La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 9 - novembre 1995

-;ecancellata dalla mia memoria, non so quante Jossibilità avrei di trovare una persona che mi Jiacesse quanto lei e con cui si potesse creare tn legame così importante. Lo ripeto, questo liscorso non mi interessa perché sono malato. li rapporto con gli amici, la ricerca all'Univ'er- ,ità, tutte le cose che per me avevano imporanza quando c'era Viviana, oggi.non hanno lo ,tesso valore, non riescono a sostituire il no- ~tro amore. Quando Viviana è morta ho detto ai miei 1mici che non era mia intenzione suicidarmi e -luesto per motivi ben precisi. Tutto ruotava intorno a Viviana, però se mi fossi ucciso avrei smesso di ricordare e per me ripensare agli undici anni trascorsi insieme è una cosa importante che mi dà contemporaneamente piacere e dolore. Uccidermi, avrebbe procurato un dolore ingiustificato a mia madre. Ho però anche detto ai miei amici che se si fosse innescata quella spirale di malattia da cui è impossibile uscire, avrei fatto quella scelta. So che questo potrebbe avvenire tra dieci giorni come tra due anni, ma ormai mia madre non c'è più e la mia famiglia è praticamente inesistente. Oggi vivo non solo la solitudine dell'assenza di Viviana, ma anche la solitudine di ogni mia azione. So che mi può venire un accidenti e che in quel caso sarò solo, se mi verrà la febbre sarò solo, ma solo davvero. Questo è un problema serio, per cui oggi non ho paura della morte, ma ho una grande paura della malattia. Per quasi due anni ho lottato al fianco di Viviaç 11 IITF F ~11\/ 177/4 na, l'ho vista soffrire ed ho paura dell'eventuale sofferenza e della solitudine. Una delle cose che un po' mi conforta è che Viviana non è morta sola, perché ha avuto me vicino fino all'ultimo istante. So che a me questo non succederàperché non c'è nessuno chepotrebbe starmi vicino. Se c'è una cosa importante in questa malattia, come in tutte quelle gravi, è il non essere soli, ma purtroppo in questi casi bisogna nascondersi e ciò aggrava ancora di più la situazione. È orribile doversi nascondere quando più si ha bisogno di aiuto e comprensione. Ho raccontato la storia mia e di Viviana, anche se all'inizio avevo qualche perplessità per la paura di non riuscire a farmi capire. Non è facile far comprendere tanti anni di amore e di sofferenza legati alla malattia, ma in qualche modo bisogna far conoscere a tutti coloro che non sanno, cosa significhi star male quando si è giovani e rendersi conto che la propria esistenza può essere molto breve. Non tutti capiscono cosa significhi rinunciare a tante cose belle della vita, rinunciare ai figli. Sono convinto che la mia storia, la nostra storia, finita così tragicamente, anche se la tragedia non è ancora conclusa, sia una bella stona che ha molto da dire. È una bella storia con tanto amore dentro, con tanta capacità di saper affrontare le difficoltà e di continuare a vivere. ♦

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