RE NUDO - Anno VII - n. 49-50 - gennaio-febbrario 1977

(quindi l'elemento vero e proprio che ti spinge a ribucare sempre, quando sei assuefatto fisicamente) era la scimmia, cosi come l'ho definita io. In pratica, lo stato di libertà della mia volontà era dato dall'assenza dell'in– sofferenza chiamata scimmia. La mia vecchia abitudine a feticizzare tutto ciò di cui mi voglio appropriare non riesce neanche più ad esseresti– molata; è stata spenta dal viaggio che sto facendo a bordo del mio cervello che, non appena si è sganciato dalla catena, si è messo a correre verso le cose che voglio, direttamente, ren– dendo cosi inutile la necessità di un terzo elemento che simboleggi il rap– porto tra me e un elemento unico o complesso del Reale. Disintossicarmi è stato come essermi fatta un ultimo, immenso, definitivo buco. Non lo dico in questi termini per vole– re riconfermare il valore del buco in cui crede il tossicomane: questo di cui parlo io è un buco di elementi au– topunitivi quali la siringa, è il grande– buco-contrario del Dio Buco dei tos– sicomani (il quale è una lenta velocità verso la morte). lo ora questo Non– Buco lo chiamo buco perché cosi bi– sogna parlarne per avvicinare un tos– sicomane, farsi ascoltare, farsi dare fiducia: solo parlargli di un altro Buco, ma Definitivo come alternativa al suo stato di tossicomania, perché il suo cervello ormai accetta solo l'idea del buco. Poi si accorgerà da solo, dopo la disintossicazione, se vuole accorgersene, che il Buco Alternativo che gli offri è in realtà l'uguale oppo– sto del buco: il Non-Buco. Ma prima di arrivare al Non-Buco il tossicomane non potrà mai accettare il concetto medesimo: diglielo come Buco, perché non gli mentiresti. An– che se la realtà è opposta, è pure uguale. Tu hai giustamente pensato che io avrei potuto reagire con odio nei tuoi confronti; in ogni modo penso invece di amarti anche nel più profondo di me stessa. Anche per questo avevo il 50% e il 50% di possibilità. Se me lo avessero fatto quando ero all'ospedale di R., quando mi davano il Physeptone, me li sarei mangiati. Ma perché non li sti– mo. E soprattutto per– ché ero ancora fino al collo nella logica del buco. Questo è importante: più si è in quella logica, più si reagisce tipica– mente con odio a questa terapia. Si reagisce con odio perché ciò che in fondo si chiede a chi ti sta «disintos– sicando" è una droga alternati va all'eroina, un cal– mante, uno zuc– cherino, non certo la disintossicazio– ne. Se invece la rivela- zione di essere sta- ti sottoposti ad una terapia simile di– viene disintossicante anche per la psiche, si può arrivare a reagire con amore o con entusiasmo. Mi è passa– ta per la testa un'immagine formidabi– le: io che spacco il guscio di un uovo dentro cui sono, e che ti tendo le braccia dicendo «babbo", perché tu sei la prima persona che io vedo uscendo dall'uovo. Basilarmente amo te come persona, sia in un paesaggio isolato e deserti– co, sia inserita nella quotidianità e storicità degli avvenimenti e della vita. In questo modo anche indipen– dentemente dal rapporto che hai con me. In 1O mesi che ho bucato eroina, an– che se sono pochi, non ne ho mai ven– duta, neanche quando stavo molto male. Non ho mai tirato bidoni ad ami– ci, né ad estranei. Il mio rapporto coi compagni che mi stavano intorno era leggermente diverso dal solito rap– porto che c'è tra tossicomani. Questa differenza consisteva nel fatto che quando c'era roba ce la dividevamo (eravamo però in quattro in tutta la città a comportarci cosi). Però non mi sono mai ritrovata ben disposta a sta– re male, cioè a privarmene del tutto, per fare stare bene un altro. (Tranne 2 o 3 volte in cui è capitato ma erano senza dubbio eccezioni). Quindi io non sono mai andata d'accordo coi tossicomani, generalmente, al fianco dei quali però ho dovuto pur vivere, per ragioni ovvie. Il che è stato piuttosto frustrante e spossante per me. E molto probabil– mente è spossante anche per gli altri,

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