Giuseppe Antonio Borgese - Guerra di redenzione

-4 che la guerra, alteratrice di ogni cosa, non ha ancora potuto in lunghi mesi modificarli radicalmente. Devo poi dire perchè io creda che le ragioni dell 'intervento formulate da me acquistino in certo modo uno speciale rilievo. Non faccio davvero appello a una mia autorità personale e nemmeno alla mia germanofilia letteraria che dovrebbe dare risalto alla mia attuale germanofobia politica. Voglio invece dire che io non sono politicamente compromesso in alcun modo e che non sono mai stato iscritto a npssuna setta e a nessun partito, fino a che sullo scorcio del 1914 si sono costituiti qua e là i grupoi nazionali-liberali, i quali si distinguono dal cosiddetto grande partito liberale in quanto non riassumono ogni loro sentimento politico nel desiderio di vivere e di lasciar vivere e credono che, occorr pndo, la causa della nazione debba tenersi superiore alla causa delle istituzioni ; ma poi si distinguono dal nazionalismo ufficiale, sia perchè non sanno vedere che lo stato moderno si possa fondare su altro sistema che non sia il liberale e perchè reputano impossibile un'intesa col clericalismo, sia perchè il loro espan~ionismo vuol essere più concrpto e graduale, anche più sciolto dal pregiudizio materialistico che la potenza o la grandezza d'un impero si misuri solo a chilometri quadrati, e conscio della necessità di una missione ideale entro la volontà di potenza della nuova Italia : missione ideale che preferiscono cercare nell'Italia degli anni tra il Congresso di Vienna e il quarantotto anzichè in Francia o in Germania, nel moderno cristianesimo combattente di Mazzini, di Gioberti, di Garibaldi, anzichè ntl nudo eroismo di Nietzsche o nel ritardatario machiavellismo di Bismarck o nella libresca utopia legittimista di Maurras. Ciò è detto non per l'egoistica smania di distinguersi, che sarebbe in tanto più deplorevole in quanto noi nazionali-liberali riconosciamo volentieri l'utilità della vigorosa campagna nazionalista, ma perchè, individuata la nostra posizione, debbono spuntarsi certe insidiose armi polemiche del neutralismo. Il quale potè a lungo mentire, fingendo di credere che i rivoluzionarii volessero la guerra solo per la rivoluzione, i democratici per amor della Francia, i nazionalisti per estetico amore della guerBiblioteca Grno Bianco

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