La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 9 - novembre 1995

che non ero d'accordo con la diagnosi mi opposi, cominciando a caricarmi di responsabilità nei confronti della salute di Viviana. Poi improvvisamente le uscì una bozza sul petto e le analisi diagnosticarono la salmonella, per cui iniziò la terapia antibiotica e fu messa a riposo assoluto. Ne ha passate tante, ma ha affrontato sempre le situazioni con coraggio, forza d'animo e grande capacità di so.rportare il dolore e le seccature. Questa stona è andata avanti dalla fine del 1992 all'estate del 1993. Comunque anche se sapevamo bene di che malattia si trattava non perdevamo mai la speranza che il periodo negativo passasse e ne venisse uno migliore. Purtroppo le cose non andarono così, Anche quell'anno andammo in vacanza, però Viviana non era la stessa dell'anno prima, aveva difficoltà nei movimenti e aveva perso la leggerezza e la grazia che l'avevano sempre contraddistinta:. A Settembre, Viviana cominciò a mostrare evidenti difficoltà a parlare e mi accorsi che non- muoveva più bene il braccio sinistro. Sono un neurologo .e non potevo riconoscere cosa stava succedendo, in quel momento ho conosciuto il panico, la voglia di scappare via e di mollare tutto, ma non potevo farlo: Viviana aveva bisogno di me. Nessuno può immaginare cosa abbia significato raggiungere la macchina, farla uscire dal parcheggio, farci entrare Viviana e portarla in Ospedale. Riuscii a farle fare una Tac che non evidenziò nulla e il giorno dopo fortunatamente la sintomatologia era quasi completamente sparita, era tornat;a la Viviana di sempre, decidemmo di prenotare una risonanza magnetica. Fortunatamente dopo quattro ore sapemmo che non c'era niente e ci tranquillizzammo un po'; sembrava proprio che il cervello di Viviana fosse sano. Poco alla volta cominciammo a riprendere la vita normale. Viviana tornò in ufficio a lavorare, cercavamo di pensare solo alle cose belle. Verso la fine dell'anno avremmo dovuto cambiare casa e questa per noi era una cosa molto importante. Fino ad allora avevamo vissuto in un piccolo appartamento, adesso dovevamo andare a vivere m una casa più grande e più bella. Questo in epoca normale ci avrebbe riempito di gioia, mentre in quel momento non era facile continuare ad essere conten,ti, a seguire i muratori, a scegliere i mobili. Nonostante ciò riuscimmo ad essere felici anche nella tragedia, però il destino ci si accanì contro. Pochi giorni prima del trasloco mia madre e mia zia vennero a trovarci e io mi accorsi che mia madre aveva uno strano colorito giallo e fatti gli accertamenti scoprimmo che aveva un carcinoma dal pancreas: un'altra coincidenza diabolica, Cominciò un periodo faticoso perché mia madre fu ricoverata e Viviana tutti 1 giorni dopo l'ufficio andava ad assisterla. Non è facile fare cose faticose quando sai che il futuro è potenzialmente molto triste, però andammo avanti e arrivammo al periodo di Natale. Da quel momento in poi gli eventi precipitarono e a Viviana si ripresentarono le difficoltà nel parlare e nel muovere il braccio. Duravano poche ore e poi sparivano, però cominciavano ad essere molto frequenti, aveva. anche dei problemi epatici di cui non si caeiva la natura. Mi vidi perduto, non riuscivo più a controllare la situazione, erano responsabilità grosse e avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse nelle decisioni. Verso la fine di gennaio Viviana si ricoverò a Malattie Infettive e le fu diagnosticata una malattia virale, così cqminciò la terapia antivirale e per qualche giorno sembrò che stesse per riprendersi, subì anche una trasfusione e questo forse la tirò un po' su, però cominciò a chiudersi in se stessa. Ad un certo punto cominciò l'affanno ed una polmonite che non si riusciva a controllare con nessuna terapia. Due giorni dopo non ce la fece più ed è morta. La storia è questa, ma forse io non racconto ciò che davvero vorrei, il grande amore che provavo per Viviana, il grande amore che aveva lei per me. Proprio per questo siamo riusciti a vivere ragionevolmente bene questi due anni. Un'altra cosa che forse andrebbe raccontata è l'importanza di Dio, in queste situazioni, per chi ci crede. Io non ho mai avuto questa fortuna, sono sempre stato dubbioso sull'esistenza dell'aldilà, Viviana, invece, ci credeva e per lei è stato sicuramente importante; questa malatti,;i non può che avvicinare a Dio. Dopo la morte di Viviana mi sono ritrovato ad essere solo e poi ancora più solo quando due mesi dopo è morta mia madre. Una delle atrocità del mio destino è stata il rivedere, dopo due mesi, la sofferenza di Viviana sul volto di mia madre. È incredibile, ma oggi, per me la cosa meno importante è essere ammalato. Prima eravamo insieme e ciò ci dava una profonda forza ed una grande voglia di lottare, di continuare a vivere. Chi mi ha conosciuto sa quanto mi sia battuto, senza fermarmi di fronte a nessun ostacolo, per far sì che Viviana stesse bene.. Oggi tutto è cambiato. Non posso spiegare il legame con Viviana, era enorme, profondissimo. Non si può essere tanto fortunati due volte, è difficile pensare di trovare un'altra persona così, ci vogliono anni per creare un leg~me così profondo. Ma q_ues~e sòno pure fantasie, sono malato e devo dire m tutta onestà, in piena lucidità e senza depressione che l'idea della morte mi dà conforto. L'idea che la mia sofferenza possa non durare a lungo mi consola. Se dovessi pensare di vivere altri 30 o 40 anni senza di lei, non so se reggerei. Comunque anche se la morte non mi fa paura, anzi l'attendo, non significa che abbia smesso di vivere. Non ho mai smesso, da quando Viviana è morta, di cercare i piaceri della vita, il piacere del sole, il piacere di stare con gli amici, il piacere di ridere, il piacere di una buona mangiata. Non ho smesso di assaporare i piaceri che mi sono permessi, non mi sono lasciato andare, continuo a vivere, ma il problema più grosso è che mi è venuto a mancare il senso della vita. Tutte queste cose, sono piacevoli, ma valgono molto poco rispetto al senso totale e profondo che aveva per me e per quello che ho perso. Ero felice e la felicità derivava dal nostro stare insieme, semplicemente dal fatto che l'altro esisteva, che era lì vicino. Oggi tutto questo non c'è più, ma io non ve~eto assolutamente, anzi da un punto di vista mtellettuale e mentale mai nessun periodo è stato così "riccoe denso di piaceri e riflessioni. Può anche darsi che con il passar del tempo avrei potuto creare nuovi rapporti, non ho difficoltà a crederlo; già il giorno dopo la morte di Viviana ero "in crisi di astinenza" perché venivo da un bellissimo ra.rporto che mi mancava. Bisogna essere realist1; non so per quanto tempo in un altro rapporto avrei continuato a cercare Viviana e poi, anche se il tempo l'aves-

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