La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

sce quella violenza fatta di egoismo e di intolleranza, di sospetto, di ottusa certezza dei diritti nostri e della indegnità degli altri. La certezza che il bene siamo noi, il male gli altri. · · È una violenza brutta, contagiosa: Luisa, Francesco e gli altri ragazzi come loro, ragazzi perdenti, vinti da quella violenza ben educata che non lascia lividi e forse non uccide, che preferiscono non vivere o vivere a metà piuttosto ·che accettare la filosofia del farsi largo, del farsi valere, sono solo una parte delle vittime. Ci sono gli altri, quelli che hanno imparato la lezione, che hanno imparato bene la differenza fra\ ''.noi" e "gli altri". Non più vittime, ma discepoli. Girano con le mazze da baseball per difendere anche noi, per difendere la città dal male. Ieri hanno massacrato un ragazzo marocchino, hanno fatto bene, vendeva fumo e chissà che altro, lui era il male. E altre volte il male è il ragazzo con la maglia sbagliata, ma la colpa è sua, è lui che se lo è cercato il coltello, perché è venuto a provocarci con i colori della sua squadra, a casa nostra? Il male sono le ragazzine, piccole puttane, cosa si aspettavano, siamo maschi noi, e loro lo sanno benissimo, macché stupro, era una bella sbattuta che cercavano e l'hanno trovata ... Ragazzi inte~rati, ragazzi per bene, che cercano solo tranqmllità, e un mondo più sicuro. Anche loro vogliono chiudere le porte, quelle del quartiere, quelle . della città, tenere fuori gli altri. Il m_ale. Ma ce lo hanno dentro, il male, come nei film di fantascienza. E non è un alieno. Fa parte della famiglia. CATTIVI RAGAZZI DIETRO IL MURO a cura di Carmen Bertolazzi • Il primo numero della rivista "Ora d'aria" interamente scritto dai e con i minori detenuti di Casa/ del Marmo lo chiamammo "I cattivi ragazzi". Fu un errore madornale . Questi ragazzi possono essere curiosi, scontrosi, egocentrici, diffidenti, allegri, spallati ma mai autoiromct. Indissi un referendum per la testata. Andò forte "Il muro". Hanno scritto conpassione, i ragazzi rinchiusi nell'istituto romano di Casa! del Marmo. Non sempre è stato {acile tirarli giù dalla brànda e coinvolgerli in qualcosa che non fosse una canzone o una rissa. Ci sono riusciti benissimo i giovani-volontari e gli obiettori. Contemporaneamente dalla redazione di "Ora d'aria" altri volontari si sono messi in contatto - cercando caparbiamente numeri telefonici e per-. sane - con tutte le carceriminorili scoprendo l'esistenza, ignorata dallo stessoMinistero di Grazia e Giustizia, di giornalini, foglietti, fotocopie e ciclostilati. Un giorno è arrivata nella nostra redazione "in libertà" Oriana, giornalista "interna" affidata a noi durante il giorno. Per sei mesi ha curato la rivista, dalla correzione dei testi alla videoimpaginazione. Un giorno ha finito di scontare la pena e se ne è andata. Di lei non abbiamo più traccia. Quando leggo gli scritti di questi ragazzi mi viene in mente una possibile interpretazione del titolo originario de Il giovane Holden di ].D. Salinger, The Catcher in tlie Rye, quel qualcuno che afferra i BUON! E CATTIVI bambini sull'orlo di un dirupo. Prima li abbiamo portati a giocare nel campo di segale confinante con il burrone, e poi cerchiamo di acchiapparli al volo. Spesso invano. (C.B.) Sono diventato adulto in galera ho un'educazione acquisita dalla strada e dalla droga e dalla galera un educazione mia una educazione dedita alla sopravvivenza ma con un contesto molto debole anche ora che sto cercando di sopravvivere ad una psicosi ad una malattia che è peggiore delle peggiori galere. La galera è sofferenza, ma una malattia che non ha termine e che ti pone l'imprevisto della morte con pochissime probabilità di salvezza penso, che sia di gran lunga peggiore; la libertà diventa troppo bella, è troppo brutta sapendo di doverla vivere in segregazione, la paura è di non sapere se si arriva a quel traguardo prima che il motore si blocchi. Il mio non è intimismo il mio è realismo se non fossi malato questa mia segregazione sarebbe una passeggiata ed anche se dura la sopporterei, sopporterei i miei sbagli, il mio passato, il mio presente e quindi anche il futuro ma come posso ora sopportare •tutto se non so neanche se potrò arrivare a quel portone che porta alla libertà. Potrò mai amare questa vita che mi ha dato solo sofferenza bisogna amarla io l'amo ma è difficile specialmente quando il mondo ti è ostile: o è sieropositivo o è galeotto o è un drogato allora mi sono detto ragazzo tieni duro perché chi tiene duro la vince. Piero dal" Pratello" di Bologna Per me la donna non è buona come l'uomo perché l'uomo è molto superiore alla donna. La donna vuole tutto ma non vuole dare niente, ora vi spiego meglio quello che sto dicendo: per prima cosa la donna vuole fare la vita dolce, poi vuole i soldi e se non fai tutto questo ti fa le "corna" cioè ti lascia. Maria C. da Airola Io sono un ragazzo che non ha molte amicizie al di fuori dell'Istituto perché fuori sono un ragazzo chiuso e solitario. Questo è il mio comportamento con i ragazzi ma con le donne sono molto fortunato e socievole. Sono fortunato proprio perché sono chiuso e come sapete le donne sono curiose e dalla curiosità si finisce per fidanzarsi anche se dopo qualche mese litigo anche se è bellissima, e questo non ve lo so spiegare, forse perché non ho problemi a trovarne un'altra. Invece nell'Istituto per cose mie, in poco tempo mi capita quasi sempre di diventare come un fratello con i compagni di stanza ma solo se mi fanno acquistare fiducia, altrimenti cambio stanza. Con gli amici che col tempo mi fanno acquistare fiducia mi comporto con loro come si fa con i fratelli. Davide da Airola Racconto una delle mie opinioni davanti al giudice, la prima volta che venni in carcere ero in ansia perché non mi arrivava il foglio di causa, dopo S mesi che mi è arrivato il foglio ero ancora più in ansia perché sapevo che dovevo incontrare il giudice e non sapevo cosa poteva pensare su di me per i reati che avevo commesso per meritarmi questa carcerazione. Finalmente giunse il giorno della causa, quel giorno mi sentivo nervoso, emozionato e pieno di paura, ma perché avevo sedici anni e sei mesi di carcere già erano troppi due perché

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