La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 10 - dicembre 1995

mente dedicata a definire le dimensioni, le localizzazioni, le caratteristiche strutturali e i percorsi dell'immigrazione cinese in Italia (F. Carchedi); ad analizzare più da vicino, sotto il profilo culturale e organizzativo, la vita di sette comunità insediate in regioni del Centro-nord del paese (Susanna Galli); infine, a documentare in modo circostanziato - con abbondanza di riferimenti empirici - gli aspetti socio-economici dell'inserimento relativamente recente di nuclei e di imprese cinesi in Toscana, e i problemi nuovi che tale presenza ha comportato per le amministrazioni, per l'organizzazione scolastica, e su altri piani della vita locale (A. Tassinari e Nedo Barracani). Anche questa parte, però, è introdotta da un ampio capitolo di G. Camfani sulla diaspora cinese ne contesto delle nuove migrazioni internazionali. Appunto a documentare aspetti concreti e teorici di quella problematica è poi dedicata per intero la seconda parte, che presenta due contributi di ricerca su situazioni specifiche (quella parigina, a cura di Lee Hùu Koa; e quella spagnola, a cura di C. Garcia Mateos), ed è completata da due rilevanti saggi di riflessione teorica, dovuti a E. Ma Mung ("Non-luogo e utopia: la diaspora cinese e il territorio") e a Know Bun Chan, sociologo dell'Università di Singapore ("Migrazioni, dispersione e identità: il nuovo cinese d'oltremare"). 3. Il quadro che così si delinea per ciò che riguarda l'Italia ma più in generale l'Europa (continente nel quale l'immigrazione cinese è giunta tardi rispetto alle correnti del secolo scorso verso 1'Asia e le Americhe, insediando comunità - nel corso del primo · trentennio del secolo attuale - in alcune grandi città: Parigi, Londra, Amsterdam, Milano e poche altre) è a grandi linee quello di un particolare modello migratorio imperniato sulla costituzione di imprese .familiari, sulla tendenza alla concentrazione dell'insediamento abitativo, su -una erescita - prima relativamente contenuta, più recentemente acceleratasi - alimentata dall'attivazione di catene migratorie su basi di parentela, affinità o comparaggio: circostanza che spiega le omogeneità di provenienza regionale delle diverse comunità. Va aggiunta la salvaguardia attenta della cultura d'origine, ma anche il fatto - messo in rilievo in molte ricerche - che ciò sembra coniugarsi senza difficoltà con una forte domanda di scolarizzazione e di formazione rivolta alle istituzioni dei paesi ospitanti. Vengono così sottolineati alcuni tratti salienti comuni alle comunità cinesi insediate in Europa. L'immagine che ne emerge, anche considerandone le possibili varianti, sarà però sfocata e fortemente incompleta, se si trascura di dare il giusto rilievo ad un elemento strutturale (ovvero non solo di contesto, ma costitutivo delle forme assunte da questa migrazione): quello che nella letteratura ha giustificato l'uso - in proposito - del termine diaspora nell'accezione forte del termine. "La diaspora - ha scritto Emmanuel Ma Mung già nel 1992, in un numero monografico della Revue des Migrations Internationales intitolato appunto "La diaspora chinoise" - può essere considerata ( e in una certa misura essa stessa si considera) un continente immaginario, composto da una molteplicità di luoghi: le differenti località nelle quali le popolazioni della diaspora stessa si sono stabilite. I livelli significativi per l'analisi sono dunque la scala internazionale e quella locale (... ). In un certo senso, ci si sposta da un luogo all'altro, piuttosto che da un paese all'altro. Ciascuna località è una parte del tutto e contemporaneamente un microcosmo della diaspora". Nessuna singola comunità dunque, in quella luce, potrebbe essere adeguatamente studiata senza tener conto di quelli che vengono individuati come i caratteri principali che definiscono la diaspora: la multipolarità della migrazione e la interpolarità di relazioni (uno dei poli - caricato di particolari valenze simboliche e reali - essendo la madrepatria). Le comunità della diaspora - pur con tutte le differenze generate dalle interazioni che sviluppano nei contesti in cui sono inserite - appaiono così come gruppi strutturati che vivono una identica tensione: per usare ancora le parole di Ma Mung, tra "la coscienza e il sentimento di appartenere ad un unico gruppo quanto al riferirsi ad un territorio e a una società d'origine" e la consapevolezza "di appartenere ad una medesima entità so·ciale per così dire a-territoriale (... ) o tendenzialmente extra-territoriale". Non sembra irragionevole pensare che a quella tensione possano essere ricondotte sia la singola forza e capacità di adattamento di quell'immigrazione, sia - per contro - i sospetti di ambiguità e di scarsa leggibilità dei quali è fatta oggetto. In conclusione, l'indubbio · fascino di questo approccio non esime certo dal dovere di sviluppare la ricerca empirica (in particolare, come s'è detto, considerati i forti ritardi italiani sull'argomento). Proprio in quella direzione, anzi, stimola a procedere questo primo libro, lasciandosi alle spalle - ma non senza trarne alcuni avvertimenti duraturi - l'indignazione a cui accennavo in apertura. ♦ YJ2Q

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