La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 8 - ottobre 1995

doppio lavoro in cui c'è almeno uno stipendio formale. Naturalmente anche gli strumenti, gli spostamenti e persino la possibilità di frequentare il bar per cercare lavoro comportano delle spese e di,pendono da qualche attività di base oltre il mirumo assistenziale. Vi ho mostrato una panoramica delle diverse opinioni sull'economia Sommersa. Credo che sia un atto importante da un punto di vista anarchico e sono contento che Freedom Press, una casa editrice anarchica, abbia recentemente pubblicato un'interpretazione anarchica del fenomeno, il volumetto The Employment Question (La questione dell'occupazione) di Denis Pym, nel quale l'autore mette in discussione la legittimità delle istituzioni occupazionali e il monopolio della creazione di ricchezza che a esse attribuiamo. La nostra è già un'economia doppia avente da un lato il capitale, il cui obiettivo è fare a meno del lavoro, e dall'altro l'economia non ufficiale, non quantificabile e domestica che, secondo Pym, "offre alla gente l'opportunità di ricongiungere la propria vita sociale ed economica e di utilizzare gli strumenti e le tecniche più adatti ai propri requisiti personali e sociali". L'eroe di Pym è abile nelle attività manuali, dotato di inventiva, il faccendiere locale, l'uomo o la donna che sfrutta il suo ingegno per soddisfare direttamente e reciprocamente le esigenze umane negli interstizi della cosiddetta economia "vera". Secondo Pym l'imprenditore, il dirigente industriale e commerciale ad alto livello, non il piccolo organizzatore, è un personaggio pubblico egocentrico, spavaldo, imponente. L'abile tuttofare, la persona in cui confidiamo per il funzionamento delle cose, le relazioni, le macchine e il mondo naturale è il nostro simpatico, intimo, indispensabile vicino. ♦ ~ CAPITALE DEL RISPARMIATORE, RENDITA IN SOLIDARIETA' NicolaFerrone In Italia e nel mondo è in corso un processo di impoverimento generalizzato. Una forbice lunga ed inesorabile si allarga ogni giorno che passa fra i ricchi e i poveri di questo paese. Lo confermano i dati dell'ultimo studio del Censìs. Fasce sempre più ampie di emarginati ed esclusi dal sistema sociale: giovani disoccupati, malati mentali e fisici, minori, anziani, disabili, immigrati, famiglie povere in aumento, per non parlare poi dell'aumento dei suicidi, degli zingari, della prostituzione, ... E alle porte c'è una segnalazione ufficiale dell'Onu: entro il Duemila ci saranno nel mondo un miliardo e trecento milioni di nuovi poveri, soprattutto nel Terzo e Quarto mondo. Quel Duemila che dovrebbe essere segno di vita sulla terra, di civiltà, rischia di passare alla storia come il millennio dell'abbandono e della miseria. Contemporaneamente la trasformazione della società ci indica con chiarezza alcune linee di tendenza e la crisi evidente di alcuni grandi "dogmi" o istituzioni'. Lo Stato, con la diminuzione dei finanziamenti sia a livello nazionale sia a livello internazionale, cerca di smantellare l'attenzione al "sociale", non è più il garante dei diritti soggettivi di vita della persona, di un popolo, quei diritti essenziali come alimentazione, salute, educazione, ... Cioè viene buttata a mare la positiva responsabilità e interesse della collettività per la parte più abbandonata ed emarginata della società. Invece uno Stato democratico dovrebbe garantire il diritto al minimo vitale universale e al soddisfacimento dei bisogni essenziali, non come elemosina, ma come diritto di giustizia. L'Organizzazione delle Nazioni Unite, l'Onu, a livello internazionale non garantisce più il mantenimento della pace e la salvaguaraia dei diritti umani. E in alcuni continenti - i più esclusi - neppure la sopravvivenza della specie sulla terra. Il "sistema-mercato"non garantisce i miti di sempre, come i tassi di sviluppo illimitato e i processi di accumulazione. Le nostre società stanno conoscendo sviluppo senza occupazione, si producono più merci con meno lavoro: ciò contribuisce alla crisi sociale. È in corso una omologazione: i valori dominanti a livello di massa sono il mercato, il proprio interesse individuale, il consumo - che costituisce la deriva criminale del capitalismo -, la manipolazione del potere economico, l'a-

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