La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

le e con una forte connotazione discriminatoria nei confronti della popolazione musulmana? Le vicende di Mostar sono in questo senso esemplari. Possibili prospettive I problem_i a~erti son? tr?ppi per immaginare prospettive mcoragg1ant1. Gli interessi dei gruppi politico-militari al potere, delle frange oltranziste e dei trafficanti internazionali d'armi e droga che hanno favorito lo sviluppo della guerra ora ne ostacolano la fine, agevolati dall'insufficiente impegno della comunità internazionale. La permanenza al potere degli attuali gruppi dirigenti delle tre parti in conflitto è paradossalmente legata alla continuazione del conflitto armato. Nessuno ha vinto la guerra. La Croazia ha perso una parte importante del suo territorio con giacimenti petroliferi, una ricca produzione agricola, una posizione strategica per le comunicazioni interne; non ha l'appoggio internazionale necessario per l'annessione della parte di Bosnia controllata dai croato-bosniaci e ha una forza militare che si è rafforzata negli ultimi due anni (anche se insufficiente per intraprendere una iniziativa bellica di riconquista su ampia scala). La Serbia, nonostante l'abilità di Milosevic nell'utilizzo della carta nazionalista e nella gestione interna delle difficoltà create dall' embargo, ha subito un forte danno economico (anche se in parte attenuato dall'economia fortemente agricola della Serbia), con un impoverimento consistente delle sua popolazione e ha visto sostanzialmente sfumare il progetto di Grande Serbia. I musulmani hanno pagato il prezzo più alto in termini di territorio, sofferenze e vite umane. Dovunque la guerra e il nazionalismo hanno ostacolato lo svilupparsi di un livello minimo di democrazia e pluralismo. Le ipotesi suggestive di mantenere in vita stati multietnici appaiono remote, non realistiche. Ma è realistico pensare alla formazione di stati "etnicamente puri" e inoltre confinanti? Quali sarebbero i rapporti politici, diplomatici, economici? E dove andrebbe a vivere quella quarta parte di popolazione della ex-Jugoslavia di origine mista? Le prospettive a medio e lungo termine non sono chiare e a breve termine sono insiBibliotecaGino-Bianco stenti le voci di una ripresa del conflitto con l'inizio della primavera in concomitanza con il ritiro dei caschi blu dalla Croazia e con lo scadere della tregua siglata a fine '94 con la mediazione di Carter. Rinforzano questa tesi i movimenti di truppe musulmane nella Bosnia centrale, il rafforzamento delle difese croate ai ' confini con il Montenegro, le manovre della marina militare di Belgrado intorno a Dubrovnic, l'addensamento dell'artiglieria serbo-bosniaca ai confini con la Croazia e un accordo tra Serbia e Russia sulla Collaborazione tra le forze armate. Si diceva all'inizio che oggi la gente, la gente comune, è stanca della guerra. La stanchezza sembra più forte dei sentimenti di rivalsa. L'aria che si respira è di rasssegnazione. E di apprensione. La guerra potrebbe riesplodere loro malgrado. . Qualche spunto di riflessione: Specificità balcanica? "Non si limitavano a catturare villaggi e città. Li radevano al suolo. Quando una banda di soldati o di irregolari dei comitadjis circondava o attaccava un villaggio, si aprivano le porte dell'inferno, sia che avesse ricevuto ordini precisi, sia che, e questo era il caso più frequente, li spingesse solo l'odio, la voglia di far man bassa e la libidine. Non esistono espressioni che consentano di descrivere le torture e le atrocità ....non c'era alcuna pietà per i bambini, i vecchi, gli ammalati .." Così viene descritta la situazione durante le due guerre balcaniche del 1912 e 1913 da una commissione di inchiesta americana dell'epoca (Ginzberg 1994). Qualche hanno dopo, Ivo Andric, fremi o nobel jugoslavo per la letteratura ne 1961, scriveva in un breve racconto (Lettera del 1920): "La Bosnia è il paese dell'odio ... è un odio che nasce come forza autonoma, che trova in se stesso il proprio fine. L'odio che fa scontrare l'uomo contro il proprio simile e che poi rigetta nella miseria e nella disgrazia o sottoterra ambedue i contendenti ... arma dell'istinto di devastazione e di autodistruzione ... le vostre amate reliquie sono sempre dietro trecento fiumi e trecento montagne, mentre gli oggetti del vostro odio si trovano accanto a voi, nella stessa città, spesso dietro la staccionata dello stesso cortile ..." (Andric 1993) La storia dei Balcani è una storia con forti PIANETA TERRA

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