Giuseppe Antonio Borgese - Guerra di redenzione

- 34 - di loro. Quel punto è determinato da un episodio che diventa l'essenzialità della discussione : cioè gli intervenzionisti credono nell'Italia, i neutralisti non ci credono; gli intervenzionisti amano l'Italia, e la stimano, nel suo difficile presente, nella considerazione della strada eh 'essa miracolosam_ente ha percorsa fra tanti ostacoli, nella contemplazione del suo passato e del suo futuro; i neutralisti ne hanno disistima o anche disprezzo, e pretendono che si possa amare la patria o la madre senza stimarla. E' una serie di esperienze che ciascuno avrà fatte per conto suo. Si può dire che, mentre nessuno può stabilire in quale momento ci spetti di intervenire, tutti noi sentiamo che accettare o respingère l'idea dell'intervento significa risolvere la questione dell'esistenza- dell'Italia. Non si tratta di decidere se l'Italia debba volgersi verso destra o verso sinistra, ma se debba essere o non essere; e la questione essenziale, per noi che non siamo chiamati a decidere del momento e del come, è una questione di etica nazionale, quasi altrettanto che una questione di potenza. In un'Europa di domani, nella quale tutte le nazioni combattenti di oggi saranno rinsaldate, divenute eroiche, irrobustite da una forza sociale non sospettata finora, l'Italia neutrale, anche se ci dovessero r.egalare una massa di territori e di danaro, sarebbe una sentina, perfin peggiore di quello che fu nel 600, un paese putrido, un vero pericolo p_er la sanità spirituale dell'Europa. Il problema politico ed etico è certo spaventevole. Per noi si tratta di fare la prima affermazione della nostra esistenza. Quando si dice che questa sarà una nuova guerra di indipendenza, si dice una cosa soltanto in pa_rte vera : sarà la nostra prima effettiva guerra di indipendenza. Le guerre dell'Indipendenza le abbiamo in parte inventate pei libri scolastici : abbiamo avuto un colpo di mano di u_na minoranza, un successo di genio politico più che di forza. Una prova vera di tutta la nazione non ci è stata mai finora. Abbiamo avuto delle piccole guerre in cui gli italiani non si sono mai sentiti soli e autonomi, e non vi è una sola battaglia di cui si possa dire che fu vinta dall'esercito italiano. Abbiamo anzi provato uno dei più B blioteca G ro B,a.,co

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