RE NUDO - Anno IX - n. 71 - dicembre 1978

cazione, imbalsama. . Da questa intuizione nasce un'originale reinterprctazionc 1 della religione cattolica e della dinamica sussistente nel corpo sociale e politico del rapporto masse-lea– ders. Riletto in chiave orgonica il Vangelo mostra l'aberrante trasformazione del Cristo in Dio, la sua innaturalizzazione: il suo esempio di uomo completo e libero viene ritradotto in chiave metafisica. Nelle masse che gli si stringono attorno prevale la richiesta vorace di una verità a misura di Piccolo-Uomo e non di Uomo; una medesima invidia attanaglia nella comune repressione i nemici e gli amici di Cristo. I primi lo crocifiggono, i secondi lo imbalsamano in una teoria religiosa caratterizzata da una sedicente spiritua– lizzazione della repressione corporale. Lo hanno ucciso anche gli amici per l'ingordigia di fame un capo e quindi un simbolo di martirio a cui rifarsi. La vita, ci dice Reich, fa paura, deve essere ridj.mensionata, sublimata a livello simbo– lico, perchè la peste emozionale dell'uma– nità repressa e corazzata esige la soppres– sione del vivente e l'adorazione del simulacro. E' una teoria illuminante ·per spiegare la sete di autorità che ha creato, a partire proprio dalle masse, i grandi sistemi totalitari del nostro secolo. La tesi di Reich è irritante, come irritante è la sua capacità di sparare a zero, con vent'anni di anticipo, sui fascismi rossi e neri. Ogni totalitarismo politico; ci dice, si basa su di una "uccisione di Cristo". Da una parte un uomo dalle caratteristiche elevate, dall'altra le masse represse;· La dinamica del loro incontro è un processo di seduzione, un richiamo all'autorità che culmina nella proiezione dei desideri delle masse sul leader; la condizione di sopravvivenza di costui è che riproietti sulle masse il masochismo che caratteriz– za la loro struttura emozionale: e allora vi sarà ampio spazio per i sogni di gloria e le realtà di miseria; economica', sociale, libidinale. Sarà la guerra .santa, la guerra lampo, la guerra fredda, il razzismo, la talmudizzazione dei sistemi di pensiero. Oppure il leader non accetta la proiezio– ne e muore. O diventa uno "spacciatore" di libertà e verità, e muore interiormente, o diventa l'olocausto, il Cristo, e viene sacrificato fisicamente. Viene da chiedersi, di fronte a queste analisi, quanto da Reich abbiamo preso,. o di quanto siano state anticipate nei temi, le nuove teorie della liberazione. Prendiamo per esempio le produzioni francesi miranti a destrutturare il rappor– to b"berazione/marxismo (i , Nouveaux Philosophes) e paragoniamo certi riesami critici con la descrizione degli "spacciato– ri di libertà" e la teoria sessuoeconomica dello stalinismo. Oppure certe tematiche come la "depoliticizzazione della rivolta" e le "teorie libidinàli". Pensiamo anche a certi temi approfonditi soprattutto negli ultimi dieci anni, come il "mito dell'alte– rità", "l'attraversamento della follia", la liberazione del linguaggio veicolo dell'in– conscio, la schizoanalisi, le teorie deside– ranti: una corretta archeologia di queste forme di pensiero può ricondurre il più delle volte a temi tipicamente reichiani, come il rapporto tra la peste emozionale e la nostalgia dell"'eden corporale". Arriviamo addirittura al problema della verità e del potere, quella verità niet-· zscheana che:;dovrebbe spezzare "parole dure come pietre", quella "volontà di verità" foucaultiana che è il motore di un potere pluridimensionale, che produce sapere, e soggezione, a tutti i livelli del corpo politico e delle sue produzioni discorsive. Il discorso foucaultiano mo– stra come il potere strumentalizza anche il "discorso" della sessualità per norma– lizzarlo con una falsa liberazione, deman– dando alla psicanalisi: la confessione, funzione privilegiata della chiesa cattoli– ca: la grande assente è ancora la RE NUD0/17 sessualità. C'è il discorso sul corpo, non c'è il corpo. Per Reich la verità è una "funzione naturale tra il vivente e ciò che è vissuto, nel loro mutuo rapporto". La verità è dunque l'unità di misura tra la sessualità e la vita, e viceversa. Anche qui, nonostante .le eminenze· linguistiche della psicoanalisi freudiana e post-freudiana, Reich privilegia il corpo, e non il discorso sul corpo. Non vogliamo, comunque, a questo punto esaltare(e divinizzare...) il discorso reichiano. I suoi innegabili meri ti non devono far dimenticare i suoi altrettanto innegabili limiti, non ultimi una abbon– dante mancanza di senso storico e una certa messianicità dell'assunto, caratteriz– zata eia un linguaggio in cui prevalgono i"itanti (anche se comprensibili, data la stretta identificazione . tra la sorte di Cristo e la futura sorte di Reich) toni profetici. Inalterata rimane tuttavia la validità di alc__une intuizioni sui rapporti tra repres– sione sessuale e totalitarismo, oggi pìù che mai, nonostante tutto, di stretta attualità. Per questo è importante che lo scandalo continui a sussistere. MarcoBacci

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