La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 10 - dicembre 1995

base di tutta l'educazione infantile in ogni ceto: areare gli ambienti, prendere una boccata d'aria dopo pranzo o dopo cena, portare all'aria gli infermi o i lattanti nell'ora più calda... Da molti anni quest'ordine è Stato tradito, e la città ha minato la salute di molte persone ma non le abitudini né la fiducia in un modo di comportarsi tanto semplice: alzarsi presto al mattino, passe~giare all'aperto, visitare i giardini era la facile ricetta di una condotta che trovava anche in città la ricreazione. O~gi è diverso. L'aria è stabilmente nociva e lo si sa. Non lo si sa abbastanza da renderci capaci di aggredire il problema, ma l'illusione di vivere secondo un ordine alla portata di ciascuno è andata in frantumi. Al suo posto io credo ci sia un disagio, quello che porta alcuni a fuggire dalla città ad ogni momento, e altri a forzarsi di far finta di nulla; può anche crescerne uno più profondo: il disturbo mentale di chi è troppo impotente rispetto alla salvaguardia di sé. I dati dell'inquinamento, come tutti i dati in possesso dell'amministrazione pubblica sono divenuti pubblici da pochi anni. Precedentemente politici e amministratori avevano in mano una delega in bianco da parte della popolazione e ciascuno viveva in una zona di segreto. Oggi ancora la pubblicizzazione è parziale e legata a diverse pratiche che continuano a .tenere a distanza i singoli ·cittadini: sono ancora le amministrazioni pubbliche a gestire l'informazione e l'organizzazione dei dati, che può avere accentuazioni diverse. L'informa~ zione finisce per arrivare ai cittadini tramite la stampa con l'ulteriore mediazione di giornalisti e direttori di giornali. . Per quello che riguarda l'inquinamento atmosferico in questi anni si è già compiuto un percorso. All'inizio c'è stata la rivelazione del1'esistenza dell'in·quinamento atmosferico: in particolare a Milano, era il '91. Ci stupì il commento di Legambiente che disse, secondo la stampa, che non si dovevano spaventare così i cittadini. In seguito altre città tolsero dall'isolamento Milano, fino ai tempi recenti in cui dappertutto fuorché a Milano si verificano blocchi del traffico. Ben presto le soglie che la Legge definisce concentrazioni di inquinante massime sopportabili in un dato tempo di esposizione, soglie inderogabili e non superabili, sono divenute sinonimo di aria buona, il che non è. Nel ventaglio di cifre che giunge fino a loro c'è naturalmente una gradazione di salubrità che diONTHEROAD venta danno. Inoltre, permanere lungo tempo a livelli vicini a queste e cumulare la presenza di più in~uinanti è persino .più dannoso che superarle di quando in quando. Diversi quotidiani avevano preso l'abitudine di pubblicare i dati rilevati dalle centraline locali e diffusi ogni giorno; venivano comparati con le soglie definite dai provvedimenti di prevenzione e di tutela che fanno coincidere le soglie di legge con quelle più moderatamente chiam;ite di "attenz10ne", m seguito maggiorate per il CO; divenivano di "allarnie" quelle doppie (400 ug/mc.l'NO2 e 30 mg/mc per il CO, orarie), e solo queste, dunque, erano pericolose, anche perché a Milano ben presto soltanto questi livelli comportarono provvedimenti sul traffico. Oggi una previsione meteorolo$ica favorevole alla dispersione degli inquinanti per il giorno successivo ritarda ulteriormente gli allarmi. Ha cominciato "La, Repubblica" quest'inverno a introdurre il suo giudizio sulla qualità dell'aria, rendendone immediata la lettura. Ebbene, questo giornale non dichiara su quali dati sono organizzati i suoi giudizi, e vi si è letto che l'aria era .sempre "normale" (ben diverso da "così così", "cattiva", "pessima" - che sono lè altre sue diciture) nonostante i livelli degli inquinanti fossero alti e comportassero dei danni già a soglie di lungo periodo di 1 SO ug/mc di NO2, e per i malati di circolazione quella di 10 mg/mc per otto ore. Normale era l'aria, anche se tutti i dati erano alti contemporaneamente! Seguì "Il Manifesto", con l'eliminare il servizio di informazione: non riceveva i dati né sempre né in tempo utile. Da poco "Il Corriere della sera" ha sostituito i dati delle centraline di zona con una sua sintesi complessiva che indica se l'inquinamento è basso, medio, rischioso o pericoloso. Il fatto è che così anche quel diritto alla pubblicità che dovrebbe portare i cittadini a controllare e giudicare l'operato di chi li rappresenta e amministra si va perdendo, ristabilendosi la stessa delega,·perdipiù ogsi ctata da cittadini che non possono dirsi non mformati. Se ci pensiamo, il fatto stesso di avere città disseminate di apparecchi che dovrebbero dirci tutti i giorni se l'aria è respirabile o no è indice di una società molto distratta o pericolosa nelle sue scelte. E questo perseverare nell'irresponsabilità è anche un gran brutto. messaggio che viene dato ai più giovani. ♦

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