La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

2.4.1. Gli spettacoli dei teatri anomali vengono spesso severamente criticati (e non, di rado giustificatamente), e ancor più spesso vengono trattati con distrazione, anche perché essi si tengono in molti casi in luoghi e tempi anomali. Non accade invece praticamente mai che critici e cronisti constatino pubblicamente ciò che nei loro discors~ a~ano ripetere e che q1;1a!- siasi spettatore con un mmimo di esperienza può facilmente constatare: che nei teatri ordinari la maggior parte degli attori non sa più né muoversi né parlare in palcoscenico né degnam~nte rispettare o contrapporsi a un testo. E che la maggior parte dei registi non possiede niente che possa dirsi una disciplina professionale. 2.5. Tutto questo lo si dice non per ansia di buon gusto o per arroganza, e tantomeno per insofferenza nei confronti dei fallimenti (i quali sono organici alla produzione artistica e sempre fecondi, quando non vengano inquinati dalla solennità e dall'ipocrisia). Lo diciamo per fare attenzione ai patrimoni dissipati. Per non dissipare quella scontentezza che pu~ spinge_re spet~atori_ ~ ~tton, organizzatori e cntici e studiosi a sognare attivamente un teatro rinnovato. Il teatro scadente non è mai stato un male. Diventa un male irreversibile quando non è più in grado di scontentare (quasi) nessuno. 2.6. L'efficacia culturale dei teatri solo in parte è legata alla qualità degli spettacoli, e dipende grandemente dalla qualità delle relazioni sociali che i teatri sanno mettere in forma e sviluppare. Questo non significa svalutare la qualità degli spettacoli: significa rimetterla al posto che, anche storicamente, le compete dentro la cultura del teatro. La corruzione culturale si manifesta nell'ignorare questo dato di fatto, che nessuno è in grado di smentire, ma da cui vengono dedotte le necessarie conseguenze. 2.6.1. I teatri e le pratiche anomale (gruppi, festival che non seguono l'ideologia della sola novità, laboratori, attività in contesti sociali particolari, dagli anziani alle comunità per il recupero dei tossicodipendenti, dalle carceri agli istituti per handicappati o alle organizzazioni per gli imI /l;e I tu 11 y4,111 w f 111z_tj · migrati) sono altrettanti piccoli territori. Questi territori piccoli risultano trascurabili se si ragiona in base ai numeri degli spettacoli e degli spettatori, ma la loro incidenza sul sociale ha radici profonde e vaste ramificazioni. 2.6.2. Mancano ancora gli strumenti per costruire un discorso semplice e obiettivo sui teatri e le pratiche teatrali anomale. Esse rimangono realtà sommerse. La negligenza di coloro che tra noi fanno teatro attraverso l'esercizio teorico e critico è altrettanto responsabile dell'incoha distrazione dei funzionari e dei politici. Costoro, nel lodevole intento di salvaguardare i teatri di minoranza:, e nell'ansia di mettere ordine nel caos di stato diventato impraticabile con il diminuire delle risorse, hanno creato e regolamentato delle categorie che, col prevederlo, di fatto deformano l'anomalo. Le categorie si traducono spesso in definizioni di genere alla cui realtà si comincia a credere. E i generi generano omogeneizzazione. Lo strumento distrugge i fini per i quali era stato creato. 3. L'impossibilità di adeguarsi a una vera economia di mercato obbliga il teatro nel suo insieme a una vita che nel nostro sistema sociale risulta economicamente artificiale. Ne derivano due probabili conseguenze che schematicamente indicheremo così: un orgoglio artistico che persegue la perfezione e rischia di essere isolato; una fantasiosa franchigia che rischia l'autoindulgenza e l'arbitrio. Autoindulgenza e arbitrio in Italia hanno preso il sopravvento. 3.1. Negli ultimi anni il teatro è diventato zona d' occupazione della bassaforza politica, oggetto di nomine, scambi e compromessi che non avevano e non hanno nemmeno la drammaticità della corruzione in grande. Tutto - anche l'inesistente- è diventato finanziabile. Contemporaneamente una serietà legalistica è aziendalistica priva di vera competenza è servita ad accrescere la corruzione e a soffocare le anomalie, che sono la linfa della cultura. 3.2. Autoindulgenza e arbitrio forniscono i vasi capillari che permettono alla corruzione culturale di trasformarsi in corruzione politica e morale. Persino l'oggettività dei numeri diventa oggettivamente menzognera. Due soli esempi: il primo grave e gravido di conseguenze, il secondo farsesco e sintomatico. 3.2.1. Per una sorta di corruzione di stato, le cifre stesse delle erogazioni di denaro pubblico al teatro sono menzognere. Lo stato, in realtà, nel finanziare il teatro provvede in larga misura redditi alle banche. Le sovvenzioni deliberate vengono di fatto rese disponibili con ritardi macroscopici molto al di là dei limiti di tempo in cui i teatri si sono impegnati a realizzare le attività per le quali sono stati sovvenzionati. Questi ritardi sono la regola. Questa regola truffaldina non è illegale. I teatri sono quindi costretti a chiedere prestiti alle banche sulla garanzia di un BibliotecaGinoBianco VOCI

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