La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

• lizzare molto bene la capacità e la passione di chi fa piccole produzioni: lo dimostra il fatto che tutti i fenomeni rock più rilevanti degli ultimi anni, dai Sonic Youth ai Nirvana, quelli che davvero rivitalizzano il mercato, non sarebbero mai venuti fuori se non fosse stato per etichette piccole o microscopiche. La pressione costante esercitata sul mercato indipendente non è stata comunque sufficiente a provocarne l'estinzione, e le sue divers~ anime sono ancora tutte vive. A questo punto non è difficile notare che con l'espressione mercato indipendente si opera una confusione tra autoproduzioni musicali e piccole case discografiche: questa ambiguità non è né casuale né facilmente risolvibile in quanto spesso le autoproduzioni più efficienti · finiscono con il diventare piccole etichette. Si può tentare però di porre un paio di punti fermi che aiutino a fare alcune distinzioni e permettano uri minimo di chiarezza. · Noi siamo liberi di {are quello che vogliamo. Abbiamo un contratto che prevede che noi facciamo il disco, consegnamo a loro il master e le copertine, loro ascoltano, guardano e che gli piaccia o meno loro lo stampano. Perché il disco è dei Cccpper la Virgin e non è la Virgin per i Cccp. (Cccp, 1987.) The artist alone decide what you will hear on their Esp-disk! (Motto stampato sui dischi Esp, ne- . gli anni sessanta.) Il primo punto è quello della libertà di azione. Tale libertà può venire accordata oppure no sia dalle ma1or che dalle indipendenti. Le grosse etichette cedono perché non possono farne a meno, ad esempio un gruppo come i Public Enemy smetterebbe subito di incidere per la Sony se questa volesse censurarne i testi. Le piccole etichette tendono a privilegiare il rapporto diretto e si fanno un vanto del fatto di lasciare ai loro artisti la massima libertà. Hanno infatti una struttura che permette loro di sfruttare le nicchie marginali di mercato, dato che ogni musica, per quanto estrema e di difficile ascolto può dare, se distribuita con competenza, dei piccoli ma costanti profitti. Le indipendanti diventano così complementari alle ma1or. In tutti e due i casi il musicista contratta e cerca di imporsi, ma non è padrone di r--.--- I I' . supLE DI VENTO ,' _, '/ ' , ·- . ., , . . . . , quello che fa, di certo non può esigere la vendita del disco a prezzo di costo. La tolleranza può sparire se poi quel musicista volesse pubblicare cose che diano eccessivamente fastidio. Casi come quello dei Body Count, ai quali la Sire censurò il brano Copkiller (ammazzasbirri) durante il periodo della rivolta. di Los Angeles sono tuttaltro che isolati. Difficilmente i Dead Kennedys avrebbero trovato, con quel nome (i "Kennedy morti"), qualcuno che li volesse pubblicare; se non si fossero fatti la loro etichetta. . Gruppi come i punk anarchici c;:rass sono stati boicottati in tutti i modi per le loro idee: gli stabilimenti di stampaggio respinsero un loro brano violentemente anticristiano, l'apparato repressivo li ha messi sotto processo per aver accusato la Thatcher di massacro premeditato durante la guerra delle Falkland, i loro dischi sono stati sequestrati per il loro contenuto osceno, il sistema discografico ha ripetutamente alterato i dati di vendita per evitare che figurassero nelle classifiche indipendenti, con conseguenti passaggi radiofonici e sulla stampa. Qualcuno riesce a credere che se i Crass non avessero inciso per la Crass Records sarebbero riusciti a fare un solo disco uguale a quelli che hanno stampato? · Di fronte a questi, che sono solo alcuni esempi, ci si chiede: non è che il sistema discografico accetta dei contenuti politici apparentemente forti solo quando questi sono sostanzialmente innocui? Se i testi e la musica fanno veramente male, la vendibilità del prodotto è ancora un criterio totalizzante? Certo definire .l'oliticamente inoffensivo tutto ciò che non viene censurato è molto discutibile, ma è sicuro che l'alternativa dell'autoproduzione permette ai musicisti di avere un'alternativa, e quindi un potere contrattuale molto più forte. Quindi il discorso che vie·ne fatto dai rivoluzionari del rock~n'roll, o del rap, dai Clash ai Rage Against The Machine, che incidono f er le grosse etichette per raggiungere con i loro messaggio quanta più gente è possibile, per non restare chiusi in un ghetto, ha senso solo se si è consapevoli che questa possibilità è data loro dal fatto che esiste un'alternativa, quella di chi si fa le cose da sé. L'autoproduzione in questo senso è una necessità, .... · rf . •.. ---- i , • I I - .. ,. .

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