Giuseppe Antonio Borgese - Guerra di redenzione

- 28 - senza dubbio anche durantt la difesa di Numanzia contro i romani vi fu qualche sapiente che disse essere inutile la lotta contro i romani. E indubbiamente anche Vercingetorige ebbe amici che gli dissero esserè Cesare invincibile. Ma spiegateci perchè, quando fate storia e non politica, le vostre lodi vadano ai Ferrucci che caddero combattendo anzi che ai saggi che capitolarono. Senza qu~ste disfatte non vi sarebbero state alcune delle più grandi espressioni di civiltà, perchè non si può lontanamente immaginare lo spirito francese senza 1'antecedente dell'eroismo gallico; è il coraggio, J 'energia disperata dei Galli, che, r~agendo contro la necessità della vittoria romana, ha conservato loro una posizione privilegiata nell'Impero. E non la posizione del vile che striscia, ma questa posizione privilegiata data ai valorosi ha reso possibile il sorgere graduale d'una nuova civiltà, pu cui i Gallo-romani a poco a poco diventarono prevalenti in certi periodi dell'impero, e per cui nel Medio Evo nacque ni~ntemeno che la Francia. Così è - sebbene questa ragione non pretenda di p~rsuadere gli statisti, ma valga soltanto per noi - che fra il soggiacere pacificamente a un dominio straniero e il soggiacere a un dominio più crudo, e magari militare, in seguito a una sconfitta, per gli inter~ssi ideali ed anche per i materiali d'un popolo è preferibile la seconda sventura. Indubbiamente in un'Europa dominata dal popolo tedesco, in cui vi fossero popoli che si sono accomodati a fare gli affari, come gli italiani, e popoli che non si sono accomodati, come· i belgi., indµbbiamentè in questo impero universale dei tedeschi avrebbero una posizione privilegiata i belgi, in paragone agli italiani ( 1). Poi dicono, ed a questa ragione ho già accennato prima, che il Gov~rno possiede gli elementi e che perciò dovevamo tacere. Noi invece abbiamo parlato perchè non potevamo, proprio nel momento più grave, rinunciare alla nostra qualità di cittadini. Avremmo avuto torto (I) Dice grandemente il card. Mercier. « C'è, !orse, un patriota il quale non senta che il Belgio è diventato più grande? Chi fra di noi avrebbe il coraggio di lacerare l'ultima pagina della nostra storia?». E grandemente i Tedeschi celebrarono il centenario del disastro di Jena, considerato quale principio della loro grandezza.

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