La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 8 - ottobre 1995

za imporre la propria autorità. Ciò che mi interessa sottolineare con questa affermazione è che nel giardino dell'economia Sommersa c'è spazio sia per i sostenitori della cooperazione che per gli individualisti. Pierre-Joseph Proudhon, l'anarchico paradossale, avrebbe considerato questo principio imprescindibile. La sua concezione dell'organizzazione industriale prevedeva una federazione di artigiani autonomi. Sicuramente si avverte un eco proudhoniano nell'osservazione di Robert Frost: "Gli uomini lavorano insieme, gli dissi sinceramente,/ sia che lavorino in gruppo che individualmente". Le profezie di rado si avverano nel modo previsto da chi le pronunciò originariamente. Tuttavia, ritengo che la visione decentralizzante e anarchica del futuro del lavoro prospettata da Kropotkin si realizzerà con il collasso del1'occupazione e lo svilur.po dell'economia sommersa, come ho già illustrato nella mia edizione del suo libro Fields, Factories and Workshops (Campi, fabbriche e laboratori). Inoltre, mi sembra che l'ipotesi di Kropotkin sia meno assurda della fede dei suoi contemporanei socialisti secondo cui l'umanizzazione ciel lavoro si otterrà attraverso la conquista del potere statale da parte di un partito politico che si autodefinisce proletariato. Il Comunismo, come disse un saggio polacco, è una cospirazione dell'intellighenzia disoccupata per perfezionare la schiavitù dei lavoratori. Il socialista francese Andrè Gorz sostiene che la sinistra si è fossilizzata in un atteggiamento di collettivismo autoritario che appartiene al passato: Fino a quando i protagonisti del socialismo continueranno a considerare la pianificazione centralizzata ... lo stendardo della propria ideologia e l'adesione collettiva agli obiettivi "democraticamente formulati" del loro programma il nucleo del loro credo politico, il socialismo rimarrà una proposta priva di seguito nelle società industriali. La dottrina socialista tradizionale difficilmente si concilia con la pluralità politica e sociale intesa non semplicemente come pluralità di partiti e sindacati, ma come coesistenza di diversi modi di lavorare, produrre e vivere, diverse e distinte aree culturali e livelli di esistenza sociale ... Eppure questo tipo di pluralismo coincide perfettamente con l'esperienza e le aspirazioni sia del proletariato post-industriale, sia della maggioranza della classe operaia tradizionale. L'autore si chiede come è mai potuto accadere che il movimento socialista si sia arroccato su una posizione che giudica individualismo piccolo borghese tutte quelle libertà fondamentali, quel patrimonio della sfera privata che davvero conta per la gente. Sono principi basilari per chiunque sia andato oltre la concezione secondo cui in una società ideale tutti hanno la stessa visione della vita. Noi anarchici, comunque, non ci lasciamo intralciare, almeno spero, dal vecchio ciarpame del movimento socialista. Come affrontiamo l'economia Sommersa? All'interno dell'ideologia anarchica esistono diverse correnti di P.ensiero, ma il denominatore comune è l'ostilità all'istituzione dello Stato e il desiderio di sgusciarne fuori il più possibile. Ho sempre ammirato il modo in cui molti anarchici lottano per riuscire a guadagnarsi da vivere al di fuori dell'economia ufficiale o nei suoi interstizi. Conosco un buon anarchico che è sempre vissuto in questo modo, ma è molto sospettoso nei riguardi dell' et ( I conomia Sommersa perché la identifica con l'evasione fiscale e pensa che approvarla significhi incoraggiare un i??iv_iduahsmo e~oista_i~curante della necessita di pagare per i servizi socialmente utili forniti, nel nostro tipo di società, dallo Stato: l'assistenza sanitaria, il sussidio di disoccupazione, l'istruzione, ecc. Afferma che non sarebbe contento di convivere con persone del genere. Naturalmente il suo contributo fiscale sul reddito, come il mio, è talmente esiguo che non sarebbe molto diverso se non lo pagasse, ma quando discute con l'ispettore fiscale cerca sempre di portare l'argomento sui principi fiscali, sulla necessità per i contribuenti di ottenere il diritto di poter devolvere ad altri fini la quota (13 %) delle entrate fiscali che il governo stanzia per la cosiddetta difesa. Ovviamente considera mortificante l'automazione del sistema fiscale. Un altro amico anarchico si dichiara ostile all'economia Sommersa perché considera chi guadagna all'interno di essa uno sorta di crumiro che minaccia le paghe sindacali e la legislazione in difesa dei lavoratori. Ritiene che il fenomeno sia una cospirazione contro la solidarietà della classe operaia. Entrambi questi miei amici giudicano coloro che O]?erano nell'economia Sommersa degli aspiranti imprenditori, piccoli capitalisti, il tipo di persone che credono nella retorica thatcheriana sull'impresa capitalista. Fino a oggi, al di là delle nostre considerazioni favorevoli o contrarie, sono pochi gli studi effettuati da un punto di vista psicologico e sociologico sul piccolo imprenditore. L'unico che mi risulta è un libro di Richard Scase e Robert Goffee dal titolo The Real World of the Small Business Owner (La realtà del piccolo imprenditore). Lo storico Paul Thompson commenta così le loro tesi: Si scopre che molti piccoli imprenditori, lungi dall'essere una razza particolarmente tenace, gli eroi di Samuel Smiles tra un centinaio di anni, sono vicini a una sorta di estinzione. Rifiutano completamente l'ética capitalista moderna e, soprattutto, non vogliono lavorare come dipendenti, ma preferiscono provare la soddisfazione di fornire un "servizio" e fare un "buon lavoro". Spesso hanno intrapreso per caso la loro attuale professione. Inoltre, non getteranno le basi per la prossima rivoluzione industriale, perché non mirano all'espansione che comporterebbe un mag~ior numero di dipendenti e la perdita dei rapporti interpersonali che invece riescono ad avere con loro quando sono pochi. Non sono affatto scoraggiati dalle tasse, al contrario l'evasione fiscale attraverso l'economia "Sommersa" ha permesso a molti di iniziare e, una volta avviata l'attività, le tasse sono semplicemente un dato di fatto della situazione in cui operano. L'aspetto più significativo è che il peso reale delle difficoltà dei primi anni ricade anche sulle loro mogli oltre che su loro stessi, poiché è la moglie .che ha trasformato la stanza da letto in ufficio e si è sdoppiata nelle mansioni di segretaria e ragioniera della ditta senza alcun compenso. Questo sta a indicare come le ricerche modifichino gli stereotipi. È difficile ammetterlo, ma il confortante luogo comune secondo cui l'economia sommersa aiuta soprattutto i più poveri viene decisamente ridimensionato dai multati della ricerca di Ray Pahl contenuti nel libro Division of Labour (Divisione del lavoro). Secondo lo studio, le famiglie che traggono il maggior vantaggio dall'economia Sommersa non sono i "parassiti assistenziali" che tanto preoccupano il governo e la stampa nazionale, ma le famiglie con

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