturarla, eccetera, con la sua sensibilità e praticità la donna può vedere gli spazi necessari, della cucina, per il divertimento, l'uomo può far fatica a pensare subito che ci vuole uno spazio per stendere i panni, eccetera. O mettiamo che I' assessore al bilancio, guarda caso sempre maschio, debba dividere i soldi del comune, è chiaro che a tagliare si inizia dal centro donna, poi dalla cultura, eccetera. Forse una donna avrebbe lottato per fare scelte diverse. Forse. Tu sei ancora cattolica. A fronte di una sinistra da sempre emanci pazionista, il mondo cattolico ha sempre esaltato il ruolo diverso della donna, nella sua differenza irriducibile, la maternità. Ma io non credo che si possa ridurre tutto alla maternità. lo sono di versa da te anche se non scelgo la maternità. Non lo si può ridurre tutto al ruolo del- 'aogelo d.er focolare. li Pds ('~ ora ha fatto questo convegno sulla maternità, che ha fatto scalpore perché s'è detto che noi siamo per la vita. E da qualcuno è stato visto come un ritorno indietro sul problema dell'aborto. S'è detto che noi siamo per il rispetto di un albero, immaginiamoci di una vita nel grembo materno. Su questo siamo d'accordo, ma dire che siamo per una scelta consapevole della donna non vuol dire che siamo contro la vita. A volte avverto il rischio di tornare indietro. Ma l'aborto però si presta a discussioni di fondo, da credente poi avrai un problema in più... E' un problema di coscienza sul quale non ci può essere orientamento di partito o legge che tenga. Io ritengo che il bambino che è dentro la pancia di una donna sia una vita e in quanto tale vada salvaguardata, ma come scelta di coscienza mia. Ritengo, invece, che sia giusto per uno stato dare una possibilità alla donna di avere una maternità consapevole. Che se non ha scelto la sua maternità abbia il diritto di abortire. Ma se sei d'accordo che sia un omicidio come fai? Non è un problema facile. Io non abortirei, e dico che bisognerebbe fare educazione sessuale nelle scuole, che le ragazze a sedici anni sappiano che ci sono i consultori, che ci sono gli anticoncezionali. L'aborto come mezzo anticoncezionale è orribile, sono d'accordo. una maternità libera e consapevole A Cesena, ma adesso sta già cambiando, c'erano ragazzine che hanno abortito solo perché non ci avevano pensato prima, avevano una nuova vita dentro di loro e non sapevano ancora gestire la propria. Diciamogli prima che possono prendere la pillola. E poi l'aborto non è mai una scelta facile, è un'ultima possibilità che una società non può negare. Sarebbe uno stato che si chiude ... Ma dai alla donna un potere di vita e di morte. Bisognerebbe però avere il coraggio di decidere che la vita giuridica non coincide con quella biologica e psicologica. Non sarebbe una novità ... Non è un potere di vita e di morte, è la possibilità di decidere una maternità consapevole. Ti presento uno scenario da incubo. Associa ecografia ed aborto e poi pensa all'handicappato. Potrebbe essere sistematicamente soppresso. E' uno dei sogni di Hitler che si avvera. Fai ipotesi assurde. Per niente. Ho sentito un filosofo in televisione dire che, potendo saperlo in anticipo, per esempio dell'epilessia, forse S. Paolo, Cesare e Oostojevsky non sarebbero nati. O pensa all'India dove, grazie ali'ecografia, non uccidono più le femmine come facev oprima. Fa o l'aborto. Rendiamoci conto come potrebbe andare a finire. Tu cosa dici in un caso simile? Dico che non mi va bene. Perché il diritto che riconosco io è soggettivo, individuale, non di cultura collettiva. Noi non siamo in India. La mia è una dichiarazione di diritto individuale, della donna. Se io donna voglio scegliere se dare alla luce un bambino lo devo decidere io, punto. Se la mia maternità deve essere consapevole e libera, alla fine i conti li devo fare con me stessa e basta. con la mia • • coscienza, conti li faccio io Posso essere indiana, italiana, americana, non c'è compagno, padre, madre, sindaco che tengano, alla fine sono io donna, io madre che devo decidere, perché poi sarò io ad allevare, ad educare quel figlio. Ed anche con la mia coscienza poi ci faccio i conti io. E personalmente, te l'ho già detto, non lo farei. Poi ti ripeto che ci vuole prevenzione, educazione sessuale nelle scuole, cose che secondo me possono essere risolutive. Vai a ginecologia a Cesena a vedere chi abortiva 5 anni fa: le diciottenni che non si azzardavano a parlare con nessuno di pillola. E cosa risolveresti con uno stato che ti proibisce di abortire, che ti mette in galera? Certo l'aborto è l'ultima spiaggia, ma tieni presente in che paese viviamo. Un paese in cui una donna che scopa tre volte è una puttana e un uomo che scopa quattordici volte è un furbone. Inquesta situazione allora non me lo sento di proibirlo. Questo è un altro discorso. Se parli sul piano sociale, aborto clandestino e altro, lo capisco. Ma se mi vuoi affermare un principio assoluto di libertà, allora sento che nasce un problema. Ma questo è un pensiero terribile. Siccome tu dici che delle libertà ci si può approfittare non diamo la libertà alla gente? Perché devi ragionare in questi termini. Siccome la libertà di andare in macchina può portare a incidenti mortali non diamo la libertà di andare inmacchina. Siccome la libertà di stampa può portare a scrivere sciocchezze non diamo la libertà di stampa. Bene, con questo discorso allora continuiamo a far dei motori da 300 Km. all'ora, ma almeno mettiamo dei limiti. L'uomo è fatto così ... Ma allora diciamo che alle libertà bisogna essere educati, bisogna saper portare dei valori dentro le libertà, ma non mi puoi venire a dire che siccome della libertà ci si può approfittare non diamo la libertà. Per rne è aberrante. E' un discorso che può portare al totalitarismo, alla dittatura. Siccome l'uomo può fare un brutto uso della libertà non gliela diamo ... Se posso dire qualcosa è che l'ecografia ha cambiato le cose. Infatti è la tecnologia che ormai batte la strada ... Perché poi l'aborto la donna potrebbe sempre farlo, clandestinamente. Epoi c'è i/fallo che in questa società pensando a unfiglio handicappato, ci si pensa condannati a una vita CO di inferno. Allora la do1111sai troverà a ragionare su questo e poi sceglierà, ma comunque sceglierà, anche se è clandestino ... Ma allora vedi? Che c'entrano tante cose? Il discorso della società ritorna. E' decisivo. Viviamo in un paese in cui se ho un figlio handicappato per seguirlo devo lasciare il lavoro, perché la sanità pubblica so un qualche partito, ma discutere sulle questioni, la pace, l'ambiente, il rispetto dell'individuo. Quando io educavo i miei ragazzini e dicevo loro che la carta non andava gettata per terra o che una lattina di cocacola è il simbolo della povertà di altri popoli, era fare politica. Ma ad un certo punto ho sentito che non mi bastava più, così ho scelto di entrare in non me lo segue ... Allora devo aver la ,, 7.. ",,,,, 1 t>~- (4\',,,~ \✓ .~i) possibilità di sce- ~\ , · ~✓✓ / ,ffi'. \. · g liere. Ma tu, alla '• ;e· l':.""> ✓✓.,, <, • , 1-Y ~ ì fine, mi vuoi far dire . • ; l · H- • che le donne che ~(-~ -0✓., t_.,."")(·-~- abortiscono sono •.· . l': A ~ · ;~(~ delle assassine. lo >' \ ' ,'f ~, "'· questo non te lo dirò , ~;, ~ J ~ · ,e..,,,," ? {, • _.;.,✓ ' ? ?', /.,, ..,. ,,,.: ma1. ~ -=Ù • ..i' ;,i ~-:,._:.}: M , d - ;, ~.t"' ~/-:;,•·J: ano,perove oun i H~/ ,',.,1} ;~- / problema grande... ?', ;_~,-:,. 1 ,,,w '-1,~ 't:::f Perché dal punto di ;t ~ ~\ ,,,,,,.·.~- vista sociale anche i .(. ' -:,:<-- 11 t;f,' ·_'? la drogata che par- , •: ~ ' _/•-,.... '\"?., I . llt< • _~, ,...,·· torisce in strada e ,. r .. ' _q~...,,,')), -~ poi butta il neonato ,.,_. -=. ~ nel cassonetto è una ~ ~ ·( !il_? disgraziata. Però ~~- \ ,,. avrà ben commesso ',1 ' un reato? Allora? No, nessun reato. Bisognerà chiedersi innanzi tutto perché, come ci è finita a partorire per strada. Ma parlare di reato ... Io non posso colpevolizzare una donna disperata e mandarla in galera. Beh, mi sembra che tu non abbia proprio il concetto di reato. Tu hai una fiducia nell'uomo talmente illimitata... L'uomo è solo buono, il resto è accidente. Questo è vero. Mi rendo conto di questo ed è una critica che accetto. Ma io credo che l'individuo nasca buono, o almeno neutro, tabula rasa. Sono poi la famiglia, l'ambiente, gli amici che lo formano. E allora un individuo non è mai condannabile di per se stesso. E mi chiedo quanta responsabilità ha la società, quando succedono certe cose terribili. Se poi quella donna la vogliamo mandare due anni in galera, facciamolo, ma mi sa che sia più per la nostra buona coscienza. Se la mia amica uccide suo figlio anch'io mi sentirei responsabile. E se risolvessimo i problemi sociali forse poi parleremmo meno d'aborto. Parliamo di politica. Sei passata dallo scoutismo al consiglio comunale come PDS. Ma io continuo ad avere rapporti con la mia parrocchia, continuo a discutere con i capi scout, i miei amici sono lì, non sono più scout ma il patto scout dice che chi lo è stato lo resterà per sempre. cosa P.a'la di più. Il gruppo o il consiglio? Nella mia parrocchia eravamo poi un gruppo in gran parte di sinistra, votavamo già a sinistra, credo che loro l'abbiano visto come un percorso naturale finire a fare politica. Noi ci eravamo sempre detti che lavorare con i ragazzi entro una parrocchia era già fare politica. Perché per noi politica era non già orientare i ragazzi ver- ' un partito. E discutiamo ancora molto su questo fatto: che cosa paga di più? Fare politica in questi gruppi, viverla come esperienza quotidiana di cultura oppure fare l'esperienza di amministratore in un comune? Te lo chiedo anch'io ... Bisognerebbe poter fare entrambe le cose. Perché l'una senza l'altra ti stanca. Insegni ai ragazzini per dieci anni e poi fai fatica a vedere i frutti e pensi che questo discorso sia sterile, improduttivo. E fare l'amministratore ti delude, non ti gratifica sul piano umano. Troppo spesso chi fa politica con i ragazzini è troppo lontano dai problemi del governo di una città, per esempio non si rende conto dei tempi che non possono essere veloci nel governo della città, mentre chi amministra è troppo lontano dal modo di pensare di chi si muove in un gruppo. Se tu fai entrambe le cose, se hai questa sensibilità di strada, puoi lavorare meglio nel governo di una città, puoi ridurre ad esempio i tempi di una pratica. li mio gruppo scout fa una battaglia per introdurre dei semafori ad un incrocio pericoloso. E non capiscono che i tempi per una cosa simile sono lunghissimi. Ci vuole la discussione in commissione, in giunta, in consiglio comunale, poi deve essere deliberato, poi deve andare negli uffici ... E d'altra parte il vicesindaco non riesce a capire quanto sia importante per un gruppo avere una risposta, ottenere dei risultati. E poi ormai viviamo in una società del "tutto e subito", della televisione, del telefono cellulare, i tempi fra l'emittente e il ricevente sono immediati. Mentre un cittadino per avere risposta dall'amministrazione deve aspettare mesi, come minimo. E' un dramma della politica. E nel cittadino si è consolidata l'idea che bisogna aspettare. D'altra parte stanno nascendo nelle città gruppi per tutte le cose. Davanti a un quartiere non c'è il cassonetto della spazzatura e la gente firma, fa la petizione. La gente è ormai pronta a firmare per qualsiasi cosa. Bisogna stare attenti a tutte queste esigenze, anche se possono sembrare così poco culturali, ma sono importanti. In piccolo però sono lobbies. In alto e in basso, nel bene e nel male, si formano gruppi che fanno pressione. Usando poi la minaccia del voto. Forse bisogna accettare che le cose vadano così, fa un po' paura, però... C'è il rischio che ci vada di mezzo chi è solo e non conta nulla: Questo è un pericolo. Dipende poi dalle scelte che si fanno. Ma viene dopo. L'importante è che ci si parli fra cittadini e amministratori. Questo rapporto manca. Poi, certo, si può sempre scontentare qualcuno. Il problema "cassonetto" dà poi la possibilità di parlare anche di altri problemi, di cosa pensa la gente del proprio quartiere. Faccio fatica a pensare al gruppo di cittadini come lobby. Poi, certo, la responsabilità di decidere è dell'amministratore. Ma ci dovrebbero essere più cittadini che fanno politica. Non vale dire che la politica è ormai una cosa orribile e non ci riguarda, perché continua a riguardarci. Allora· perché non accettare la sfida di cambiarla? Tu sei cattolica, scout, consigliere comunale e comunista ingraiana. Come concilii il tutto? lo sono tutte queste cose sempre, comunque, in qualsiasi situazione mi trovi. E l'ottimale sarebbe continuare a poter fare anche tutte le cose. Io ho dovuto interrompere il mio rapporto con l' Agesci perché il Vescovo ha ritenuto saggio che uno scout non facesse il consigliere comunale, ma del PDS bada bene, perché uno scout democristiano è stato in consiglio fino a poco tempo fa. Non so poi se avessi trovato il tempo per continuare a fare tutto, certo è che non ho abbandonato lo scoutismo. lo sono ingraiana perché ritrovo nelle idee di lngrao quell'idea di politica come servizio agli altri che è poi l'idea fondamentale dello scoutismo. Lo stesso consiglio comunale lo vivo in questo modo. Non so se penso che la politica è un servizio prima come cattolica: e poi come ingraiana, è la mia persona che mi porta a dire questo. Ma è stato negli scouts che abbiamo cominciato a parlare di questo. Con gente più grande di me che erano Cristiani per il Socialismo, e andando nei campi di lavoro estivo, in Francia. Lì ho maturato questa idea della politica come servizio. Che non è un'idea di sacrificio per gli altri, è semplicemente l'idea di occuparsi di qualcosa di più grande del tuo piccolo giardino. Tutto qui. A me sembra tutto molto semplice. Nel marasma incui ci troviamo ... Tu dici servizio e basta. Che, fra !;altro, mi sembra molto cattolico e poco ingraiano ... Non è vero. tu dovresti leggere "Le cose possibili" di Ingrao. Dice che la politica è un sogno che ti fa vedere come possibili cose impossibili. Ma il sogno di Ingrao è diventato un incubo. Non si può sognare tutta una vita senza fare mai una manata di conti. .. Ma quale incubo! Allora chiariamo in quale comunismo ha creduto e crede ancora Ingrao. E' caduto il muro di Berlino ed io sono stata contenta. Contenta. Non ho provato né tristezza, né rammarico. Con me è stato contento lngrao. non. sono le idee clte ltanno faffo • • • • , cr1m1n1 Io credo al comunismo dell'uguaglianza e della libertà degli uomini e delle donne. Al comunismo che dice che le libertà degli individui non vanno mai represse da nessuno. Ma queste cose le dicono in tanti ... Le dice il Vangelo. E poi i motivi per cui è nata l'idea_ di comunismo non sono più fondati? Io a questo sogno ci credo ancora. E' un sogno non solo del passato, ma che resta attuale. E' un'utopia di cui abbiamo ancora bisogno. Pensa al mondo del lavoro, al ·pacifismo, al problema del nord-sud, il capitalismo ci ha già fatto vedere anche lui di cosa è capace. Allora? Tu ti rifai tranquillamente a due tradizioni che hanno costellato la storia dell'umanità di vittime e non ti fa problema? Non sono state le idee che hanno fatto i crimini, sono gli uomini e le donne che hanno tradotto queste idee. Loro hanno commesso i crimini. Uomini come Stalin. Ma ci sono stati anche dei santi, che hanno dato la vita contro Hitler ... Non sono lo stesso le idee. Io dico che certe idee vanno ridefinite, vanno ripensate. senza utopia le cose piccole sono sterili Riscriviamo il manifesto, riscriviamo il V angelo. E' il mio sogno, di riunire questi due pensieri. Siamo passati da un periodo in cui si teorizzava tutto a un periodo in cui si fa il pragmatismo più bieco. La politica dei soldini. Ma anche le cose più piccole senza un'utopia sono sterili. Questa politica ha scaraventato via con le ideologie anche le idealità. Ma è una vergogna. Perché le ideologie ci spaventano, hanno dato vita a fanatismi orrendi, a Hitler e a Stalin, ma senza idealità non ci sarebbe neanche un missionario che va a spazzare la strada in un paesino sperduto. Senza il sogno non sarebbe possibile neanche il servizio. Neanche la solidarietà. Senza le cose impossibili è impossibile anche fare le cose possibili. Leggetevi "la vita è sogno" di Calderon de la Barca ... Bellissimo. -

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