Spetttacolo : Via Consolare - anno IV - N.s. - n. 2 - gennaio 1943

Mi1elle Balin ne Il Bandito della Casboh, ella non pronuncia una parola: sospirai riversa il capo volulluosamente e pensa di sognare. Sono parlanti queste inquadrature, e tante altre. Non si è visto in pittura un realismo così elevato, trasfiguratamentc naturale. La schieuezza di un viso innamorato: occhi dolci e caldi che ricc1mbiano lo sguardo, bocche di impertinenza commossa che impongono il richiamo, come efficace sincerità sono sollanto dello schermo. E chi le osserva rimane suggcslionato, entra nel fallo, pronto a seguire gli sbalzi della scena. Il pomc che unisce lo spirito dell'immagine allo spellatore è quella corrispondenza d'eguaglianza dei sensi. La passione cspresa nella visione sarà la nostra se collima ed uguaglia il nostro sentire, tale e quale nella propria naturalezza (e si badi che con questa parola si intende il senso animale-umano, specie quando si idealizza nel bello una figura). J I bel vi.so dello schermo resiste alla veri t;\, perchè l'essenza della belleua è a contatto diretto con un essere vivente. anzi applicata sopra la maschera e ne traspare la vitalità, il palpito, il calore. La differenz~1 può risultare confrontando la su·,ma somiglianza di fisionomie ar~ Listiche e cinematografiche. Prendiamo la Lesla di una qualsiasi Venere greca e la maschera classica della bellissima J3rigiué Helm, oppure la Sihillla Delfica di Michelangelo e Anna Sten. o Paolina Borghese del Canova e Nonna Shearer, e si noLerà che il bello in pittura e sculwra è sempre i11nat11rale. La Venere è fredda, '1a ~ibilla trasfigurata, Paolina idealizzata. A queste il sangue non circola alla superficie, 50110 atteggiate e assenti. Ma un fotogramma di pellicola delle ahre, ri,·ela l'esuberanza della vita che trabocca, e auirata dal movimento si sforza di rimuovere la fissit;\, ciò che le darà il film coll'incalza- ~·e del ritmo, animando l'ombra del fantasrna che rivive. si muove, desidera o respinge. Questa è i11 breve la differenza della persuasivitù dello schermo paragonata a quella delle arti figurative, le quali pur stor1andosi di creare belle donne, qucsle son sempre angeli freddi e il loro richiami' è debole. lontano, immaginario, al di 1.\ di noi stessi. Ecco tutto. La donna che per secoli· e secoli ha cercalo di seguire inconsciamente l'esigenza del sesso riplasmandosi a vit· wriosa bellezza, per piacere al suo maschio che la di[ènde e la ama, ha raggiunto l'apice del progresso sullo scl1e1mo, che l'ha resa pili bella del vero pur conser- 'Yando l'umana realtà di una illusione. E noi dobbiamo essere grati al cinema che ripesca le gemme luminose e le offre !li nostro sguardo sempre pronto ad entusiasmarsi per un bel viso di donna. LANFRANCO FRIGERI Fondazione4~uffilli - Forlì ~111 /l lllRIII O C/l ~11II1IIE\IRIIII1111 ALLA luce delle t.-sperienze trascorse, e non meno a [ronte di una possibile collocazione critica nelle particolarità del ragionamento storico estetico filologico, ?.fario Camerini si dichiara ormai suscettibile di una compiuta posizione d'analisi che lo def-inisca nei suoi valori cinemat0grafici. E questo, precisamente, secondo una linea parabolica di ascesa, culmine e discesa stilistica: anche se - nei confronti di Ca111erini - meglio è intendere il vocabolo •stile• net suo più disteso senso generico an1i che nel corisueto rigoroso term;- ne di modo tecnico particolare e definito. L'esame attento e reiterato della sua avventura cinematografica dice infatti, ed esaurientemente, di una forma meglio ttavolta nel giro di un orizzonte scn~ibile per sentimento piuttosto cbe nell'accordo coerente degli elementi compositivi del film -;econdo ordinamenti stilistici. Egli porta, in sostanza, amore cli gusto e tendenze dcscriuive ad un ambiente che predilige: sia per motivo di partecipazione filosofica e sociale a quello sLesso ambiente, sia per una semplice constatazione di interesse pitLOrico che scaturisce dai sintomi esterni e dalle emozioni che queirambiente gli procura. li problema giuoca appunto intorno a questi due poli, ed è implicita la necessità di una chiarificazione preliminare per la libenà maggiore della via analitica. Camerini vive dunque in sim• patia vera e inlima con il piccolo mondo horghcse della ge111e semplice e schiena ch'egli ama sp~sso descrivere, oppure quel ./ti.mia 'JMu

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