Alessandro Lustig - La preparazione e la difesa sanitaria dell'esercito

- :25 - ' 4e - Vaccinazioneantidissenterica. - La profllassi ·specifica della dissenteria si può fare colla vaccinazione antidissenterica, per mezzo dello stesso siero che serve a scopo curativo, iniettandolo a dosi di 2 - 5 eme. sottocute. Le iniezione dà luogo a notevole reazione locale ed i risultati sinora ottenuti per quanto favorevoli non sono cosi concludenti da far considerare questa forma di vaccinazione come una misura di pratica applicazione paragonabile a quelle contro il tifo e contro il colera. 4° - Profilassicontro il tetano e altre infezioni (iniezioni di siero). - Oltre la larga adozione della vaccinazione antitifica negli eserciti già si fa talora uso di qualche mezzo profilattico fondato sulla immunizzazione. Così in Germania e in Francia ai feriti sospetti di infezione tetanica perchè s'imbrattarono le ferite con terra, con masse fecali, con altro materiale sospetto di contenere i germi del tetano, si fanno inoculazioni preventive di siero antitetanico e negli Ospedali Militari si è iniziata la distribuzione del vaccino antisettico di Wright, diretto a prevenire le infezioni stafilococciche e streptococciche delle ferite. 6° -Conclusione. - Mentre questi ultimi trattamenti contro il tetano, le infezioni settiche, ecc., si praticano necessariamente nei soldati già colpiti o sospetti di esserlo, quelli contro il tifo ed il colera devono essere già posti in esecuzione prima dell'entrata in campagna dell'esercito. Spesso infatti !e necessità militari rendono difficile o impossibile la loro applicazione a guerra iniziata, o costringono a interrompere i trattamenti iniziati. Non è buona regola per es. vaccinare truppe che si trovano sul fronte di combattimento che possono improvvisamente esser mandate al fuoco. I disturbi, per quanto lievi e passeggieri, inerenti alla reazione locale e generale dovuta alla inoculazione, potrebbero momentaneamente diminuire l 'efficienza bellica di reparti in momenti in cui su di essi deve farsi il massimo assegnamento. Di qui la necessità che una preparazione sanitaria saggia, accurata e tempestiva metta l'esercito in grado di offrire la più forte resistenza alle infezioni e di non temerne i disastrosi effetti, aumentando così, invece di diminuire, il suo valore militare. 81blioteca Gino Bianco

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