Ezio M. Gray - Germania in Italia

- 20rati per quel loro rivolgersi assai più all'aspetto meccanico del sapere che non ai rapporti suoi con la vita dello spirito. A voler risalire per ogni suo rigagnolo questa marea -conclusiva della sci9nza tedesca straripata giù dal- !' Alpi vi 'è da perder respiro. L'Herr Professor tedesco imbottito di dottrine racimolate per lunghe ostinate letture, tronfio di modificazioni meccaniche appiccicate alla geniale intuizione di un latino, affannato a voler ridurre il creato e il saputo a certi dogmi preordinati germanicamente - cioè senza controllo di fondatezza - a puntello di tutta una concezione tedesca del mondo, I' H err Professor volta a volta erudito come una enciclop~dia di quarantotto volumi o polarizzato ridicolmente per tutta la vita verso una sola assurda inutilizzabile specialità, 1 'Herr Professor è stato, sì, oggetto di letteratura satirica e di decorazione umoristica ma solo, strano a dirsi, per il pubblico grosso, mentre il più spesso è divenuto l'astro radioso pregato adorato da una infinità di girasoli della nostra scienza. E ad essi l'Herr Professor impose, come le divinità asiatiche ai loro fedeli, i più profondi sacrifizi ed essi li compirono - come i fedelf d'Asia - serenamente. Donarono agli scienziati tedeschi la storia di Roma e quelli che si eran già presa la storia di Grecia e l 'avevan cincischiata, squartata, mutilata per punirla di non aver mai parlato nè previsto dell'impero tedesco, tagliarono nella storia di Roma, p9r le genti germaniche, uno smisurato posto di sovrani, di legislatori, di rinnovatori al cui . cospetto le più solenni figure del mondo romano impallidivano come ombre di gioco; donarono agli scienziati tedeschi la magnificenza italica dei Comuni, lo splendore tutto nostro della Rinascenza e quelli se ne pavoneggiarono come di cosa propria e si presero anche gli uomini del Rinascimento per concludere dal colore degli occhi e dei -capelli, dalla metratura della persona e dall'angolo facciale che se genii erano stati avevano potuto ~sserlo solo in quanto erano essi stessi di razza germanica. Ne corressero i nomi, ne storpiarono le origini, ne tedeschizzarono ,i castelli e si fecero delle nostre glorie più pure, di un Buonarroti o di un Vinci, un Bonroth, un Wink~. Qlalcuno tra noi sorrise, ma gli altri inforcarono gli B1bhotecaGino Stanco

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